Russolo (Aschimfarma): l’Europa torni a essere centrale nella produzione di farmaci

In occasione del meeting della Commissione europea per una nuova strategia farmaceutica nell’Unione, l’associazione di Federchimica che riunisce in Italia i produttori di principi attivi ha presentato un progetto per il reshoring di farmaci e principi attivi farmaceutici in Italia

In occasione del meeting della Commissione europea per una nuova strategia farmaceutica nell’Unione, il Presidente di Aschimfarma, Paolo Russolo, ha sottolineato la situazione di criticità indotta dall’eccessiva dipendenza da paesi esteri per sviluppo e produzione di medicinali e principi attivi, situazione critica che si è acuita in modo allarmante dall’inizio della pandemia.

Con il tempo, l’Europa ha gradualmente perso la centralità nella produzione e ad oggi oltre il 74% dalle forniture proviene dall’Asia. Questa forte dipendenza da fornitori esteri ha negli ultimi anni incrementato le carenze di medicinali essenziali, costituendo un rischio per la sicurezza sanitaria dei pazienti europei.

In occasione del meeting della Commissione europea svoltosi a Bruxelles – che aveva come obiettivo proprio una nuova strategia farmaceutica nella Ue – il Presidente Russolo ha sottolineato che “L’autonomia sanitaria dell’Europa dipenderà in gran parte dalla sua capacità di mantenere e sviluppare la sua base industriale esistente, nonché di investire in tecnologie innovative e sostenibili. Le nostre imprese si impegnano ad accettare questa sfida e lavoreranno a stretto contatto con la Commissione Europea e lungo l’intera catena del valore per creare le condizioni per migliorare la resilienza del sistema sanitario europeo“.

Continua aggiungendo: “È proprio in questa direzione che le principali associazioni farmaceutiche della supply chain italiana (Federchimica Aschimfarma, Egualia e Farmindustria) si sono subito attivate, presentando il ‘Progetto per il reshoring di farmaci e principi attivi farmaceutici in Italia’ coordinato dal Cluster ALISEI“. L’Italia, spiega Russolo, “è il primo Paese europeo per numero di imprese produttrici di principi attivi farmaceutici, con oltre 72 Aziende per 109 siti produttivi e una quota export pari all’85%. Qualità e sicurezza nella produzione, attività di ricerca e innovazione ben superiore alla media manifatturiera, rispetto dell’ambiente sono sempre stati i criteri distintivi dei produttori italiani; tutti fattori che, in questi anni, ci hanno consentito di rafforzare la nostra immagine e resistere agli attacchi da parte dei Paesi asiatici. Certo, bisogna fare ancora di più“.

L’autonomia sanitaria dell’Europa dipenderà in gran parte dalla sua capacità di mantenere e sviluppare la sua base industriale esistente, – ha concluso Russolo – nonché di investire in tecnologie innovative e sostenibili. Le nostre imprese si impegnano ad accettare questa sfida e lavoreranno a stretto contatto con la Commissione Europea e lungo l’intera catena del valore per creare le condizioni per migliorare la resilienza del sistema sanitario europeo“.