L’ultima edizione dell’Outlook Salute Italia di Deloitte, basata su 3.800 interviste, conferma un Servizio Sanitario Nazionale in bilico tra accelerazione digitale e criticità strutturali come l’iniquità di accesso alle cure. Un contesto questo in cui la farmacia territoriale emerge come il presidio di prossimità più apprezzato dagli italiani, consolidando il suo ruolo di pilastro fondamentale della sanità di base.

I dati del recente report Deloitte poi non solo certificano l’alto gradimento per la farmacia, ma ne delineano anche l’evoluzione della domanda, indicando al contempo le sfide più urgenti che il settore deve contribuire a risolvere: la rinuncia alle cure e il calo delle attività di prevenzione.

Il presidio di fiducia: soddisfazione e nuovi servizi

Nonostante una generale stabilità nel voto attribuito al SSN – pari a 6,2 su 10, come già nel 2021 – e il persistere dei tempi di attesa come principale punto debole, la farmacia si distingue per performance e affidabilità.

Nel corso dell’ultimo anno, il 37% dei cittadini ha fruito di prestazioni sanitarie in farmacia. Sebbene questo dato segni una riduzione di 5 punti percentuali rispetto alla rilevazione precedente, imputabile alla fine dell’emergenza Covid-19, il livello di soddisfazione complessivo resta altissimo: l’84% degli utenti si dichiara soddisfatto (di cui il 28% “molto soddisfatto” e il 56% “abbastanza soddisfatto”).

L’evoluzione dei servizi più richiesti

La domanda si è spostata in modo definitivo dai test Covid-19 (in netto calo, sebbene restino al 27%) verso prestazioni di monitoraggio e prima istanza. Le prestazioni più richieste risultano essere: analisi del sangue (30%); servizi di supporto per le prestazioni del SSN (27%); ECG, Holter cardiaco e pressorio, che registrano una crescita significativa attestandosi al 26% (+7 p.p.)…

Questo aumento dell’utilizzo di esami strumentali conferma la farmacia come hub diagnostico di primo livello e di forte impatto sulla sanità territoriale, specialmente per chi ha patologie croniche.

Le sfide sociali: economia e prevenzione

I dati evidenziano tuttavia due fenomeni critici che chiamano in causa direttamente il ruolo sociale e sanitario della farmacia: la rinuncia alle cure per motivi economici e il calo delle attività di prevenzione.

Nel 2024 è stato registrato un calo generalizzato delle attività di prevenzione (-8 p.p. rispetto all’anno precedente), con la quota di fruitori scesa al 45%. La flessione più marcata è stata osservata nelle vaccinazioni, diminuite di ben 12 punti percentuali.

Il divario economico e la rinuncia alle cure

Altresì, circa un italiano su tre (30%) ha dichiarato di aver rinunciato a prestazioni sanitarie. Il motivo principale alla base della rinuncia è stato di tipo economico (74%), un dato in costante crescita (+5% rispetto al 2023 e +13% rispetto al 2022).

Il divario tra le fasce di reddito è evidente: la quota di rinunciatari con reddito basso (43%) è più del doppio rispetto a chi ha un reddito alto (20%); per le sole attività di prevenzione, solo il 35% dei fruitori ha un reddito basso, contro il 55% della fascia alta.

La farmacia, grazie alla sua capillarità, è chiamata a colmare questo gap economico, potenziando i servizi a costo contenuto e le campagne di screening, garantendo così una maggiore equità di accesso alle cure.

L’integrazione digitale: Il ruolo di facilitatore del farmacista

Il report focalizza l’attenzione anche sulla decisa accelerazione della trasformazione digitale in sanità.

Il Fascicolo Sanitario Elettronico sta vivendo – stando ai dati – una fase di significativo consolidamento (anche se restano, secondo la Fondazione Gimbe, dei gap regionali). La conoscenza dello strumento è aumentata del +9% (raggiungendo il 90% nel Nord Italia), con il 49% degli intervistati che lo ha utilizzato nell’ultimo anno (+5% di utilizzo).

Il farmacista, al pari del MMG (che ne ha incoraggiato l’uso ad oltre un terzo del campione), è sempre più chiamato a svolgere un ruolo di facilitatore digitale, promuovendo l’FSE e supportando i cittadini (in particolare le fasce meno digitalizzate) nell’accesso ai servizi online, dalle prenotazioni (in aumento del 4%) alla ricezione dei referti dematerializzati.

I dati emersi confermano la farmacia territoriale come l’attore più efficiente e gradito per rispondere a questa esigenza, trasformando il proprio status da mero punto di dispensazione a vero e proprio avamposto sanitario digitale e sociale.

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