Per il secondo anno Cosmofarma Exhibition, manifestazione italiana di riferimento per l’health & beauty care e servizi per la farmacia, insieme a Exposanità, salone internazionale al servizio di sanità e assistenza e Health Ability Experience, inedito evento rivolto al cittadino che vuole vivere meglio più a lungo, ha voluto riproporre un momento di approfondimento che si pone come occasione di confronto tra esperti e rappresentanti delle diverse professioni sanitarie sulle sfide della sanità digitale, quest’anno con un particolare focus sulla salute di genere e la personalizzazione delle cure.
L’evento, dal titolo “Mi Curo Digitale. Il linguaggio della salute di genere per l’AI”, ha messo al centro del dibattito un nuovo paradigma di sanità, che conservi i propri fondamentali basati su competenze e conoscenze umane, integrandoli alle nuove frontiere offerte dall’intelligenza artificiale, con l’obiettivo di creare un sistema che possa garantire a tutti la stessa qualità di prevenzione, cure e assistenza, ma con un approccio sempre più inclusivo e gender oriented.
Un percorso già tracciato
La salute oggi pone infatti l’individuo al centro promuovendo la personalizzazione delle cure; un obiettivo che può essere raggiunto con il riconoscimento delle differenze di genere che hanno un’incidenza su diagnosi, trattamento e prevenzione. L’evento ha messo in luce il fatto che il professionista sanitario continuerà a ricoprire un ruolo centrale, ma potrà essere coadiuvato dagli strumenti digitali e dall’IA.
Il percorso è tracciato, ma c’è comunque ancora molta strada da fare. Le prossime sfide che si profilano sono la corretta ed efficace gestione dei dati, la formazione del personale sanitario all’uso degli strumenti digitali e l’importanza dell’adeguamento delle normative che ne consentano un utilizzo più efficace. In questo modo ospedali, centri di ricerca e farmacie potranno essere al servizio di un approccio alla prevenzione e alla cura sempre più personalizzato e rivolta al genere.
Un confronto indispensabile
«La seconda edizione di Mi Curo Digitale, in occasione della Milano Digital Week, si conferma spazio per mettere al centro i temi della sanità digitale per generare un confronto tra professionisti della salute e fare il punto sull’utilizzo degli strumenti digitali nella prevenzione e nella cura. Quest’anno abbiamo scelto di focalizzarci sulla salute e il benessere di genere e su come l’utilizzo del digitale e dell’AI possano coniugare già in fase di prevenzione l’approccio gender oriented al principio universalistico di accesso alle cure.» ha spiegato Francesca Ferilli, Amministratore Delegato di BOS Srl, società che organizza le tre manifestazioni promotrici di Mi Curo Digitale.
Collaborazione necessaria
Ad aprire i lavori, Annarita Bellarosa, Director PwC Italia, Healthcare Pharma & Life Science: «La salute di genere non è più un’utopia. Oggi disponiamo di competenze, conoscenze e tecnologie in grado di accelerarne l’attuazione. La collaborazione tra i diversi attori dell’ecosistema della salute, l’uso responsabile delle nuove tecnologie e il coinvolgimento di innovation center of excellence, come quello di PwC a Trento, permetteranno di dare concretezza a una salute realmente personalizzata ed equa. I grandi progetti si realizzano con i piccoli passi. Per questo è importante focalizzarsi su casi d’uso che gradualmente possano generare la trasformazione in modo sostenibile».
Il ruolo di sanità e farmacia
L’evento si è articolato in tre sessioni. Nel corso della prima si è approfondito il ruolo delle professioni sanitarie e su come sanità e farmacia affrontano il tema della salute di genere e la personalizzazione delle cure.
Un progetto sulla fibrillazione atriale
La sessione è stata aperta dalla presentazione di un progetto che mette in pratica il concetto di salute di genere in fase predittiva e ha poi generato un confronto tra le diverse professioni sanitarie presenti. Maurizio Sanarico, data scientist per la medicina le scienze della vita, la clinica ha illustrato il progetto CANFib – Un modello di Intelligenza Artificiale Clinica per predire il Rischio di Fibrillazione Atriale nelle donne, un progetto di Fondazione Per il Tuo Cuore – Hcf – Anmco – American Heart Association.
