«La crisi sanitaria del Covid ha fatto emergere tutto il potenziale logistico delle farmacie. Da allora non è più stato possibile trascurare o tergiversare sulla necessità di una loro maggiore integrazione nel sistema sanitario territoriale, peraltro da riformare sostanzialmente», questo il commento a caldo del presidente di Assofarm Luca Pieri alla presentazione del Rapporto “La nuova farmacia pilastro del SSN. Prospettive ed opportunità”, realizzato dal Censis con il supporto di Federfarma su un campione di più di mille adulti dai diciotto anni in su.
«I dati confermano l’urgenza di investire nella farmacia come fulcro della sanità territoriale – ha aggiunto Luca Pieri – Non si tratta solo di una percezione, ma di una realtà che si concretizza in casi di successo quotidiani. Penso alla Farmacia Comunale di Montefiore dell’Aso, un piccolo comune di 1.930 abitanti in provincia di Ascoli Piceno, che durante la pandemia ha inoculato ben 1.127 vaccini Covid. Questo è un piccolo grande esempio di come la farmacia, anche nei contesti più difficili, sia in grado di fare la differenza per la salute e il benessere della comunità e per la sostenibilità sociale ed ambientale».

Da sempre punto di riferimento sanitario essenziale per i cittadini, le farmacie durante la pandemia hanno mostrato infatti capacità di azione e innovazione, costituendo un presidio sanitario strategico sul territorio, in grado di fornire servizi sanitari essenziali per la diagnosi del Covid-19 e la sua prevenzione. Erano già da tempo andate ben oltre la dispensazione del farmaco, ma un’importante estensione delle attività e delle prestazioni disponibili, come i test e le vaccinazioni, è legata ai provvedimenti decisi proprio a seguito della pandemia.
Molte delle attività connesse al nuovo ruolo sono oggetto della Sperimentazione della Farmacia dei Servizi in atto nelle regioni.
Sono almeno tre gli elementi significativi emersi dalla ricerca:
- un’altissima fiducia goduta tra i cittadini
- il riconoscimento della capillarità
- la caratteristica facilità di accesso.
Il dato sulla frequenza di utilizzo conferma la fondamentale funzione di presidio di riferimento nel campo della salute attribuito alla farmacia: la metà degli italiani (50,1%) vi si reca una volta al mese e il 41,8% degli over 64 una volta a settimana, così come il 50,6% di coloro che hanno uno stato di salute insoddisfacente.
I numeri mettono in luce anche la tendenza alla fidelizzazione nei confronti di un’unica farmacia, con il 60,0% che afferma di averne una di fiducia a cui si rivolge sempre, indipendentemente da una specificità di offerta nei servizi o nei prezzi.
Più di un semplice presidio sul territorio
Prevale la concezione della farmacia come presidio di assistenza sanitaria sul territorio, convenzionato con il SSN e che fa parte del servizio pubblico (53,6%). L’ampio riconoscimento della rilevanza del contributo fornito dalle farmacie durante la pandemia per l’attività di screening con l’effettuazione dei tamponi (55,8%) è confermata pure dai più giovani (61,3%) che, grazie a tali prestazioni, stanno acquisendo una maggiore familiarità con la farmacia, apprezzandone il ruolo di presidio pubblico.

