Ad oggi, gli integratori alimentari sono sempre più in voga, reperibili online, al supermercato, in farmacia. Ma come districarsi in un panorama di oltre 100 mila etichette notificate?

«Per parlare di integratori, partiamo innanzitutto dalla definizione del Ministero della Salute, che li identifica come “prodotti alimentari destinati a integrare la comune dieta, costituiti da una fonte concentrata di sostanze nutritive (come vitamine e minerali) o altre sostanze con un effetto nutritivo o fisiologico, e venduti in forme predosate come pillole, compresse, capsule o liquidi. Gli integratori non hanno proprietà medicinali e non possono curare malattie, ma servono a favorire il benessere e a sopperire a carenze – ha esordito Cosimo Violante, farmacista preparatore, socio fondatore e Tesoriere della Società Italiana Farmacisti Preparatori – SIFAP -. Si tratta quindi di prodotti con effetti fisiologici da utilizzare in prevenzione».

L’importanza dell’etichetta

«In farmacia, il farmacista consiglia un integratore che ha già tra quelli a sua disposizione. È dunque essenziale che il professionista, leggendo l’etichetta – in cui sono riportate tutte le informazioni essenziali di prodotto – sia ben consapevole di cosa acquista. Inoltre, al di là di pochi integratori monocomponente – come la vitamina C – rispetto ai quali è più facile orientarsi, la maggior parte sono pluricomponente, formati cioè, nell’80% dei casi da: sostanze attive, sostanze ad azione fisiologica – le piante, e a volte anche i funghi – e gli eccipienti, importanti anche questi ultimi per la sinergia e il bilanciamento delle tre componenti. Proprio per questo serve un addetto ai lavori in grado di valutare al meglio e suggerire il prodotto più opportuno, tenuto conto che un integratore con gli stessi componenti può essere suggerito per diverse tipologie di soggetti e di condizioni».

Identificare il target

Un altro aspetto essenziale è comprendere chi necessita di integrazione: una persona sana o una persona con patologie? Non trattandosi di un farmaco, molto spesso l’integratore alimentare viene assunto senza una specifica ratio nella presunzione che non faccia male. «Naturale non significa però innocuoha aggiunto il dottor Violante – ragione per cui occorre fare attenzione alle interazioni. Il ginko biloba, ad esempio, interagisce con gli anticoagulanti. Il pompelmo, salutare nel comune sentire, presenta numerose interazioni aumentando, ad esempio, gli effetti collaterali in soggetti con ipertensione o che assumono antistaminici; lo stesso può inoltre modificare l’assorbimento di molti farmaci».

Quando e perché assumerli?

Gli integratori sono importanti «laddove siano presenti carenze di alcune sostanze causate da alimentazione non corretta ma anche di un aumento del bisogno di alcuni nutrienti, come è il caso della pratica sportiva, nei regimi alimentari e nei soggetti diabetici».

Quanto a lungo?

Nella formulazione di integratori per la farmacia, anche il numero di capsule per confezione assume una sua importanza, per evitare sprechi. «Considerando che in generale vanno assunte due capsule al giorno, una confezione dovrebbe contenere 60 capsule per consentire almeno 30 giorni di trattamento, trascorsi i quali il soggetto dovrebbe tornare in farmacia. In assenza di un giovamento, non ha senso cambiare integratore, ma è bene inviarlo al medico».

Prevenzione efficace

Una corretta integrazione nei soggetti sani può ottimizzare i risultati evitando il ricorso a specialisti e contribuendo ad un risparmio di risorse per il Sistema Sanitario Nazionale.

«A chi entra in farmacia chiedendo un integratore va innanzitutto domandato chi glielo ha suggerito. È quindi opportuno leggere con cura l’etichetta, verificando anche la credibilità dell’azienda produttrice dal momento che il settore ha maglie molto più larghe rispetto a quello farmaceutico ed è importante verificare anche il brand cui affidarsi. Allo stesso modo, in caso di effetti collaterali è importante segnalarli al farmacista (ricordiamoci che esiste un sistema di fitovigilanza). Occorre altresì ricordare che anche la stessa pianta può avere diverse proprietà ed effetti differenti se presente sotto forma di polvere, effetto secco o forma liquida».

Ridurre oneri a carico del SSN

Infine, ha ricordato il Tesoriere SIFAP, «con il fai da te si rischia di svalutare un settore che gioca invece un ruolo di primaria importanza per la prevenzione, essenziale in un momento storico come quello attuale in cui la popolazione invecchia e aumenta il carico delle malattie croniche. Una corretta prevenzione – gli integratori sono ‘farmaci per sani’ – migliora il benessere ed è funzionale alla riduzione dei costi a carico del SSN. A mio avviso l’etichetta resta cruciale per suggerire l’integratore più appropriato alla luce delle diverse sfaccettature e componenti presenti» ha concluso Cosimo Violante.

Identikit 

Già titolare di farmacia rurale e quindi associato presso la farmacia Gherardi di Roma, Cosimo Violante si è successivamente occupato di materie prime a 360 gradi, svolgendo il ruolo di consulente presso aziende leader del settore; è attualmente general manager di Marchio Farmacia, società specializzata nella formulazione e produzione di integratori alimentari destinati in particolare alla farmacia. Esperto di Fitoterapia e marketing per lo sviluppo e allestimento del laboratorio galenico, è Socio Fondatore e Tesoriere Sifap. Ha partecipato come docente ad una serie di corsi di Fitoterapia clinica.