La farmacia dei servizi costituisce una grande opportunità per i cittadini e per il sistema sanitario tutto; l’erogazione dei servizi deve tuttavia garantire sia i cittadini che i professionisti. In quest’ottica, nelle scorse settimane, Federfarma Lombardia e l’Ordine dei Biologi della Lombardia, hanno siglato un Protocollo quadro d’intesa fino al 31 dicembre 2026, che segna un accordo tra le parti, ciascuna nell’ambito delle rispettive competenze, con l’obiettivo di offrire in farmacia maggiori servizi e una più ampia consulenza professionale.
I biologi non sono contro i farmacisti
In questo contesto si è inserito l’intervento di Vincenzo D’Anna, Presidente della Federazione Nazionale degli Ordini dei Biologi – FNOB che, nell’aprire la convention dal titolo: “Prestazioni Specialistiche – Tutelare requisiti e competenze professionali per garantire il diritto alla salute” ha sottolineato il valore della professione dei biologi, figure sempre più centrali nella sanità del terzo millennio, per quindi toccare il tema caldo relativo alla farmacia dei servizi. «Voglio sgomberare il campo da ogni dubbio – ha sostenuto D’Anna – non siamo contro i farmacisti, ma al contrario vogliamo essere propositivi».
Il punto chiave che ha visto contrapposte le due professioni è relativo al prelievo di sangue capillare – poct, acronimo di point of care testing, un test che esiste già da tempo, anche nelle strutture ospedaliere. «Non vale per tutti i singoli esami e poi resta necessaria l’assunzione di responsabilità da parte del farmacista che non può firmare il referto, ma solo un attestato di esito» ha sottolineato il Presidente FNOB.
Necessaria una legge che delinei “chi fa cosa”
La differenza tra attestato di esito e referto segna una importante linea di demarcazione di ambiti e competenze. E proprio in quest’ottica, D’Anna ha rivolto un appello al Ministro della Salute Orazio Schillaci, per una legge che delinei chiaramente “chi deve fare cosa”.
L’auspicio di Federfarma
Federfarma, nel prendere atto con favore delle dichiarazioni del Presidente FNOB, ha confermato l’interesse, anche delle farmacie, verso regole chiare per l’erogazione dei servizi che tutelino sia gli utenti che i professionisti, una direzione questa verso la quale va già la nuova convenzione farmaceutica in vigore dallo scorso 6 marzo.
Federfarma auspica inoltre che questa presa di posizione possa mettere fine ad incomprensioni e sterili polemiche che creano incertezza e penalizzano i cittadini, dichiarandosi aperta al confronto – e a fornire il proprio contributo costruttivo – qualora il Ministero della Salute voglia aprire un tavolo di confronto anche alla partecipazione delle Associazioni professionali. L’auspicio è, in ultima istanza, dare vita ad un periodo di proficua collaborazione e sinergia nell’interesse dei cittadini.