Come stanno gli Italiani? La risposta potrebbe essere ambivalente se ci si basa su quanto emerso dal Rapporto BES 2024, redatto annualmente da Istat, che profila e misura il benessere equo e sostenibile del paese e della popolazione.
Se da un lato, infatti, si potrebbe dire “sicuramente meglio”, tendendo come parametro di valutazione la sopravvivenza e l’allungamento della vita, sensibilmente aumentati rispetto al passato, dall’altro in termini di salute e di anni vissuti il “quadro clinico” non è affatto roseo e spinge a dichiarare che gli italiani nella globalità “stanno così così” poiché in longevità la salute generale non è così ottimale.
Incide sicuramente la disattenzione a mantenere stili di vita corretti nell’arco degli anni che fanno risentire le conseguenze soprattutto nella terza e quarta età con differenze di genere e territoriali. Crescono, nello specifico, l’abitudine al fumo, il consumo di alcool, soprattutto fra le donne, l’inattivitàfisica sebbene un po’ meno marcata che espone a obesità e ad altre patologie correlate, si impoverisce la qualità della dieta, con minori consumi di frutta e verdura. Peggiora anche la salute mentale e psicoemotiva, a danno dei giovani in misura maggiore. Tutti fattori di rischio dunque per la buona salute.
Sopravvivenza e aspettative di vita in aumento
Alla base c’è un paradosso: si vive generalmente oltre gli 84 anni, con una media di 85,5 anni per le donne e 81,4 per gli uomini, con valori stabili rispetto al 2023 e un balzo in avanti rispetto agli 82,6 anni di solo un decennio fatto (2014), ma dall’altro la salute vivacchia, con anni di qualità calati a poco al di sopra dei 58 anni, registrando un -1 anni rispetto al 2023, il valore più basso dell’ultimo quinquennio.
Dati che impattano sull’intera popolazione, ma a farne le spese maggiori sono soprattutto le donne, che trascorrono in media 56,6 anni in buona salute rispetto ai quai 60 anni degli uomini. Su questo fronte si posizionano anche i giovani, in cui si osserva soprattutto un peggioramento della salute mentale, calata dal 73,4 del 2016 al 71,8 del 2024, con evidenze maggiori fra le ragazze che registrano –2,3 punti rispetto ai coetanei maschi.
Similmente, in età adulta sono ancora le donne ad essere più esposte a disturbi psichici, infatti se l’indice di salute mentale è generalmente sceso a 68,7, le donne manifestano disagi già intorno ai 66,5 anni in confronto ai 71 anni circa degli uomini.
Ciò impatta sulla percezione dello stato di salute individuale, calato di 1,3 punti in un solo anno, con aspettative di vita a 65 anni e in buona salute, quindi senza condizionamenti e in autonomia, in calo in una prospettiva decennale, con attese a 10,4 anni rispetto ai 10,6 del 2023, ma migliorati rispetto ai 9,6 nel 2014. Un altro dato paradosso: se da un lato gli uomini possono attendersi circa 19,8 anni di vita residua, il 54% dei quali senza limitazioni, le donne mostrano una superiorità di anni, pari a 22,6 anni, di cui tuttavia meno della metà vissuti in autonomia funzionale.
Riduzione degli indici di mortalità
La conseguenza diretta, anche in relazione alla migliore gestione e opportunità terapeutiche delle diverse condizioni cliniche e della cronicità, è la diminuzione della mortalità evitabile tra 0–74 anni che si assesta a 17,6 decessi ogni 10mila residenti nel 2022, rispetto ai 19,2 del 2021 e ai 18,2 del 2014. Si osserva tuttavia un’ampia forchetta fra i generi con 23,2 decessi per 10mila tra gli uomini e 12,5 tra le donne, sebbene il divario si sia ridotto di 2,3 punti nell’ultimo decennio.
Andando nel dettaglio: riguardo alla mortalità infantile, questa registra 2,5 decessi per mille nati vivi, in lieve peggioramento rispetto al 2021 (2,6), più probabile tra i maschi, pari a 2,7 episodi, in rapporto ai 2,3 decessi rispetto alle femmine ma stabili per questa fascia di popolazione. Migliorano le morti oncologiche, scese tra i 20 e 64 anni a 7,6 decessi per 10mila residenti, di cui 8,0 per gli uomini e 7,1 per le donne, in confronto ai 9,5 del 2012.
Fa eccezione la mortalità per demenze e malattie del sistema nervoso che registrano un trend in crescita tra gli over 64, passata da 29,9 per 10mila del 2012 ai 35,3 nel 2022, con valori simili per entrambi i sessi. Mentre si assesta su dati stabili la mortalità per incidenti stradali tra i 15–34enni, pari a 0,6 decessi per 10mila, superiore fra gli uomini (1 decesso) rispetto ai 0,2 fra le donne.
Di fatto, fra gli over 74 poco meno del 49% convive con patologie croniche o gravi limitazioni, con dati stabili rispetto al 2023 ma in miglioramento sul 2014 in cui le percentuali erano di quasi il 52%, in funzione del miglioramento della qualità assistenziale e della gestione delle cronicità.
Peggiorano gli stili di vita
Sedentarietà, fumo e alcool restano i fattori più impattanti sulla salute degli italiani. Circa il 33% della popolazione over14 non pratica attività fisica, sebbene i dati siano migliorati rispetto al 2014 in cui le percentuali di inattivi erano superiori al 40%, con evidenze più sensibili tra gli over 55 in cui si è osservato un calo di 10 punti.
Sovrappeso e obesità restano aspetti critici: il 45% degli italiani è in eccesso di peso, correlabile soprattutto a un aumento dell’obesità che ha raggiunto tassi dell’11,3% rispetto ai 10,0% del 2014, a carico soprattutto degli uomini, pari al 54,3%, contro il 36,4% delle donne. Sono in crescita i consumi di fumo e alcool, rispettivamente aumentati al 20,5%, con percentuali superiori rispetto al 2019 (18,7%) e al 2023 (19,9%) e una prevalenza superiore fra gli uomini (23,8%) in rapporto alle donne (17,4%) ma con una riduzione del divario 6,4 punti (9,1 nel 2014) in funzione dell’aumento dell’abitudine proprio fra la popolazione femminile e al 16% per il fumo.
Quest’ultimo rispetto è lievemente salito rispetto al 15,9% del 2014. Specularmente gli indici dei consumi sono più alti tra gli uomini (22,5%) in confronto alle donne (9,7%), con una forchetta che si è ridotta in dieci anni, passando agli attuali 12,8 punti rispetto ai precedenti 15,1 punti. Non va meglio per la dieta in cui si osserva un calo dei consumi di frutta e verdura e di alimenti sani: sebbene il dato sembri stabile con una percentuale di solo 16,2% di italiani che scelgono la tavola salutare rispetto ai 16,5% del 2013, si è assistito a un sensibile calo paragonata al 20% dei consumatori di alimenti vegetali nel triennio 2016–2018. Le più virtuose restano le donne (18,3%) sugli uomini (13,9%), fra le quali tuttavia si registra il calo maggiore dei consumi di vegetali con –4,6 punti contro –2,7 della popolazione maschile.
Le azioni raccomandate. Il rapporto BES sottolinea l’urgenza della messa in campo di strategie orientate soprattutto alla promozione delle la salute mentale, all’educazione e supporto di corretti stili di vita e al contrasto delle disuguaglianze territoriali e di genere con un unico obiettivo: far vivere gli Italiani più a lungo ma soprattutto meglio.