«La fibrillazione atriale è una delle più comuni aritmie cardiache, con particolare incidenza nella popolazione femminile, da una certa età in poi, che può degenerare in ischemia cerebrale. Il progetto CANFib si pone i seguenti obiettivi: monitorare un numero congruo di donne con episodi precedenti di fibrillazione atriale, di utilizzare un sistema che mediante sensori monitori l’attività, concepire e sviluppare un modello di intelligenza artificiale capace di predire eventi di fibrillazione atriale prima della loro occorrenza e, in ultima analisi, evitare eventi quali l’ictus tramite la somministrazione di scoagulanti di ultima generazione».
Le professioni sanitarie sono pronte?
La parola è poi passata alle rappresentanti delle professioni sanitarie che devono usare questi strumenti. In rappresentanza della Federazione Nazionale degli Ordini dei tecnici sanitari radiologia medica e professioni sanitarie tecniche della riabilitazione e della prevenzione è intervenuta Katia Razzini, la quale ha affermato che «la sanità digitale ci consente di avere un approccio più personalizzato grazie a trattamenti sempre più precisi.
Gli strumenti digitali sono stati fondamentali per non perdere il contatto con il paziente nel periodo pandemico e da quel momento in poi sono stati una presenza costante nel nostro lavoro. Ora l’AI lo è in modo sempre più pervasivo anche nel nostro settore e può essere inoltre un importante alleato della medicina di genere: elaborare enormi quantità di dati ci consente di fare valutazioni importanti che ci possono condurre a personalizzare sempre di più le cure.
Di recente abbiamo condotto una survey su medicina e equità di genere, per sondare quanto sia pronto il mondo delle professioni sanitarie a interagire con l’AI. I risultati ci hanno restituito un grande interesse ad affrontare la sfida, ma il mondo accademico deve stare al passo, ed è necessario lavorare sulla comunicazione verso il paziente per rassicurarlo che la diagnosi viene fatta da un professionista e gli strumenti digitali sono a supporto, inoltre anche la normativa deve chiarire le modalità per l’utilizzo dati. Vogliamo accettare la sfida ma dobbiamo essere pronti a farlo nel modo migliore».
Il punto di vista dei medici
Maria Teresa Zocchi, Mmg e consigliera OMCeO Milano, ha poi portato il punto di vista dei medici di medicina generale: «La medicina di base ha ormai fatto propri i principi della medicina di genere, applicandoli nel quotidiano rapporto con gli assistiti. Mancano però ai medici di base gli strumenti concreti e le competenze che occorrono per utilizzarli, per avvantaggiarsi delle soluzioni che le nuove tecnologie possono garantire. Solo superando questo gap, si potrà andare verso percorsi di prevenzione e cura che davvero vengano migliorati dal supporto dell’ICT, anche a beneficio della medicina di genere».
La farmacia di prevenzione
La sessione è stata conclusa dall’intervento di Annarosa Racca, presidente Federfarma Lombardia. «La Lombardia è stata la prima Regione in Italia a dotarsi di linee guida comuni sulla farmacia dei servizi, così da organizzare e proporre attività in grado di rispondere al meglio ai bisogni dei cittadini in termini di prevenzione, cura e assistenza.
Nei presidi farmaceutici lombardi è, infatti, possibile, effettuare analisi di prima istanza, ma anche servizi di secondo livello, come la telemedicina. Per quanto riguarda le terapie personalizzate, vorrei ricordare il servizio di ricognizione della terapia farmacologica, a breve attivo nella nostra Regione: l’attività del farmacista ha l’obiettivo di delineare la condizione di salute dell’assistito per favorire il medico nella sua attività prescrittiva, prevenendo eventi rischiosi in situazioni di politerapia».
Salute di genere: a che punto siamo?
Nella seconda sessione dell’evento è stata data voce a esperienze nel mondo della ricerca anche grazie alla collaborazione con la realtà di Clust- ER Health Salute e Benessere, associazione e attore di raccordo sul territorio emiliano romagnolo, nell’indirizzo e nella promozione di attività di innovazione.
