Disturbi mentali, una campagna di sensibilizzazione

“Insieme per la Salute Mentale”: questo il titolo della seconda campagna nazionale di sensibilizzazione sui disturbi mentali, lanciata per abbattere i pregiudizi generati dalla non conoscenza. La sfida è proprio questa: “rompere il pregiudizio”, rappresentato metaforicamente da bolle di sapone, che sono state scelte quest’anno come simbolo dell’iniziativa e per catturare l’attenzione sui social, tutti coinvolti (LinkedIn, Twitter, Instagram, Facebook e Tik Tok). Come bolle di sapone, infatti, i pregiudizi vengono generati con facilità, sono poco visibili e inconsistenti, perché basati sulla non conoscenza dei disturbi mentali. Una corretta informazione su queste patologie serve per far sì che chi soffre di un disturbo mentale e i suoi cari siano pienamente integrati in tutti gli aspetti della vita.

«Il farmacista è una figura chiave nell’intercettazione di pazienti con potenziali disagi mentali e disturbi psico-emotivi e nell’eventuale avvio al corretto specialista, a fianco di Medici di Medicina Generale e di esperti dedicati – ha dichiarato Eugenio Aguglia, presidente della Società italiana di psicopatologia, in occasione della presentazione della campagna, che è partita il 7 settembre e che culminerà il prossimo 10 Ottobre, in occasione della Giornata Mondiale della Salute Mentale. L’obiettivo è quello di mettere al centro le persone che vivono con questi disturbi, evitando che siano vittime di isolamento e pregiudizi. Accendere i riflettori sul problema può contribuire ad abolire lo stigma che ancora oggi, infatti, circonda le patologie mentali.

Anche i farmacisti possono contribuire attivamente al successo dell’iniziativa rilanciando dai propri siti e account i link e gli hashtag collegati, per raggiungere il maggior numero di persone possibile.

salute mentale

Il ruolo chiave del farmacista

Tra gli obiettivi principali della campagna di sensibilizzazione vi è quello di ridurre il tempo che i pazienti o le loro famiglie impiegano per rendersi conto che è necessario cercare un aiuto specialistico. Si vuole inoltre far capire che una soluzione è possibile. In molti casi le terapie sono in grado di risolvere completamente il problema. È necessario favorire l’integrazione, il rispetto e l’inclusione sociale delle persone che soffrono di disturbi mentali, dai più leggeri a quelli che hanno impatto più dirompente sulla vita delle persone.

Anche a questo proposito il farmacista ha un ruolo cruciale perché può evitare che si perda tempo prezioso con interventi di dubbia efficacia e può stimolare la ricerca di un consulto professionale specialistico, l’unico in grado di consentire una diagnosi corretta e di proporre un trattamento efficace.

Il farmacista accoglie il paziente a 360° gradi: in prima linea nell’ascolto delle necessità e dei bisogni del paziente, sentinella nel monitorare l’aderenza terapeutica degli assistiti, mentore nell’educare alla corretta assunzione di un farmaco, osservatore nel cogliere manifestazioni e sintomi meritevoli di una diagnosi di un esperto, ovvero reindirizzando la persona allo specialista, può efficacemente contribuire anche alla diagnosi precoce di psicopatologie o suffering mentali fin dai suoi esordi.

Da cui la necessità di offrire ai farmacisti una adeguata (in)formazione su patologie generiche e più specifiche, come i disagi mentali appunto, in crescita sul territorio e in tutte le fasce di popolazione.

Disturbi mentali, una crescita allarmante

«In Italia, ogni anno, 1 persona su 4 soffre o riceve una diagnosi di un disturbo mentale, più o meno grave – aggiunge Massimo Di Giannantonio, presidente della Società italiana di psichiatria  – ma la curva è in costante crescita: 350mila nuovi casi sono stati registrati solo nell’ultimo anno, con prime manifestazioni anche in persone senza pregressi di malattia, variabili da disagi relazionali, effetti traumatici da abusi cresciuti di 5 volte in ambito domestico, disturbi di ansia e di panico che hanno registrato un aumento del 30%, disturbi del sonno, prima fra tutti l’insonnia, con stime del 20% superiori, confermate dal maggior consumo di farmaci ansiolitici e/o ipnotici».

Un prezzo, quello dei disagi mentali, altissimo soprattutto per i giovani (il 10-20% di giovani-adolescenti, bambini compresi, secondo le stime dell’Organizzazione Mondiale della Sanità soffre di un problema di salute mentale) e le donne. «I dati del Ministero della Salute attestano che le donne che hanno avuto accesso ai Dipartimenti di Salute Mentale nel periodo pandemico sono il doppio rispetto agli uomini – ha precisato Francesca Merzagora, presidente di Fondazione Onda – complice la perdita del lavoro, molto superiore nella popolazione femminile, l’aumento di violenze subite in ambito domestico nel corso dei mesi di lockdown, l’aggravio della gestione famigliare. Un dato allarmante che pone di fronte alla necessità di migliorare e implementare il supporto offerto alle donne con problemi di disturbi di salute mentale»

1 COMMENTO

  1. salve concordo pienamente e sono felice di queste iniziative perche’ sono madre di un ragazzo che soffre da 25 anni di DOC e sono farmacista e per tal motivo ritengo utile l’aiuto a chi problemi come il mio.Auguro
    buon lavoro

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