I preziosi alleati dell’igiene orale: i dentifrici

008615Sono formulazioni in pasta, crema o gel che completano l’azione pulente dello spazzolino, lasciando una sensazione di alito fresco.
Ve ne sono vari tipi secondo le specifiche esigenze. I principali sono:
• dentifrici anticarie a base di fluoruro sodico, amminico e stannoso. Favoriscono la riparazione delle microlesioni dello smalto e la remineralizzazione dei denti, rendendone la superficie più dura e resistente allo sfaldamento da parte degli acidi prodotti dai batteri della placca (azione preventiva della carie). Svolgono anche un effetto desensibilizzante i colletti dentali e una proprietà antimicrobica;
• dentifrici per ridurre l’ipersensibilità dentinale contenenti sali d’idrossiapatite, cloruro di stronzio, nitrati di potassio o zinco citrato, che occludono i tubuli dentinali esposti, bloccando l’impulso nervoso responsabile della spiccata sensibilità a caldo, freddo, dolci e acidi. Quando il problema dell’ipersensibilità è molto sentito, si possono impiegare i gel ad alta concentrazione di fluoruri che facilitando la remineralizzazione, riducono la sintomatologia dolorosa. Essi sono da spalmare sui denti una volta alla settimana per circa due minuti senza risciacquare;
• dentifrici per gengive sensibili che includono sostanze come delmopinolo, il quale agisce riducendo l’adesione batterica alla superficie dentale; esetidina che è un agente anestetico locale, astringente e antiplacca; provitamina B5, troxerutina e allantoina che favoriscono la cicatrizzazione e riepitelizzazione delle gengive infiammate;
• dentifrici antiplacca a base di molecole ad azione antibatterica come fluoruro amminico e stannoso, iodio, sali di zinco, stagno e alluminio e alcuni enzimi quali amiloglucossidasi, glucosiossidasi e lattoreossidasi. I dentifrici salini, anch’essi contro la placca, comprendono cloruro di sodio che svolge un’azione stimolante la secrezione di saliva, nella quale vi sono sostanze antibatteriche e tamponanti;
• dentifrici antisettici con principi attivi come clorexidina, triclosan, sanguinaria canadensis, tibenzenio idouro e alcuni sali di ammonio quaternari, aventi proprietà disinfettante e preventiva di problemi gengivali. Essendo non privi di effetti collaterali devono essere usati per brevi periodi;
• dentifrici antitartaro contenenti pirofosfati, che inibiscono la precipitazione di cristalli di fosfato di calcio responsabili della calcificazione della placca e successiva formazione di tartaro;
• dentifrici sbiancanti che racchiudono sostanze abrasive la cui azione è limitata allo sfregamento di macchie esterne allo smalto (di fumo, caffè, tè, vino rosso, ecc.) o principi attivi ossidanti come perossido d’idrogeno o di carbamide e tripolifosfato di sodio, che agiscono chimicamente sulle macchie dentali. Essi, infatti, liberano molecole di ossigeno che penetrando nello smalto dentale, scompongono i pigmenti responsabili dell’ingiallimento dei denti. Tuttavia un consumo incontrollato e per lunghi periodi di questo genere di dentifrici può essere dannoso per lo smalto perché possono graffiarlo, aumentando il rischio di carie o irritare le terminazioni nervose provocando ipersensibilità dentale. Inoltre agendo solo sui denti naturali e vitali, non sono in grado di schiarire quelli artificiali o devitalizzati.

Silvia Sparvoli – Tema farmacia, 2015 n.3 – Non solo farmaci