“Il tempo ci può cambiare, ma noi non possiamo inseguire il tempo. Il tempo porta cambiamenti con passo irruente, ogni volta pensiamo di avercela fatta, il mutamento è avvenuto. Mutamenti, guardo i vortici di un fiume che cambiano forma senza lasciare mai la corrente. Così i giorni scorrono attraverso i miei occhi e sembrano tutti uguali, ma sono in corso mutamenti.”
Mentre cerchiamo di cambiare il nostro mondo, siamo immuni da consigli, sappiamo bene quello a cui andiamo incontro, un confronto serrato dove la parola (e la firma) di un agenzia di stato (AIFA) non ha più valore nell’arco di poche ore. Perché i soggetti interessati hanno interessi molto, troppo, differenti. Perché i portavoce del Governo sono due ministeri, Salute e Finanza, e non usano lo stesso linguaggio. Mutamenti inesorabili perché inesorabile era la precaria e sempre in declino reddittività del rapporto con il Sistema sanitario nazionale, non mi interessano i tecnicismi, ora il mutamento è in atto e deve essere concluso se non vogliamo farci travolgere dalla corrente. Il mutamento, ribadiamolo, è nato non perché il contratto con lo Stato era scaduto da “ille tempore”, e forse sarebbe stato bene affrontare il problema tanti anni orsono, ma il tempo in quegli anni non ci ha cambiato. La richiesta nasce dalla esplicita considerazione che la remunerazione come era impostata sta portando alla catastrofe la farmacia italiana. Il mutamento è lo stadio normale della società. Ogni ambito, continuamente, e ancor più nel XXI secolo, è soggetto al cambiamento. Perché il mutamento non sia una brutta mutazione genetica di un sistema oramai obsoleto e basato unicamente su un prezzo che è in picchiata libera. Mutamenti che servano a ridare dignità all’atto professionale, per fermare il declino. Mutamenti che devono essere conclusi con il Governo che li ha iniziati, perché è lo stesso che ha iniziato a distruggere il sistema Farmacia, dove la remunerazione mutualistica è parte essenziale: e quindi si espliciti una volta per tutte un omicidio preterintenzionale o volontà di cambiamento come dichiarato. Perché è un Governo paneuropeo e non semplicemente filo-europeo: perché il modello è ripreso da quello già in funzione in altri Stati come la Germania. Perché un Governo di sinistra avrebbe quale materiale di scambio (ricatto) la fascia C nelle Coop, e un Governo di destra avrebbe la vicinanza con la Farmindustria o interesse in un sistema di distribuzione del farmaco diverso (Catene di Farmacie).
Mutamenti, perché, per quanto si dica, il modello è stato condiviso e comunque rivedibile in corso d’opera. Ed è naturale che la presa d’atto venga vissuta in modo diverso dalle singole regioni, ma la Farmacia vuole rimanere Farmacia Italiana o Federalismo Farmaceutico? Ma anche con un egoistico “ognuno pensi a se stesso”, il trend è verso quelle regioni che hanno raggiunto un valore medio della ricetta da fame. Perché per la prima volta siamo protagonisti e propositivi (era ovvio trovare delle contrapposizioni) ma la proposta è nostra! Dobbiamo chiudere prima delle elezioni, assolutamente e improrogabilmente, e le speculazioni politiche interne sono solo dannose: non parlo della discussione di metodo, questa prosegua pure anche con più impeto, parlo degli strali lanciati sulla dirigenza Federfarma, violenza senza senso se non quello di una volontà autodistruttiva. Mutamenti, in tutti, perché il primo passo che deve essere compiuto non sia un passo indietro ma una presa di coscienza di ognuno a rimettere in discussione i propri atteggiamenti, perché l’obiettivo deve essere uno solo: il cambio della remunerazione prima che termini la legislatura.
Mutamenti, strano fascino che mi ammalia, perché i mutamenti sono dentro di noi, devono venire da noi… All change! (non avrei mai pensato di capire una canzone 40 anni dopo…”Changes” di David Bowie)