Come ha chiarito Clèmence Foltz, «le disparità di genere nella ricerca biomedica, in particolare nello sviluppo di biomateriali, spesso si traducono in trattamenti medici che non rispondono adeguatamente alle esigenze delle donne. Questi squilibri possono influenzare in modo significativo i risultati della ricerca e le applicazioni cliniche, rendendo i trattamenti meno efficaci per un sesso. Per combattere questo fenomeno, si stanno sviluppando strumenti innovativi come il database e il marketplace dei biomateriali BIOMATDB, per promuovere l’uguaglianza di genere e la diversità nella ricerca, favorendo soluzioni sanitarie più inclusive ed efficaci grazie all’inserimento di parametri legati al genere nella loro progettazione».
«L’utilizzo di tecnologie digitali come l’app hAPPyMamma permette di raccogliere e valorizzare le esperienze delle donne, dando loro voce e un ruolo attivo nelle decisioni relative alla propria salute – ha aggiunto Rossella Tomaiuolo, MD, PhD Università Vita-Salute San Raffaele – L’integrazione con l’Intelligenza Artificiale non solo personalizza il percorso di cura, ma ridefinisce il linguaggio della salute di genere, promuovendo un accesso più equo e inclusivo all’informazione sanitaria».
Applicazioni e case histories a confronto
La terza sessione ha messo a confronto alcune esperienze messe a punto da realtà aziendali di eccellenza o start up per rispondere in modo sempre più puntuale alle esigenze del mercato.
Marco Grespigna, CEO Think Fwd Group, investitore in Pmi e Startup, advisor per imprenditori ed executives, ha presentato una soluzione di assistente virtuale che mette al centro la formazione e rappresenta un valido supporto al servizio del professionista sanitario su come approcciarsi a problemi di salute, ma anche per aggiornamenti sulla compliances alle policy aziendali.
«Da una pluridecennale esperienza maturata nel settore farmaceutico e l’approfondimento intenso del “mondo AI” grazie alla mia collaborazione continuativa, degli ultimi 5 anni, con società di successo del settore, è nato uno strumento di supporto alla formazione personalizzata che potrebbe dare un contributo eccezionale al percorso “da formazione a conoscenza” di qualsiasi discente in qualsiasi area di competenza».
Infine un’anticipazione su Cosmofarma 2025 con l’iniziativa dell’Hackathon che porterà in fiera, dall’11 al 13 aprile, sviluppatori di software ed AI, programmatori, grafici, designers con l’obiettivo di realizzare soluzioni concrete a problemi gestionali ed operativi dei farmacisti, un vero e proprio laboratorio che troverà spazio in fiera per dare risposte “live” ai problemi più sentiti in farmacia.
Alberto Pravettoni, General Manager CGM Telemedicine ha raccontato che «le malattie cardiovascolari rappresentano una delle principali cause di morte nella popolazione, con un’insorgenza che varia significativamente tra uomini e donne. Purtroppo, le donne sono spesso sottodiagnosticate con un preoccupante incremento delle patologie cardiache tra le giovani negli ultimi anni.
La telemedicina, in particolare la telecardiologia offerta nelle farmacie, rappresenta una soluzione innovativa per colmare questi gap diagnostici. Integrando i software gestionali delle farmacie con i sistemi di telemedicina, possiamo identificare e coinvolgere target specifici, migliorando la prevenzione, la diagnosi e la gestione delle malattie cardiovascolari. Le farmacie, come punti di prossimità accessibili, giocano un ruolo cruciale in questa decentralizzazione dei servizi sanitari, garantendo un accesso alle cure più equo e tempestivo per tutti».
Infine, è intervenuto Adriano Fusco, Digital Healthcare Department Director di Antares Vision Group. «Le disparità di genere nella salute sono amplificate dalle differenze nella risposta ai trattamenti, e quindi dall’aderenza terapeutica. L’adozione di soluzioni digitali e dell’intelligenza artificiale offre nuove opportunità per monitorare la situazione individuale di ciascuno e rispondervi secondo le esigenze specifiche, contribuendo così a ridurre le disuguaglianze e a migliorare l’efficacia delle cure.
Siamo orgogliosi di partecipare a “Mi Curo Digitale” per illustrare come le tecnologie digitali e l’intelligenza artificiale costituiscano un’opportunità irrinunciabile per migliorare la gestione delle terapie, a partire da un migliore monitoraggio dell’aderenza creando così un sistema di cura di genere più equo e personalizzato».
Ha moderato la conferenza Dorotea Rosso, giornalista professionista, direttore di Radio Salute e Radio Wellness.