Aggettivazione tipo “nichel tested”

woman  applying dry cosmetic tonal foundation  on the faceSe tecnicamente è quasi impossibile eliminare del tutto i residui di nichel nel cosmetico finito, tanto che, per legge, ne è tollerata la presenza di tracce, comunque alcune aziende eseguono test specifici per rilevare e quantificare le tracce di nichel presenti. Queste aziende riportano sull’etichetta “nichel tested”, ad esempio, con un rinvio mediante un asterisco dove si precisa il quantitativo di tracce riscontrato oppure il relativo range. In tale modo il consumatore conosce esattamente il quantitativo delle tracce di nichel presenti nel prodotto. A margine di questa considerazione è necessario ricordare che nell’UE, a oggi, non esistono:

• un limite fissato da Regolamento cosmetici n.1223/2009 che quantifichi le tracce tecnicamente inevitabili;

• un metodo riconosciuto dalla normativa che indichi le modalità attraverso le quali individuare le eventuali tracce presenti.

Quindi tale aggettivazione dev’essere considerata inaccettabile per due ragioni fondamentali:

1) nel caso del semplice “nichel tested”, senza richiamo tramite asterisco al quantitativo effettivamente presente, potrebbe ingannare il consumatore facendogli credere che non vi sia nichel e che sia quindi più sicuro di altri prodotti analoghi senza tale aggettivazione;

2) nel caso di “nichel tested” con rimando asteriscato al quantitativo rintracciato si fa riferimento a una sostanza vietata per la quale non vi è un limite legale che definisca le tracce tecnicamente inevitabili, qualsiasi concentrazione riportata potrà essere considerata eccedere il limite ammesso quale impurezza.