Assumere più farmaci al giorno nelle cronicità, aumenta il rischio di disaffezione alle terapie. Ammontano a due miliardi le perdite economiche ogni anno che il SSN è costretto a subire. Investire nella farmacia per ridurre il principale fenomeno che avviene nelle terapie croniche: i cicli di terapia. Sono stati questi i principali motivi conduttori del corso ECM organizzato dall’Accademia Romana di Storia della Farmacia e di Scienze Farmaceutiche del Nobile Collegio Chimico farmaceutico il 18 e 25 Settembre, a Roma, davanti a una platea di farmacisti in larga parte giovani.
Per la capillarità, per la periodicità dei contatti, per la fedeltà della clientela, la farmacia può fare molto. Trovare il tempo necessario per svolgere il “secondo check-in”, dopo quello svolto dal medico, è il punto critico che va affrontato durante il viaggio del paziente. Comprendere e trovare una forma comunicativa efficace è alla base dell’obiettivo di coprire gap che esistono sulle principali cause di “disaffezione” alla terapia.
La dimenticanza di prendere il farmaco è la principale. Quest’ultima va studiata nell’ambito della molteplicità di meccanismi mentali e fisici del paziente, spesso complessi e non facilmente identificabili.
Il processo “Swisse Cheese” di linearità complessa nell’accesso al farmaco per il paziente
In un sistema complesso come quello sanitario, ci sono delle difese rappresentate da barriere e controlli (fette di formaggio) che hanno buchi che rappresentano i difetti di sistema.
L’allineamento perfetto delle fasi di controllo, prescrizione medica corretta – comprensione del paziente – supporto familiare e sociale – sistemi di monitoraggio e follow up -, conducono con successo all’accesso al farmaco da parte del paziente. Il passaggio non controllato nei buchi di sistema conduce verso la non aderenza terapeutica.
Il farmacista ha un ruolo determinante nel controllo al secondo check–in, dopo quello del medico, attraverso il rinforzo delle istruzioni, dei dubbi e la fornitura degli strumenti corretti di supporto utili per i successivi follow-up.
Medicina Integrata in farmacia: nuove skill per il farmacista
La prof.ssa Annabella Vitalone, direttore del Corso di Laurea In Scienze Farmaceutiche Applicate della Facoltà di Farmacia e Medicina della Sapienza di Roma ha ricordato come un Master specifico di perfezionamento venga dedicato al concetto di “centrare” l’attenzione sull’individuo nel suo complesso. Mentre in Italia, rispetto a Usa e UK, non esiste una definizione approvata di Medicina Integrata, il BMJ la riconosce come “la medicina tradizionale/convenzionale fulcro della cura”, ma la affianca ai moderni esami diagnostici e trattamenti convenzionali, con un’attenta selezione di differenti approcci.
La consuetudine di fare domande e la conoscenza delle abitudini del paziente sono necessarie per sviluppare la successiva fase di comunicazione, basata sulla quotidianità e sulla fiducia nel rapporto con il paziente. Dalla razionalizzazione di questo patrimonio conoscitivo, nasce un rapporto più articolato, più comunicativo, più efficace ed efficiente che può indirizzare – motivare il paziente – alla continuità terapeutica. Il “medichese non paga”. È un deterrente all’ adesione e continuità terapeutica.
Troppe terapie… spesso complicate e/o inutili?
Teach–back è una tecnica semplice per migliorare la comprensione del paziente che richiede 99 secondi da spendere in più, nel colloquio con il paziente: lo sentenziò Florian Stigler. Alcuni consigli pratici per effettuare il teach-back:
- Iniziate in piccolo. Provate con solo 1-2 pazienti al giorno.
- Utilizzate il metodo “chunk-and-check“ (spezzetta e verifica). Un punto chiave → ripetizione → punto successivo.
- Evitate le domande chiuse. Chiedere “ha capito?” o “ha altre domande?” di solito ottiene un “sì” per cortesia.
- Incoraggiate i pazienti a usare parole proprie. Questo impedisce loro di ripetere frasi che potrebbero non comprendere.
- Utilizzatelo con tutti. Sebbene sia particolarmente utile per i pazienti con scarsa alfabetizzazione sanitaria, anche i pazienti con un alto livello di istruzione possono sentirsi sopraffatti dal carico informativo.
- Documentatelo. “Teach-back completato; il paziente ha ripetuto la dose, il follow-up e i segnali di allarme.”
- Insegnatelo. Se lavorate con studenti o specializzandi (nuovi collaboratori).
Carenza dei farmaci: un motivo di disaffezione
Ai motivi prettamente regolatorio-legislativi e di supply chain, si può accoppiare anche un difetto di comunicazione tra operatori sanitari e paziente. L’avvocato Mila De Iure, direttore Generale di Assoram, parlando di evoluzione dei modelli di distribuzione, focalizzando l’attenzione sull’aderenza terapeutica, che trova vari spazi proprio nella legislazione farmaceutica. L’approvazione del Consiglio dei Ministri del disegno di legge-delega per il Testo Unico della Legislazione Farmaceutica rimasto fermo al Regio Decreto del 1934, le Buone Pratiche di distribuzione dei medicinali per uso umano, così come la pronuncia del Consiglio di Stato sul deblistering in farmacia (parere 00992/2025 del 2 settembre 25), hanno proprio questo principale obiettivo.
Gli aspetti comunicativi nella carenza di un farmaco
L’Unione Europea dipende dall’Asia per il 74% delle proprie forniture di Principi attivi (API), con la Cina che copre quasi il 70% di questa dipendenza. Gli Stati Uniti importano l’80% dei loro API dall’estero, e una parte considerevole di questi provengono direttamente dalla Cina o da paesi come l’India, che a loro volta usano API di origine cinese. Questi meccanismi di “supply chain” possono incidere sulla presenza del farmaco nel territorio nazionale.
