A livello generale si evidenzia un incremento a seguito di anni di sostanziale stabilità. Consistente la spesa per acquisto privato a carico dei cittadini, che si è attestata a 7,7 miliardi di euro nel 2021. Nel periodo si osserva una graduale riduzione della distanza tra spesa complessiva e stanziamento, anche grazie alla rimodulazione dei tetti di spesa

Dal report dell’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) relativo alla spesa farmaceutica a carico del Servizio sanitario nazionale 2019-2021, di recente pubblicazione, emerge che, negli anni, la spesa farmaceutica ha mostrato una riduzione lenta, ma progressiva della farmaceutica convenzionata, mentre si è osservato un aumento della spesa per acquisti diretti a carico del Ssn e della spesa privata a carico dei cittadini.

Nel complesso, sommando le due voci di spesa (convenzionata e acquisti diretti) con l’aggiustamento dei vari payback è stato osservato nell’ultimo anno una tendenza all’aumento, dopo una sostanziale stabilità della spesa a carico del Ssn che si è osservata in particolare negli ultimi anni.

La spesa per l’acquisto privato da parte dei cittadini continua a essere una quota di spesa consistente, che si è attestata a 7,7 miliardi nel 2021, che necessita di essere monitorata anche ai fini della valutazione dell’appropriatezza.

Riduzione tra spesa complessiva e stanziamento

Nel triennio considerato si è osservata una graduale riduzione della distanza tra spesa complessiva e stanziamento. La sostenibilità della spesa, tuttavia, se rapportata ai livelli di finanziamento previsti (e in modo specifico la spesa relativa agli acquisti diretti), evidenzia delle differenze tra le Regioni.

Se, infatti, in un gruppo di Regioni (Piemonte, Lombardia, Veneto, Emilia Romagna e Toscana) che rappresentano più del 45% degli assistiti, complessivamente le risorse coprono quasi la totalità della spesa, in altre Regioni, nonostante l’effetto di “compensazione” tra le due componenti di spesa, si osservano livelli di spesa ben superiori alle risorse disponibili.

Rimodulazione dei tetti

I tetti di spesa, introdotti nel 2008, hanno visto negli anni molteplici rideterminazioni e spostamenti di canali distributivi. “Lo sforamento divenuto strutturale del tetto fa sì che si debba procedere al ripiano di suddetto superamento se si vuole interpretare il meccanismo dei tetti come un sistema di budget e di deterrente al suo sforamento” si legge nel report.

A partire dal 2015 si è sistematicamente verificato uno sfondamento via via crescente del tetto relativo alla spesa per gli acquisti diretti (ospedalieri) e una capienza anch’essa crescente del tetto relativo alla spesa farmaceutica convenzionata. Lo sfondamento del tetto per acquisti diretti è a carico delle aziende farmaceutiche e delle Regioni nella misura del 50% rispettivamente mentre lo sforamento (mai avvenuto) del tetto della convenzionata avverrebbe nella misura completa del 100%.

La rimodulazione dei tetti per il 2021, fermo restando il finanziamento totale destinato alla farmaceutica nella misura del 14,85% del Fondo sanitario nazionale (Fsn), ha previsto l’attribuzione di una percentuale del 7% del Fsn alla convenzionata (in sostituzione del 7,96%) e per differenza del 7,85% del Fsn agli acquisti diretti (anziché del 6,89%). Ciò ha garantito il rispetto del tetto per quanto riguarda la spesa convenzionata, e ridotto lo sfondamento del canale degli acquisti diretti di oltre 700 milioni di euro.