Tra le motivazioni principali vi sono le restrizioni ai movimenti delle persone. Di contro, hanno subìto una forte accelerazione le vendite online. A tal proposito, il ruolo del farmacista come consulente di salute è l’unica variabile competitiva davvero vincente
Il mercato degli integratori alimentari in Italia muove un fatturato annuale di circa tre miliardi di euro sul canale di vendita farmacia, che corrisponde ancora al 92% del totale farmacia+GDO. Secondo analisi recenti si tratta di un mercato vivo, complessivamente stabile, che segna un incremento dello 0,3% a valore calcolato da gennaio a novembre 2020. Da una recente indagine Doxafarma realizzata sui diversi modelli di farmacia in Italia, segmentati per proattività e diversificazione merceologica, la voce integratori alimentari figura al secondo posto per importanza in tutte le tipologie di farmacia individuate nello studio, subito dopo i farmaci OTC. Dalla farmacia tradizionale a quella specializzata nel consiglio, dalla farmacia di cooperativa strategica a quella che ha aderito al modello drugstore, per tutte gli integratori alimentari rappresentano un segmento rilevante e irrinunciabile.
Un anno tra alti e bassi
Le dinamiche di vendita quest’anno hanno subito sorti più che mai altalenanti, dovute soprattutto a variabili di traffico pesantemente modificate dalle restrizioni ai movimenti delle persone legate ai lockdown che si sono susseguiti a partire da marzo. A spiegarlo è Simone Nucci, direttore commerciale di New Line, società ricerche di mercato. Dai dati raccolti dalle 10.000 farmacie collaboranti, è emerso che all’inizio del primo periodo di chiusura le persone si sono affrettate a fare scorte dei prodotti in uso o che ritenevano utile avere in casa. Subito dopo però c’è stata una flessione a doppia cifra degli acquisti. Gli ingressi in farmacia sono calati nel periodo da marzo a giugno di 30 persone su una media giornaliera di 200. Nei mesi estivi si è verificata una ripresa del mercato per arrivare a mesi di agosto e settembre abbastanza allineati all’anno precedente. In generale, hanno subito una flessione nelle vendite le farmacie grandi, situate vicino a zone di uffici o scuole che sono rimasti vuoti e hanno incrementato gli affari le piccole farmacie di quartiere.
Il ricorso alla rete e come competere
In contemporanea con l’obbligo di rimanere a casa e svolgere qui molte attività lavorative e di studio, la maggior parte della popolazione ha approfondito le proprie conoscenze tecnologiche e ha imparato a fare molte cose tramite la rete. Questo fenomeno ha dato un’accelerazione fortissima all’acquisto online, accorciando di cinque anni il processo progressivo che già era in atto e che i canali online stavano realizzando, aumentando via via le unità vendute e sviluppando i propri fatturati. «L’online è ormai diventato un canale di riferimento» spiega Alessandro Colombo, vicepresidente di Integratori Italia, l’associazione di Confindustria che rappresenta gli interessi del settore degli integratori in Italia. «Per evitare che il ricorso al digitale si consolidi, il ruolo del farmacista come consulente di salute è l’unica variabile competitiva davvero vincente. È la specifica rilevanza professionale che permette di costruire una relazione con il cliente, continuativa e consulenziale, anche prima e dopo l’ingresso in farmacia» aggiunge. La consulenza, infatti, si può ampliare nel tempo e nello spazio, sfruttando le potenzialità dei canali digitali e social. Il farmacista si può porre di nuovo al centro della sanità del territorio con un ruolo imprenditoriale rinnovato e vincente, in un momento storico in cui il cittadino incontra difficoltà a interagire con altri operatori della salute, compreso il proprio medico di medicina generale. «L’integratore alimentare rappresenta lo strumento ideale per costruire una farmacia “di relazione”, lavorando con il consiglio, con il cross selling e con tutto ciò che l’integratore consente al farmacista di realizzare all’interno del proprio punto vendita» conclude Alessandro Colombo.