Il farmacista, se non ha competenza su queste fasi della filiera del farmaco, che cosa può fare? Comprendere meglio le terminologie produttive e distributive, per fornire spiegazioni più chiare e precise alle attese del cliente. Oltre poi a valutare potenziali tempi e/o suggerire le alternative equivale a mantenere il paziente in terapia.
I gap comunicativi nell’aderenza terapeutica
Possono essere dovuti a varie cause come abbiamo riportato nell’immagine del secchio bucato. La prof.ssa Michaela Liuccio, del Corso di laurea in Comunicazione Biomedica e referente “terza missione” della Facoltà di Farmacia e Medicina della Sapienza ha sottolineato che la farmacia ricopre un ruolo interessante nel conoscere e ricercare le abitudini di viaggio della persona: la transazione, la soddisfazione nel rapporto farmacia-cliente o paziente assumeranno un diverso rapporto in base alla tipologia di viaggio. Premesso che l’approccio individuale alla sanità è un “continuum care”, dove il viaggio è fatto di diversi modelli legati al momento vissuto dal paziente/cliente, ci possiamo trovare difronte a tre tipologie:
- il soggetto ha bisogno di prestazioni, fasi acute della patologia: patient journey
- si vuole consumare il prodotto o la prestazione, integratori o chirurgia estetica: customer journey
- si è stimolati a scegliere di accedere al sistema, prevenzione o screening: individual journey.
Il comportamento adottato dagli operatori sanitari potrà avere atteggiamenti diversi di:
- “paternalismo”
- “consumismo”
- “reciprocità”
- “noncuranza”.
La reciprocità è la chiave di lettura basata sul rapporto di fiducia, che è più efficace/efficiente per migliorare la autorevolezza del farmacista attraverso:
- Un patto fiduciario: un’atmosfera di apertura, in cui il paziente percepisce che il professionista è disponibile ad ascoltarlo;
- Role Taking: sintonizzarsi sulle aspettative del paziente;
- Comprensione delle preferenze del paziente e cercare forme di negoziazione (bias, barriere psicologiche/culturali/socio-economiche etc).
Una comunicazione chiara si dovrà basare su:
- Parlare piano
- Limitare la qualità di informazioni e ripeterle
- Evitare il gergo medico
- Usare immagini e materiali scritti
- Aumentare la interattività
In particolare, con l’anziano, si può comprendere meglio qual è il suo problema, cosa necessita fare e perché è importante per lui. Uno storytelling efficace e autorevole che sia ben impostato referenzia il farmacista come fiduciario da parte del paziente.
Nei percorsi universitari si sviluppa la “rivincita dei soft skills” a fianco alle hard skills consolidate. Come sottolineato dalla professoressa Liuccio, i corsi di laurea di farmacia e medicina della Sapienza, si svilupperanno secondo spazi e ruoli della comunicazione biomedica, che spaziano dalla Formazione continua a quella post laurea professionalizzante (Corsi di Alta Formazione, Master) a scelte personalizzate quali percorsi “Minor in comunicazione medica e farmaceutica” sino ad Azioni di Terza Missione (public engagement ed social listening)
Nella seconda giornata, il dottor Antonino Annetta ha evidenziato come, ad esempio, gli agonisti del Gpl1 in formulazione orale possano contribuire a ridurre la barriera d’utilizzo creata dalla formulazione iniettiva. Il deblistering può essere considerato un avanzamento per la migliore aderenza terapeutica, anche se necessita di una forma di comunicazione chiara con il paziente. Il dottor Tito Piccioni, insieme al dott Annetta, ha dato vita a una dimostrazione pratica di un colloquio in farmacia tra farmacista e paziente (Role Playing), dimostrando chiaramente come, affinando la comunicazione da parte del farmacista, sia possibile mettere in atto un couseling capace di rendere un servizio di ingaggio del paziente migliorando l’aderenza terapeutica nelle cronicità.
La terminologia
Carente: un medicinale temporaneamente non reperibile sul territorio nazionale in quanto il titolare AIC non può assicurarne una fornitura continua, rispetto al bisogno terapeutico del paziente. Quale autonomia ha il paziente in termini di giorni/terapia del brand utilizzato? In caso di mancata copertura terapeutica, non sussistono problemi perché si hanno a disposizione farmaci equivalenti, d’importazione o alternativi.
Indisponibile: si riferisce alla difficoltà di reperimento di una sostanza, dovuta a disfunzioni della filiera distributiva: le indisponibilità, al contrario delle carenze, generalmente non si manifestano in maniera uniforme sul territorio nazionale e sono dovute a distorsioni del mercato; spesso poi sono anche collegate alle dinamiche del circuito distributivo. In questi casi, dopo una valutazione logistica con il grossista sui tempi di approvvigionamento, si può suggerire al paziente di valutare con il proprio medico un cambio di terapia. Se fosse possibile per il farmacista informare direttamente il medico curante, si potrebbe fornire un grande aiuto al paziente. Sul sito AIFA “Non si trova”, sono presenti le informazioni relative a carenze e indisponibilità.
Fonti
https://www.linkedin.com/in/mila-de-iure-44680534/
https://www.linkedin.com/feed/update/urn:li:activity:7374499269648646144/
https://www.aifa.gov.it/-/-non-si-trova-carenze-e-indisponibilit%C3%A0-di-farmaci
https://farmed.web.uniroma1.it/it/terza-missione
https://www.linkedin.com/in/antonino-annetta-6305a029/
https://www.linkedin.com/in/tito-piccioni-tito-piccioni-3769304b/