D’altra parte, il 46,4%, una porzione minoritaria ma non irrilevante, considera la farmacia un luogo di dispensazione di farmaci e altri prodotti per il benessere, una realtà consolidata capace di rispondere al crescente interesse degli italiani per una nuova dimensione della salute.
La frequentazione della farmacia si allarga non solo tra i più giovani, bensì perfino tra chi si dichiara in buona salute, segno che è ormai percepita come punto di riferimento da tutti, non solo per le patologie ed i piccoli disturbi, ma anche per la promozione della salute e del benessere.
Piena considerazione per il ruolo sociale della farmacia
L’idea che le farmacie operino per la tutela dei cittadini appare prevalente ed un’enfasi peculiare è posta proprio sulla possibilità di garantire assistenza e supporto alla parte più fragile della popolazione.
Il servizio offerto in tal senso è ritenuto utile ed irrinunciabile dal 92,6% degli intervistati e il 92,2% riconosce il sostegno importante per anziani e malati cronici. Un elemento evidenziato è quello della prossimità, che ne fa una colonna portante per la salute disponibile e facilmente accessibile: c’è sempre una farmacia vicina e aperta (90%). Per queste ragioni, la quasi totalità degli intervistati (95,2%) ne valuta positivamente il ruolo attuale.
Le aspettative di nuovi servizi
Gli intervistati vorrebbero che nella propria farmacia di riferimento fosse resa fruibile una grande varietà di servizi: dal recapito a domicilio dei farmaci per persone fragili (82,7%), alla distribuzione dei medicinali e dei presidi per conto della Asl (76,4%), dalla disponibilità di test per la misurazione di colesterolo, glicemia, ecc. (73,3%) ad uno sportello per la prenotazione di visite ed esami (72,3%).
Non appaiono particolarmente informati sulla Sperimentazione della Farmacia dei Servizi, in atto in diverse regioni (solo il 31,1% ne è a conoscenza), ma quasi due terzi (68,9%) degli intervistati segnalano, come già presente nella farmacia abituale, almeno una prestazione prevista nella Sperimentazione.

E se non molti dichiarano di averne usufruito, sono decisamente più alte, invece, le percentuali di chi vorrebbe poter disporre di questa nuova gamma di servizi: in primis screening di prevenzione dell’ipertensione o del diabete (82,1%), dispensazione dei farmaci e dei dispositivi medici ai pazienti in assistenza domiciliare, residenziale e semiresidenziale (81,7%); possibilità di effettuare la scelta del medico di medicina generale e del pediatra di libera scelta (79,6%), presenza di infermieri per medicazioni e/o altre attività (77,5%) e somministrazione ai maggiori di 12 anni di altri vaccini (non più solo quelli contro il Covid e l’antinfluenzale) (62,2%).
Si attesta al 92,5% la quota di chi si manifesta molto e abbastanza favorevole all’ampliamento delle prestazioni in farmacia e, nella valutazione dei vantaggi, appare di gran lunga prevalente quello del potenziamento dell’accessibilità dei servizi sanitari previsti, garantita dalla capillare distribuzione sul territorio e dalla costante presenza di una farmacia di turno (49,5%).
La criticità più segnalata è relativa ad un aspetto concreto, ossia al fatto che non tutte le farmacie sono attrezzate o si possono attrezzare per garantire queste prestazioni (39,4%), mettendo tra l’altro in luce il rischio del mantenimento di significative differenziazioni territoriali nell’accesso ai servizi da parte del cittadino.
Un’evoluzione continua
La farmacia è sempre più vista come un attore cruciale nel sistema di welfare, preziosa nell’intercettare i bisogni emergenti e nel contribuire alla riduzione delle disuguaglianze in salute.
«Favorevoli nella stragrande maggioranza alla presenza di nuovi servizi, il 76,1% degli intervistati vede positivamente anche un ampliamento del ruolo della farmacia, chiamata a diventare un presidio importante della medicina territoriale, soprattutto grazie alle sue caratteristiche peculiari di accessibilità e prossimità – ha affermato Ketty Vaccaro, Responsabile Ricerca Biomedica e Salute del Censis – Qualcuno teme però che non tutte siano in grado di farlo, con il rischio di mantenere le profonde differenze di offerta sul territorio. Si tratta di una sfida importante per la farmacia, proprio per continuare a garantire la funzione di presidio pubblico per la salute che i cittadini gli riconoscono ma anche di punto di riferimento per il perseguimento del benessere complessivo, in linea con la nuova concezione della salute degli italiani».
 
             
		