Una crescita lieve, in volumi di vendite passate dall’1,1% del 2001 al 22% del 2022, di poco inferiore al picco massimo di 22,6% raggiunto nel 2021, pari al 14,81% a valori. Parliamo della marcia che hanno registrato i generici equivalenti nelle farmacie aperte al pubblico sul totale del mercato farmaceutico.

È l’ultima analisi, riferita al periodo gennaio-dicembre 2022, emersa dal rapporto “Il mercato italiano dei farmaci generici-equivalenti”, elaborata dal centro studi Egualia, organo di rappresentanza ufficiale dell’industria delle categorie di farmaci citati come anche delle Vam (Value added medicine) in Italia, su dati di proprietà di Iqvia, azienda leader nell’elaborazione e analisi dei dati in ambito healthcare, farmaceutico e sanitario.

Un mercato, quello dei generici equivalenti, che nel suo andamento, da considerarsi positivo, fa osservare qualche criticità, quanto meno una stagnazione, una curva piatta, nel corso degli ultimi anni. Mentre più affrancato e solido, anche in un contesto europeo, si presenta il mercato dei biosimilari i cui consumi crescono rispetto a tutti gli altri farmaci biologici, come attesta la relazione su “Il mercato italiano dei farmaci biosimilari” nell’arco dei dodici mesi 2022.

In termini assoluti

Sono cresciute nel 2022 il numero di confezioni vendute nel canale farmacia, salite a 1,8 mld rispetto a 1,7 del 2021. Splittando il dato, emerge che in termine di volume il 19,5% delle vendite spetta a farmaci di classe A, il 2,2% a terapie di classe C e un esiguo 0,3% a farmaci di automedicazione.

Un valore assoluto che deve fare i conti, tuttavia, con una leggera (in)flessione sull’incidenza percentuale: -0,6% del comparto, riferibile al pushing subito dal segmento branded che, in molti casi, resta la scelta preferenziale del consumatore italiano.

Altro dato rilevante: l’89% delle confezioni di generici-equivalenti vendute è classificato in classe A, totalmente rimborsabili dal Ssn (Servizio sanitario nazionale).

A valori, come si traduce il mercato?

Il giro di affari complessivo in farmacia si aggira attorno ai 10,7 miliardi di euro, di questi 12,1% della spesa è inerente a generici equivalenti in classe A, il 2,4% alla stessa categoria, ma in classe C, e appena per lo 0,1% nell’area dell’automedicazione. Dati percentuali in linea con i volumi di vendita/consumi.

Antiulcera, antipertensivi, anti-diabetici sono le grandi patologie croniche, le più diffuse nella popolazione, a stilare la classifica delle molecole generiche più gettonate in classe A.

In particolare, primo in classifica, il pantoprazolo, che assorbe il 7% a volumi, seguono due molecole di uso consolidato per il trattamento delle patologie cardiovascolari, il beta bloccante bisoprololo (6%) e l’Ace inibitore ramipril (4.4%), e la metformina, storico farmaco di prima linea per il diabete di Tipo 2 (4,3%) e, in misura minore, altre molecole.

Il rimborso da parte del Ssn

Nel dettaglio, l’88,6% dei circa 406,8 milioni di confezioni di generici-equivalenti vendute nel canale farmacia nel 2022 sono in classe A, rispetto a solo 9,9% di classe C e un risicato 1,5% di farmaci di automedicazione.

La spesa rimborsata nei 12 mesi del 2022 fa registrare una crescita dell’1,4% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, con qualche elemento di rilievo: per esempio, una flessione della spesa relativa ai prodotti esclusivi del -6,3% rispetto allo stesso periodo del 2021 che si contrappone alla crescita del segmento dei farmaci a brevetto scaduto, in particolare quello dei generici-equivalenti, che fa registrare un +5,8% rispetto allo stesso periodo del 2021. In buona sostanza, i generici-equivalenti rappresentano il 26,4% della spesa di Classe A.

In questo panorama è interessante notare come il peso a volumi, da Nord a Sud Italia, sia rappresentato da oltre l’80% dei medicinali rimborsati dal Ssn (classe A) che afferiscono all’area dei farmaci off patent, ricomprendendo sotto questa voce sia i generici-equivalenti sia i brand fuori brevetto.

Profondamente diversificato è, invece, da Regione a Regione, il peso dei generici-equivalenti sul rimborsato farmaceutico pubblico. L’incidenza maggiore si rileva nella Pa di Trento (43,8%), seguita da Piemonte (39%), Friuli Venezia-Giulia (40,9%), con in coda per consumi Sicilia (22%), Campania (21,4%), Calabria (21,3%).

Ciò a fronte del fatto che il ricorso alle cure equivalenti continua a essere privilegiato al Nord (38,8% a unità e 31,5% a valori), rispetto al Centro (28,2% a unità e 24,7% a valori) e al Sud (23% a unità e 20,2% a valori), a fronte di una media Italia del 31,1% a confezioni e del 26,4% a valori.

Il peso a valori di generici e off patent rimborsati dal Ssn nei mercati regionali, riflette dati abbastanza omogenei. Oltre il 60% della spesa farmaceutica in fascia A del Ssn, con punte del 72,4% a Trento e del 74,9% in Emilia-Romagna, afferisce all’area dei farmaci off patent. Profondamente diversificata, invece, coerentemente con i consumi, l’incidenza dei generici-equivalenti.

Fonte

Tema farmacia – settembre 2023