L’approvazione del DDL Semplificazioni da parte del Senato lo scorso 8 ottobre ha segnato un traguardo fondamentale per la sanità italiana, proiettando la farmacia verso una piena integrazione nel Servizio Sanitario Nazionale.
Lungi dal rappresentare solo uno snellimento burocratico, il provvedimento introduce modifiche sostanziali che ridefiniscono il ruolo del farmacista come presidio di prossimità e ampliano le possibilità di accesso a servizi essenziali per i cittadini.
Da luogo di dispensazione ad hub sanitario: un potenziamento della vaccinazione
Il cuore della riforma risiede nell’Articolo 60, che stabilizza definitivamente il modello della Farmacia dei Servizi, un processo evolutivo avviato nel lontano 2009.
La novità più tangibile è l’estensione del ruolo vaccinale: le farmacie potranno ora somministrare tutti i vaccini inclusi nel Piano Nazionale di Prevenzione Vaccinale – PNPV, a soggetti di età superiore a 12 anni. Questa misura potenzia enormemente la capillarità delle campagne vaccinali sul territorio.
Un incremento nella diagnostica e prevenzione
Parallelamente, si rafforza la funzione della farmacia nella diagnostica e nella prevenzione. Vengono autorizzate analisi di prima istanza che vanno oltre il mero autocontrollo, e si introduce l’effettuazione di test di screening per l’epatite C.
A ciò si aggiunge, inoltre, la possibilità di offrire test decentrati per il contrasto all’antibiotico-resistenza, un ambito sempre più strategico per la salute pubblica.
Maggiore flessibilità per l’erogazione dei servizi
Sul fronte logistico e organizzativo, la legge introduce flessibilità: l’erogazione di servizi sanitari sarà consentita anche in locali separati dalla farmacia, purché autorizzati.
Inoltre, il decreto incentiva la collaborazione tra titolari diversi tramite contratti di rete per l’offerta congiunta di servizi.
Continuità di cura e minore burocrazia per i pazienti cronici
Di pari passo con l’ampliamento dei servizi, il DDL affronta l’annoso problema della gestione delle terapie croniche.
L’Articolo 62 introduce una misura a lungo attesa: il medico potrà indicare nella ricetta dematerializzata la posologia e la quantità di farmaci da erogare fino a dodici mesi.
Ciò evita ai pazienti cronici, e ai loro medici di base, la necessità di visite ripetute per il solo rinnovo della ricetta. Il farmacista, pur dispensando la fornitura mensile, avrà il compito cruciale di segnalare al medico eventuali criticità nell’aderenza terapeutica.
Un ulteriore passo avanti nella continuità assistenziale è dato dalla possibilità per i pazienti di ottenere i farmaci prescritti anche esibendo la documentazione di dimissione ospedaliera o i referti del Pronto Soccorso.
Telemedicina e gestione delle carenze
Il legislatore interviene anche sulla telemedicina (Art. 58), un settore in forte crescita anche grazie agli investimenti PNRR. Per tutelarne l’affidabilità, la legge estende le severe sanzioni per certificazioni mediche false anche al contesto digitale.
Il medico rischia la radiazione dall’albo o il licenziamento se una certificazione rilasciata in telemedicina non si basa su dati oggettivamente documentati, una misura che mira a bilanciare l’innovazione con la responsabilità clinica.
Infine, il DDL Semplificazioni cerca di dare una risposta al fenomeno delle carenze farmaceutiche (Art. 61). Si accorciano i tempi di preavviso che le aziende devono dare all’Agenzia italiana del Farmaco – AIFA per l’interruzione della commercializzazione (da 4 a 2 mesi) e si inaspriscono le sanzioni in caso di mancata comunicazione di carenze riguardanti farmaci “critici”, con multe che possono arrivare fino a 36.000 euro.
Il plauso della categoria
L’approvazione del testo è stata accolta con grande soddisfazione da Federfarma. Il presidente Marco Cossolo così si è espresso: «Si tratta di un altro fondamentale tassello grazie al quale il superamento della fase di sperimentazione e la stabilizzazione della farmacia dei servizi si avvicinano, completando un processo cominciato nel lontano 2009. Ringrazio il Governo Meloni, e in particolare il Ministro Schillaci e il Sottosegretario Gemmato, per la fiducia riposta nella farmacia italiana, che in questi anni ha sempre saputo rispondere con tempestività ed efficienza alle nuove esigenze di salute della popolazione, riscuotendo apprezzamento da parte dell’intero arco parlamentare».
Con la piena attuazione del DDL, la farmacia si conferma il primo presidio di prossimità per i cittadini, un ruolo che, sebbene sottoposto alla clausola di invarianza finanziaria e con molte prestazioni a carico dell’utente, è destinato a ridisegnare la mappa dell’assistenza sanitaria territoriale.


