L’omeopatia piace alle donne italiane

È quanto emerge da una ricerca commissionata dall’Osservatorio nazionale sulla salute della Donna (Onda) e realizzata da Elma research.
Il campione dell’indagine conoscitiva è stato costituito da 1.000 donne di età compresa tra i 25 e i 54 anni. Dai risultati emerge che il 72 % delle intervistate ha acquistato almeno una volta un medicinale omeopatico, su consiglio di una figura di fiducia sanitaria: il medico (43%) e il farmacista (32%). Rimane una quota del 26% che risponde di essere stata consigliata da un’amica.
Ciò che spinge verso l’utilizzo di farmaci omeopatici è principalmente: la naturalità dei principi (39%) e la tollerabilità per l’organismo (37%). A pari merito con una percentuale del 17%, le donne prendono in considerazione che siano prodotti che si possono somministrare anche ai bambini e che siano terapie efficaci.
In particolare il 37% delle intervistate si dichiara molto soddisfatta dalla prima esperienza al punto da acquistarli nuovamente, il 31% pur dichiarandosi soddisfatta non ha avuto l’occasione di ripetere un acquisto di omeopatici, solo il 4% è rimasta delusa dalla prima esperienza e dichiara di non aver intenzione di ripeterla.
Tra chi ha già effettuato un successivo utilizzo di medicinali omeopatici, il 91% è disponibile a consigliarli a sua volta ad altri, riconoscendo un soddisfacente profilo d’efficacia (56%) e semplicità nel seguire la terapia (39%).
La propensione delle intervistate ad acquistare un farmaco per influenza e malattie da raffreddamento è stata elevata: 3 donne su 4 sono interessate a usare gli omeopatici nella prevenzione, 4 su 5 alla comparsa dei primi sintomi sia per sé sia per i propri familiari.
“Anche i dati che raccogliamo ogni giorno dietro il banco della farmacia”, afferma Manuela Bandi, farmacista titolare a Milano e membro del consiglio direttivo di Federfarma Lombardia, “confermano quanto emerso da questo ampio e accurato studio. Sicuramente sono le donne ad avvicinarsi all’omeopatia e lo fanno tramite un consiglio mirato che normalmente arriva dal farmacista per le patologie più lievi e dal medico per le terapie più complesse e croniche”.
Le persone intervistate hanno evidenziato però la necessità di avere più informazione, infatti per il 37% di esse la mancanza di un foglietto illustrativo è considerata problematica nell’utilizzo del medicinale.