Il 14 novembre ricorre la Giornata Mondiale del Diabete; con qualche giorno di anticipo, come ormai da tradizione, lItalian Barometer Diabetes Summit – ospitato anche quest’anno in Senato a Roma, presso la sala Zuccari di Palazzo Giustiniani il 28 ottobre – ha rappresentato un’occasione di aggiornamento, confronto e riflessione sul tema tra Istituzioni, esperti e società scientifiche alla luce del crescente peso clinico, economico e sociale di questa patologia silente.

L’Italian Barometer Diabetes Report

Per contestualizzare un fenomeno è importante partire dai dati. Come ogni anno, il Summit ha rappresentato anche l’occasione per la presentazione dei dati dell’Italian Barometer Diabetes Report – quest’anno dedicato, come la giornata, alla memoria di Agostino Consoli, uno dei fondatori di IBDO Foundation – che scatta di volta in volta una fotografia accurata e aggiornata sul fenomeno.

Dall’analisi condotta è emerso che nel 2023 si è assistito ad un’inversione di tendenza rispetto a 20 anni fa, con un sorpasso degli uomini, che registrano ormai una prevalenza maggiore di patologia a partire dai 45 anni di età, ma con un differenziale più evidente nella fascia 65-74 anni, dove si è registrato un gap di circa sette punti percentuali a svantaggio del genere maschile.

Questa evoluzione è motivata da due fattori principali: l’aumento dell’aspettativa di vita cresciuta in misura maggiore per gli uomini e la maggiore diffusione di obesità e sovrappeso tra gli uomini.

Le cause principali: obesità, sedentarietà, diseguaglianze

Il Report evidenzia che l’aumento dei casi non è attribuibile solo all’invecchiamento. L’analisi che standardizza i dati per età ha rilevato un aumento reale del 27% dei casi dall’inizio del secolo.

La scarsa attività fisica e l’eccesso ponderale agiscono come fattori moltiplicatori di rischio: la percentuale di persone sedentarie con diabete si attesta al 12,5%, quasi il doppio rispetto al 7,7% di chi conduce una vita più attiva. Il quadro più critico riguarda coloro che presentano obesità e sedentarietà contemporaneamente, dove la quota di persone con diabete raggiunge il valore massimo del 21,8%.

Aumenta la prevalenza anche tra i giovani

Roberta Crialesi, Dirigente Istat, ha sottolineato come i dati mostrino che «la prevalenza cresce con l’età, soprattutto tra gli uomini, ma il fatto che negli ultimi anni il diabete inizi a manifestarsi già tra i giovani adulti costituisce un campanello d’allarme che richiama all’importanza della prevenzione».

Difatti sono i fattori sociali, territoriali e gli stili di vita che incidono in maniera decisiva sulla diffusione e sulla gestione della patologia. Lo spaccato offerto dal report evidenzia ancora una volta l’incidenza di disuguaglianze educative ed economiche che richiedono interventi mirati e politiche pubbliche inclusive.

La centralità della prevenzione e l’importanza dell’assistenza territoriale

In Italia, il diabete affligge circa 4 milioni di persone, con picchi che superano il 20% tra gli ultra 85enni. La patologia, rappresentata per circa il 90% dal Diabete di Tipo 2, che interessa in particolare la popolazione anziana e che può portare a gravi complicanze che coinvolgono cuore, reni, occhi e vasi sanguigni.

«Per ridurre il rischio di queste complicanze invalidanti, è fondamentale prevenire la malattia attraverso uno stile di vita sano, e garantire una diagnosi e un trattamento tempestivi» ha ricordato Paolo Sbraccia, Presidente di IBDO Foundation.

In tal senso le reti territoriali rappresentano un punto di snodo cruciale, in particolare per le aree interne in cui vivono 13,5 milioni di concittadini, di cui 2 milioni affetti da diabete – senza contare quelli a rischio o i non diagnosticati.

«In un tempo in cui le fragilità e le vulnerabilità sono sempre più acute, il ruolo delle istituzioni non può essere rinviato: diabete e obesità non sono solo un tema di politica sanitaria, ma veri e propri banchi di prova per una maggiore giustizia sociale, una migliore qualità della vita e aspettativa di vita e più sostenibilità dei nostri sistemi e delle nostre reti territoriali. Per questo motivo continueremo a considerare il Report e l’intero operato di IBDO Foundation un filo conduttore per accompagnare l’intera Legislatura, sotto il segno della salute come bene comune, da tutelare e promuovere con responsabilità», ha sottolineato l’On. Roberto Pella, Presidente dell’Intergruppo Parlamentare Obesità e Diabete e malattie croniche non trasmissibili e Vicepresidente di Anci.

«Il nostro auspicio è che i dati e le evidenze presentati in questa nuova edizione possano contribuire a nuovi sviluppi, a nuove alleanze, a un rinnovato impegno collettivo. Solo così potremo costruire un Paese più equo, capace di prendersi cura dei suoi cittadini più fragili e di essere, ancora una volta, apripista in Europa e nel mondo nella lotta al diabete e all’obesità», ha concluso la Senatrice Daniela Sbrollini, Presidente dell’Intergruppo Parlamentare Obesità e Diabete e malattie croniche non trasmissibili, Vicepresidente della 10ª Commissione permanente Affari sociali, sanità, lavoro e previdenza sociale del Senato.

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