Riconosciuta come patrimonio culturale immateriale da UNESCO nel 2010, la Dieta Mediterranea è molto di più di un regime alimentare, è uno stile di vita che include competenze, conoscenze e tradizioni, nel rispetto del territorio e della biodiversità.

Tuttavia, recenti studi hanno analizzato l’aderenza alla Dieta Mediterranea e hanno riscontrando un trend in negativo. Per questo motivo, la Società Italiana di Nutrizione Umana (SINU), ha elaborato una nuova versione della piramide alimentare. L’iniziativa mira a incentivare l’adozione di uno stile alimentare sano e sostenibile.

«È ampiamente dimostrato che una maggiore aderenza alla Dieta Mediterranea è associata a numerosi benefici per la salute, in primis la riduzione della mortalità e la prevenzione di malattie croniche non trasmissibili, come malattie cardiovascolari, diabete, cancro e malattie neurodegenerative», ha spiegato Anna Tagliabue, presidente della Società Italiana di Nutrizione Umana (SINU). «Nonostante ciò, assistiamo ad una scarsa adesione ai principi della Dieta Mediterranea, soprattutto tra le giovani generazioni».

Recenti studi hanno preso in considerazione alcuni Paesi del Mediterraneo riscontrando una scarsa aderenza alla Dieta Mediterranea originaria. In particolare, gli alimenti di origine vegetale, tra cui frutta, verdura, legumi e cereali integrali, sono poco presenti nell’alimentazione di bambini e adolescenti. Inoltre, il consumo di altri importanti componenti della dieta, come latte e prodotti lattiero-caseari, non è adeguato rispetto agli indicatori, delineando, quindi, il rischio di carenze nutrizionali.

Francesca Scazzina, professore associato di Nutrizione Umana dell’Università di Parma e Membro del Consiglio Direttivo SINU, ha commentato la situazione: «In Italia, il 9% di bambini e adolescenti dichiarano di non mangiare mai verdure, il 7% frutta, il 26% alimenti a base di cereali integrali, il 14% latte e latticini, mentre il 47% dichiara di consumare più di 3 porzioni di carne a settimana. Uno studio che ha indagato le abitudini di più di 2000 studenti universitari italiani evidenzia un’aderenza medio-bassa del 72%. Così come un’indagine che ha coinvolto più di 800 persone rappresentative della popolazione italiana, con una percentuale dell’80,4%. Mentre il consumo di alcuni alimenti tradizionali è quasi completamente conservato anche al giorno d’oggi (ad esempio, il consumo di olio d’oliva), il consumo di frutta e verdura, cereali integrali, latte e latticini e legumi sta diminuendo soprattutto tra le giovani generazioni e non è adeguato alle linee guida».

Tra i fattori che determinano una maggiore aderenza alla Dieta Mediterranea tra bambini e adolescenti: la giovane età (l’aderenza peggiora dopo i 12 anni), un livello di attività fisica più elevato, una durata del sonno adeguata e, tra le abitudini alimentari, il fare colazione, consumare i pasti con i membri della famiglia e consumare i pranzi a scuola.

Anche l’età più giovane e l’istruzione superiore dei genitori sono determinanti per una maggiore aderenza, così come un maggior reddito familiare mensile.

Per quanto riguarda gli elementi che limitano l’aderenza, sono stati rilevati: il sovrappeso o l’obesità, il fatto di non avere o avere poca responsabilità nell’acquisto di cibo o nella preparazione dei pasti, la difficoltà e il tempo di preparazione di piatti che contengono alimenti di origine vegetale.

«Per favorire una maggiore aderenza, la SINU ha sviluppato una nuova rappresentazione grafica della Piramide alimentare, una guida completa per adottare uno stile alimentare sano e sostenibile, preservando le tradizioni culturali e affrontando le sfide nutrizionali e ambientali contemporanee, utile anche come strumento per attività didattiche e per campagne educative.» ha dichiarato Anna Tagliabue.

Il modello aggiornato pone un’enfasi ancora maggiore sugli alimenti di origine vegetale, in particolare frutta, verdura e olio extravergine di oliva, insieme alla promozione di cereali integrali e legumi, come principali fonti nutritive.

Inoltre, la nuova piramide alimentare si propone di incoraggiare un approccio misurato al consumo di alimenti di origine animale, in particolare limitando il consumo di carne rossa e lavorata e promuovendo schemi alimentari più sostenibili.

Lo schema sottolinea, inoltre, l’importanza di moderare il consumo di zuccheri aggiunti, sale e alcol, integrando questi concetti all’interno della sua struttura grafica in modo chiaro e coerente.

L’idea di revisionare il modello precedente è nata prendendo in considerazione quanto dimostrato da alcune tesi scientifiche, come ad esempio nuove e importanti evidenze sul legame tra Dieta Mediterranea e patologie croniche, nonché dal documento FAO-OMS sulle diete sane e sostenibili e dal rapporto della commissione EAT–Lancet sui sistemi alimentari sostenibili. Inoltre, sono stati presi in considerazione due documenti ufficiali italiani: le Linee Guida per una Sana Alimentazione Italiana emanate dal CREA – Centro di ricerca Alimenti e nutrizione e i Livelli di Assunzione di Riferimento di Nutrienti per la popolazione italiana (SINU, LARN – V revisione).

Quest’anno ricorre il quindicesimo anniversario dell’inserimento della Dieta Mediterranea nel Patrimonio culturale immateriale UNESCO, per questo motivo sarà al centro dell’apertura del 45° Congresso Nazionale della Società Italiana di Nutrizione Umana (SINU), a Salerno dal 28 al 30 maggio 2025, con la Tavola rotonda dal titolo “La Dieta Mediterranea tra eredità e futuro”.

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