Dichiarazioni reddituali 2017, le farmacie si confermano virtuose

I dati pubblicati sul sito dell’Agenzia delle Entrate che riepilogano le statistiche per gli Studi di settore sulle dichiarazioni reddituali 2017 (relative al periodo d’imposta 2016) confermano per un altro anno che le farmacie sono tra i contribuenti che più si dimostrano virtuosi nei confronti del fisco. Sono infatti l’85,6% le posizioni che sono risultate congrue all’applicazione degli indici di normalità economica previsti per il comparto farmacie, sulle 15.444 totali esaminate (dati aggiornati al 30 novembre 2017), una cifra che aumenta all’88,8% quando si vanno a considerare anche gli adeguamenti e le regolarizzazioni. Il trend conferma quello registrato per il periodo d’imposta 2015 (dichiarazione 2016), per il quale le posizioni congrue alla prima verifica erano l’87,9% del totale, e per il 2014 (87,2%).

Il numero di posizioni esaminate per la dichiarazione reddittuale 2017 è minore di 270 unità rispetto all’anno precedente. Nel 2017 sono stati dichiarati ricavi per un totale di 18,54 miliardi di euro, con una media di 1,17 milioni per singola posizione. Di questi, 16,17 miliardi di euro hanno fatto riferimento a posizioni risultate congrue (13.222 in totale, con un ricavo medio dichiarato di 1,22 milioni), mentre 2,37 miliardi sono riferiti a posizioni non congrue (2.222 in totale, con un ricavo medio dichiarato di 1.07 milioni). Particolarmente elevato (67% sul totale posizioni non congrue, pari a 1.489) è il dato delle posizioni risultate non congrue con presenza dei correttivi relativi alla crisi economica. Per il 25,5% delle posizioni non congrue (567) c’è stato un adeguamento, che ha fruttato allo Stato 10,1 milioni di euro.

Il commento di Federfarma

Una nota di Federfarma fa notare come i dati relativi alle farmacie italiane siano molto al di sopra di quanto fatto registrare dal macrosettore commercio nel suo insieme, per i quale l’indice di congruità si è fermato al 57,6% alla prima verifica e al 68,7% con gli adeguamenti. Il dato riferito ai professionisti riporta invece un tasso di congruità del 78,9% (84,5% con le regolarizzazioni). Il dato del settore commercio è in controtendenza rispetto agli anni precedenti (58,5% per il 2015 e 59,4% per il 2014), come pure quello relativo ai professionisti (79,8% nel 2015, 81,4% nel 2014). “Insomma, i titolari di farmacia sono tra le poche categorie che con il Fisco fanno il proprio dovere fino in fondo. Sarebbe opportuno che la politica se ne ricordasse, quando parla di liberalizzazioni e concorrenza”, si legge nella nota di Federfarma.