La farmacia di comunità emerge sempre più come un attore centrale nella ridefinizione dell’assistenza sanitaria italiana. In linea con gli obiettivi della Missione 6 “Salute” del PNRR e con l’urgente necessità di gestire l’incremento delle patologie croniche, la rete farmaceutica nazionale si candida a fornire un contributo determinante, rafforzando l’assistenza di prossimità e alleggerendo la pressione sui servizi ospedalieri.
Questo il messaggio centrale emerso dal convegno “Cronicità e territorio. Nuove strategie di cura”, promosso dal Sindacato unico medicina ambulatoriale italiana e professionalità dell’area sanitaria – Sumai Assoprof, ospitato a Roma lo scorso 23 settembre, cui ha partecipato anche il vicepresidente di Federfarma nazionale, Alfredo Procaccini.
Un concetto molto simile a quello emerso durante la presentazione, a Milano, dei risultati di un’ampia ricerca di settore, prima e unica nel suo genere, realizzata da Confservizi Lombardia.
Una rete capillare a supporto del SSN
L’Italia può contare su una rete di circa 20 mila farmacie, presidi cui accedono quotidianamente oltre 4 milioni di cittadini. Secondo Procaccini, questa capillarità non è solo un vantaggio logistico, ma un vero e proprio strumento strategico per il Servizio Sanitario Nazionale.
«La rete delle farmacie di comunità è parte integrante del SSN e può contribuire al suo rafforzamento implementando e ottimizzando le attività di assistenza di prossimità, a partire dalla dispensazione dei farmaci – ha dichiarato il vicepresidente di Federfarma, per quindi proseguire -. In una visione orientata al rafforzamento delle reti assistenziali territoriali, le farmacie possono avere un importante ruolo sussidiario, in sinergia e a supporto dell’attività del medico e delle altre strutture sanitarie del territorio, partecipando alla presa in carico del paziente, diventando punti di riferimento nella sorveglianza dell’andamento delle cure».
Vantaggi multipli: terapeutici ed economici
L’ampliamento delle funzioni della farmacia non mira solo a migliorare il servizio al cittadino, ma a generare benefici sistemici e di efficienza.
Le malattie croniche rappresentano la sfida più rilevante per la sostenibilità del sistema sanitario, e l’efficacia della medicina del territorio risiede proprio nella sua capacità di garantire accesso immediato e capillare alle cure, mantenendo la continuità terapeutica.
L’integrazione della farmacia nel percorso assistenziale è vista come la chiave per decongestionare i presidi sanitari pubblici, spostando parte dei servizi di primo e secondo livello verso la rete capillare; ottimizzare l’efficacia delle cure dal momento che un monitoraggio più stretto e una corretta dispensazione si traducono in significativi benefici terapeutici per i cittadini; ridurre i costi: la partecipazione attiva nella sorveglianza e nell’assistenza previene sprechi e utilizzi scorretti di medicinali, che sono spesso causa di onerosi ricoveri ospedalieri evitabili.
In un contesto di trasformazione del SSN verso un modello più orientato al territorio – una risposta fondamentale all’invecchiamento della popolazione – l’efficacia di questo sistema dipenderà dalla capacità di integrare risorse, competenze e professionalità diverse, con la farmacia che sfrutta il suo elevato livello di digitalizzazione per facilitare questi processi di innovazione e riorganizzazione.


