Oggi, 8 maggio ricorre la 13esima Giornata Mondiale sul Tumore Ovarico, la displasia femminile più diffusa. Cogliendo l’invito di Loto ODV, associazione da oltre un decennio attiva contro questa patologia, la facciata del Ministero della salute si illuminerà di azzurro tiffany, il colore simbolo della malattia.

Il tumore ovarico è oggi la sfida più grande per la medicina clinica e la ricerca scientifica, a causa dei sintomi iniziali vaghi e aspecifici (addome gonfio, meteorismo, bisogno frequente di urinare) che rendono la diagnosi tardiva. Per World Ovarian Cancer Coalition, il Comitato Organizzatore Internazionale della giornata, ricerca, informazione e diagnosi tempestiva sono le parole d’ordine per combattere la malattia.

Anna Fagotti, direttrice UOC Ginecologia Oncologica Policlinico Universitario A. Gemelli IRCCS, ordinario di Ginecologia e ostetricia all’Università Cattolica, membro del comitato scientifico di Loto Odv e presidente ESGO (European Society of Gynaecological Oncology) ha spiegato come la combinazione tra innovazioni tecnologiche e nuove strategie terapeutiche stia offrendo nuove prospettive di cura. “La chirurgia resta il cardine del trattamento del tumore ovarico, soprattutto nei casi in cui è possibile una citoriduzione ottimale, ovvero la rimozione completa o quasi completa del tumore. In questo ambito sono diverse le innovazioni significative, a partire dalla chirurgia mininvasiva: sempre più centri oncologici utilizzano approcci laparoscopici o robot-assistiti, che riducono i tempi di recupero e il rischio di complicanze, pur mantenendo un’elevata precisione nell’asportazione delle masse tumorali. Sono sempre più diffuse le tecniche di fluorescenza intraoperatoria, nuovi coloranti e tecnologie ottiche permettono di identificare con maggiore precisione i tessuti maligni durante l’intervento. Infine, oggi possiamo parlare di chirurgia personalizzata: grazie a una migliore comprensione del profilo genetico del tumore (BRCA1/2, HRD, ecc.), è possibile adattare il trattamento chirurgico e post-operatorio alle caratteristiche individuali della paziente”.

Anna Fagiotti, ha poi parlato della rivoluzione che i sistemi di IA stanno compiendo in ambito oncologico: “Alcune applicazioni chiave dell’IA in oncologia includono la diagnosi precoce e imaging: sistemi di IA analizzano immagini radiologiche e dati clinici per individuare anomalie sospette con sensibilità superiore ai metodi tradizionali; la predizione della risposta ai trattamenti: algoritmi di machine learning possono identificare i sottotipi tumorali più sensibili a determinati farmaci, contribuendo a una terapia più mirata e meno tossica; il supporto alla decisione clinica: le piattaforme digitali integrate assistono i team oncologici nella pianificazione del trattamento, basandosi su big data e studi clinici in tempo reale”.

Scegliere la struttura adatta in cui sottoporsi alle cure per questo tumore è fondamentale, nonostante ciò, sono molte le pazienti che orientano la propria decisione sulla base della vicinanza, a tal proposito Sandra Balboni, presidente Loto Odv ha spiegato: “La malattia andrebbe affrontata solo da medici specialisti in centri di riferimento da gruppi multidisciplinari di patologia composti da ginecologi, oncologi medici, radioterapisti, anatomo-patologi ed esperti di terapie di supporto. Questo non sempre avviene in Italia e perciò raccomandiamo a pazienti e caregiver di rivolgersi solo a centri ad alto volume di interventi (cioè che trattano molti casi l’anno) dove, non a caso, si registrano i tassi di sopravvivenza migliori”.

Sono numerosi gli appuntamenti scientifici pensati per approfondire il tema, tra cui:

  • 8 maggio: Spring break 2025 – Keep blooming
  • 9 e 10 maggio: edizione 2025 del convegno sul tumore ovarico, presso l’Hotel Royal Carlton di Bologna
  • 9 maggio: convegno sull’HPV del Dottor Amadori a Casalecchio di Reno (BO)
  • 9 maggio: congresso sul tumore ovarico del Dottor Mandato (Ostetricia e Ginecologia Oncologica Azienda USL IRCSS di Reggio Emilia)

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