Farmaci di automedicazione considerati il rimedio più efficace da oltre 5 italiani su 10

A partire dalla fine di novembre in poi ogni momento è buono per preparare termometri e fazzoletti… è infatti in arrivo la prossima stagione influenzale che vede gli Italiani dividersi in tre categorie di approccio all’influenza: i “razionali”, gli “ansiosi” e i “tranquilli”. È quanto emerge da una indagine condotta su un campione di italiani tra i 18 e i 64 anni commissionata da Assosalute (Associazione nazionale farmaci di automedicazione).
“Razionali” possono essere considerati quasi 4 italiani su 7 che per curare l’influenza si affidano principalmente ai farmaci da banco (54%) ma anche ai vecchi rimedi della nonna (39%) o cercano di riguardarsi di più restando in casa. Per questa categoria, il medico (49%) e il farmacista (31%) sono i principali referenti per ottenere informazioni utili in caso di influenza. Gli “ansiosi” invece rappresentano quasi il 17% del campione, sono in maggioranza donne tra i 35 e i 44 anni che pur di non fermarsi di fronte all’influenza, cercano soluzioni su internet o ricorrono addirittura agli antibiotici (35%) senza consultarsi con il medico. Non mettono in atto nessuna strategia e aspettano che il malessere passi da solo, infine, oltre 4 italiani su 10, i “tranquilli”, soprattutto uomini tra i 45 e 54 anni che non fanno nulla per curare l’influenza, non hanno particolari preoccupazioni e si affidano al massimo al consiglio di parenti/amici (13%).
“Salvo diversa valutazione del medico che può prescrivere farmaci per i soggetti più a rischio (ad esempio antivirali)”, dichiara Fabrizio Pregliasco, professore e ricercatore del dipartimento di Scienze Biomediche per la Salute dell’Università degli Studi di Milano, “per la stragrande maggioranza dei casi, i farmaci di automedicazione sono il pilastro principale del trattamento delle sindromi influenzali e parainfluenzali. Determinante è mettere in atto una automedicazione responsabile ovvero utilizzare questi farmaci per attenuare i sintomi, seguire l’andamento della malattia e consultare il medico se le cose non migliorano dopo 4-5 giorni. “Occorre comunque ricordare”, prosegue Pregliasco, “che in termini di prevenzione, il vaccino rappresenta comunque una opportunità per tutti e diventa un salvavita per le categorie più fragili”.
Eppure 6 intervistati su 7 dichiarano di non aver mai fatto ricorso al vaccino; per prevenire l’influenza e preparare il fisico ai primi freddi, gli Italiani sono più attenti a comportamenti e stili di vita: il 51% per prima cosa evita di prendere freddo, quasi il 47% si copre con indumenti pesanti quando esce di casa e il 42% si lava spesso le mani. Anche le abitudini alimentari cambiano: frutta e verdura vengono assunte regolarmente dal 45% degli italiani, mentre quasi il 24% degli intervistati integra l’alimentazione con vitamine e beve una spremuta di arancia al giorno (30%). La folla nei luoghi pubblici (35%) e i colleghi di lavoro (19%) risultano essere, sempre secondo l’indagine, i due principali responsabili del contagio.
“Teoricamente ci si potrebbe ammalare tutto l’anno”, spiega Aurelio Sessa, medico di Medicina generale, specialista in Medicina Interna, presidente regionale Simg Lombardia, “ma si tratta di infezioni acute delle vie respiratorie. La vera influenza invece è caratterizzata da un virus che si diffonde durante i mesi freddi e da una triade di sintomi che devono presentarsi contemporaneamente: febbre elevata, sintomi sistemici (dolori muscolari/articolari) e sintomi respiratori (tosse, naso che cola, congestione ecc.).