Disponibilità farmaci innovativi non sempre garantita: Cittadinanzattiva rileva problemi burocratici e di informazione

Un medico vuole prescrivere un farmaco innovativo? Non sempre è possibile. Il 36% dei professionisti della salute non può farlo perché il medicamento non è disponibile nella struttura mentre il 34% si trova nella stessa situazione a causa della necessità di ottemperare a disposizioni in materia stabilite da commissioni regionali o aziendali.

Le cause di questo disservizio sono in parte legate a ostacoli burocratici: molti medici, da un terzo al 40% circa degli intervistati, riferiscono infatti che sono necessari da 1 a 3 mesi di tempo per il passaggio di un medicinale dal prontuario aziendale o regionale alla prescrizione, mentre c’è bisogno di 31-120 giorni per ottenere la disponibilità del prodotto dal momento della delibera. Infine, secondo più della metà dei professionisti, i centri abilitati alla prescrizione dei farmaci innovativi non sono dotati di personale sufficiente e neppure delle necessarie competenze e tecnologie.

Questi, in sintesi, i risultati dell’indagine civica, riguardante l’accesso ai farmaci innovativi,  presentati il 19 febbraio a Roma da Cittadinanzattiva-Tribunale per i diritti del malato con il contributo non condizionato di MSD. L’inchiesta ha coinvolto 286 professionisti della salute.

Le dichiarazioni sul tema

Francesca Moccia, vice segretaria generale di Cittadinanzattiva, ha dichiarato: “l’accesso alle terapie farmacologiche, anche innovative, è uno degli ambiti in cui più di frequente riscontriamo disparità regionali nell’organizzazione dei servizi e disuguaglianze fra i cittadini. Temiamo fortemente che le riforme attualmente in discussione per le autonomie differenziate possano peggiorare ulteriormente la situazione. Per questo stiamo lavorando affinché vada in porto la nostra proposta di riforma dell’art.117 della Costituzione, che mira a rafforzare e a restituire centralità alla tutela del diritto alla salute in modo tale che nessuna inerzia o vincolo istituzionale possa compromettere la garanzia di tale diritto in qualsiasi parte del territorio del nostro Paese”.

I dati

L’indagine si è focalizzata anche sugli aspetti legati alle commissioni e ai prontuari terapeutici evidenziando che: “due terzi circa dei medici non conosco le tempistiche e la frequenza delle riunioni della Commissione, ma solo un medico su tre e più di un farmacista su due ritengono che le tempistiche siano coerenti ai bisogni di accesso alle terapie innovative. Solo il 16% dei medici, rispetto al 50% dei farmacisti, è informato dell’esistenza della Commissione“.

 

Per quanto riguarda i dati di dettaglio relativi alla disponibilità dei farmaci innovativi, Cittadinanzattiva ha rilevato che: “il 58% dei medici e il 35% dei farmacisti dichiarano che il farmaco innovativo è sempre disponibile e, in caso di indisponibilità, quasi la metà dei medici riferisce che il Centro contatta quello di prossimità per un ‘invio protetto’ ed informa la persona sui centri alternativi presso cui rivolgersi. Secondo il 31% dei farmacisti, il Centro provvede a richiedere l’invio del farmaco alla farmacia della struttura che ne è sprovvista ed informa la persona dell’impossibilità di erogare il farmaco; inoltre nel 23% dei casi si contatta la persona per rinviare l’appuntamento/visita”.