Prescrivere in modo sicuro

Il tema delle politerapie, di cui abbiamo recentemente trattato qui, è strettamente correlato a quello dei rischi che possono derivare da una eccessiva o sbagliata prescrizione di farmaci: le possibili interazioni ad alto rischio di generare effetti avversi sono spesso sottostimate dai medici prescrittori e sarebbero responsabili di circa il 4% dei ricoveri ospedalieri.

medico e paziente misurazione pressione

Convincere i medici di medicina primaria ad allocare le loro scarse risorse di staff per migliorare la sicurezza della prescrizione è una sfida, particolarmente quando gli studi sono piccole realtà indipendenti di proprietà del medico, come nel caso di molti paesi tra cui il Regno Unito, dove è stato condotto il trial”, spiega Bruce Guthrie, docente di Primary Care Medicine dell’università di Dundee, tra gli autori di uno studio che ha preso in esame l’impatto delle politiche prescrittive nell’ambito delle cure primarie dimostrando una correlazione tra le modalità prescrittive e il numero dei ricoveri.

Sono state considerate, più in particolare, le prescrizioni ad alto rischio di medicinali quali gli anti-infiammatori non steroidei della classe dei FANS (come l’ibuprofene), prescritti a persone affette da insufficienza renale o infarto del miocardio o a pazienti sotto terapia anticoagulante con warfarina, e gli anti-aggreganti piastrinici come l’acido acetilsalicilico.

Gli esperti del National Health Service Tayside e dell’Università di Dundee hanno analizzato i dati relativi a 33 studi di medicina generale della contea del Tayside, in Scozia, che coprono un bacino di utenza di oltre 200 mila pazienti. Nel corso del progetto sono stati esaminati i dati relativi alle prescrizioni riferite ad oltre 33 mila pazienti.

L’intervento, finanziato dal Chief Scientist Office del Governo scozzese, è durato 48 settimane, ha messo in campo un insieme di diverse attività e strumenti volti a favorire il monitoraggio dei pazienti da parte dei medici curanti, tra cui momenti di educazione professionale, la messa a disposizione di strumenti informatici per il monitoraggio e di piccoli incentivi economici. I risultati sono stati pubblicati sul New England Journal of Medicine: il progetto ha permesso di ridurre del 37% le prescrizioni a rischio, e ha verificato che l’attenzione prescrittiva si è mantenuta costante anche nelle 48 settimana successive alla sospensione degli incentivi economici.

Le prescrizioni a rischio elevato si sono ridotte, in modo mirato, dal valore iniziale del 3,7% (1102 pazienti su 29.537 a rischio) al 2,2% al termine dell’intervento (674 pazienti su 30.187). I ricoveri ospedalieri per infarto e quelli per ulcere gastrointestinali o sanguinamento si sono ridotti da 55,7 a 37,0 per 10 mila persone/anno. Non è stato osservato, invece, alcun effetto significativo sull’occorrenza dei ricoveri per insuffcienza renale.

“Questo studio dimostra che il monitoraggio mirato, da parte dei medici di medicina generale, dei pazienti con alto rischio di prescrizione di due delle classi di medicinali più diffuse può ridurre tale prescrizione e sembra prevenire danni non necessari”, ha commentato il rappresentante del NHS Tayside’s Medicines Governance Unit, Tobias Dreischulte.

L’NHS e molti altri servizi sanitari internazionali potrebbero, e noi crediamo dovrebbero, implementare ora questo tipo d’intervento”, ha aggiunto il professor Guthrie. I ricercatori scozzesi hanno già avviato un nuovo studio di approfondimento, per meglio valutare il possibile coinvolgimento dei farmacisti locali nel processo di monitoraggio delle prescrizioni ad alto rischio.

Tobias Dreischulte, Peter Donnan, Aileen Grant, Adrian Hapca, Colin McCowan, Bruce Guthrie. Safer prescribing — A trial of education, informatics, and financial incentives. New England Journal of Medicine, 2016; 374 (11): 1053 doi: 10.1056/NEJMsa1508955