Quella del farmacista prescrittore è una figura al centro del dibattito sanitario internazionale. Il tema interessa anche il Testo Unico della Farmaceutica, approvato in questi giorni dal Consiglio dei ministri, che come dichiarato dal sottosegretario alla salute on. Marcello Gemmato: «Offrirà una base finalmente solida ai futuri progetti di riforma della farmacia territoriale. Tra essi, il farmacista prescrittore potrà certamente giocare un ruolo fondamentale nella maggiore integrazione tra farmacia e sanità pubblica».

Della figura del farmacista prescrittore si è discusso a Napoli il 25 e 26 settembre nell’ambito della 65° Assemblea delle Farmacie Sociali europee. L’appuntamento annuale si propone di radunare i rappresentanti attorno a un grande tema sul quale alcuni paesi membri hanno sviluppato esperienze significative che potrebbero essere “esportate” nei contesti nazionali degli altri partner.

Sull’introduzione della figura diversi protagonisti dell’assemblea hanno espresso pareri favorevoli.

È una questione sostenuta da tempo dalle Farmacie Comunali Italiane, che tramite il loro vice presidente Andrea Porcaro D’Ambrosio ha ricordato che «il tema è già stato al centro della nostra Officina di Galeno, poche settimane fa a Pisa. Siamo forti dei casi di successo già sviluppati in diversi paesi Nord Europei e oggi ci sono tutte le condizioni perché anche l’Italia affronti seriamente un argomento così importante».

Domenico Della Gatta, coordinatore di Assofarm Campania, ha ribadito che la proposta del farmacista prescrittore non vuole essere divisiva, ma si pone l’obiettivo di potenziare la collaborazione interprofessionale.

Venanzio Gizzi, presidente Uefs (e presidente onorario di Assofarm), ha illustrato: «Su questo tema l’Italia sconta certamente un ritardo rispetto ad altri paesi partner. Ma se cambiamo dimensioni e argomenti analizzati, di volta in volta risultano Paesi più avanzati degli altri. Il valore della nostra Federazione sta proprio in questa capacità di mutuo scambio e aiuto tra esperienze di successo maturate nei diversi territori».

Tuttavia, il farmacista Jonathan Burton ha ricordato che agli onori corrispondano anche oneri e ha invitato i suoi colleghi italiani a riflettere.

 «In Scozia assistiamo ad una costante crescita della domanda di prescrizioni in farmacia. E questo ci pone delle sfide, tecniche ma anche morali. – spiega Burton – Credo che un farmacista debba domandarsi perché vuole fare questo passo in avanti, che valore ha tutto ciò per la società e se vuole assumersi questa responsabilità».

Vincenzo Santagada, presidente Ordine Farmacisti di Napoli, e Antonio Gaudioso, docente X-Lab Health presso la Luiss di Roma, hanno affrontato il tema dei servizi offerti dalle farmacie.

Santagada ha riportato un articolo del 2010 in cui si parlava di una superfarmacia, con tanti servizi sanitari e fortemente integrata nel SSN. «Quella descrizione avveniristica, oggi è realtà» conclude il presidente Ordine Farmacisti di Napoli, pensando che per concretizzare il sogno odierno del farmacista prescrittore serve formazione specialistica e stabilità normativa.

Gaudioso, ha spiegato: «Scandalizza osservare che nel 2025 lo screening del colon retto (finanziato dal SSN) registra un 75% copertura in Friuli Venezia Giulia e appena il 10% in Calabria. I dati ci dicono che dove sono stati coinvolti i farmacisti, questo indicatore è significativamente salito. La farmacia può essere un alleato nella lotta alle disuguaglianze. Ripensare il suo ruolo non è solo questione di lotte di potere tra professioni sanitarie, ma anche questione di eguaglianza nell’accesso alle cure e ai diritti».

Si è parlato anche di numeri e bilanci. Ha suscitato grande interesse l’intervento del presidente di Apoteca Natura e Farmacie Fiorentine AFAM, Massimo Mercati, focalizzato su come le strategie di rafforzamento della dimensione consulenziale del farmacista si possano accompagnare anche a un miglioramento delle performance dei bilanci aziendali.

La tavola rotonda ha visto protagonisti tre giovani professionisti italiani che da tempo lavorano come farmacisti prescrittori in Francia, Regno Unito e Svizzera. Dal dibattito è emerso chiaramente come il meccanismo prescrittivo necessita di forti e specifiche competenze tecnico-scientifiche, e di una solida infrastruttura tecnologica.

Le conclusioni dei lavori sono state tracciate da Francesco Schito segretario generale di Assofarm.

«Quando scegliemmo di dedicare il nostro incontro a questo tema, qualche timore lo avevamo. Poi un giorno leggo che l’84,2% dei farmacisti italiani sono favorevoli all’introduzione del farmacista prescrittore – ha commentato Schito.-  Un dato che fa riflettere, e che suggerisce il fatto che il terreno possa essere più fertile di quanto a si possa pensare. D’altronde, l’esperienza ci insegna che l’unico modo per vincere resistenze e pregiudizi è quello di confrontarsi senza paura, pubblicare dati e opinioni, ascoltare i dubbi altrui. Noi abbiamo iniziato a farlo e continueremo con entusiasmo».