Organizzato da Motore Sanità, con il contributo non condizionante di Pfizer, il Road Show “Le farmacie dei servizi nel percorso di prevenzione vaccinale: La sensibilizzazione della popolazione alla prevenzione passa dalle farmacie” dopo aver toccato le città di Bari, Torino, Verona, Bologna e Ancona si è concluso nella Capitale lo scorso 8 ottobre con un appuntamento che ha coinvolto rappresentanti delle istituzioni, del mondo delle farmacie e dell’associazionismo.
La farmacia da luogo di dispensazione ad hub di salute e prevenzione
Con la pandemia Covid-19 la farmacia ha “cambiato pelle”, diventando da luogo di dispensazione dei farmaci a presidio sanitario di prossimità, vero e proprio hub di salute e prevenzione.
In questa direzione si inseriscono le vaccinazioni in farmacia, anche se ad oggi in quasi tutte le regioni – ad eccezione delle Marche, regione antesignana che ha autorizzato la somministrazione in farmacia anche di vaccini contro l’herpes Zoster o l’HPV o della Lombardia che ha introdotto la vaccinazione anti-pneumoccica – è possibile erogare soltanto i vaccini antinfluenzale e anti-Covid-19.
Le principali richieste delle farmacie
Tra le principali richieste: incrementare il numero di farmacie abilitate alla vaccinazione e così quello dei vaccini da somministrare.
In particolare, è emersa la necessità di estendere la somministrazione dei vaccini in particolare alle farmacie rurali, spesso unico presidio di salute di prossimità nelle aree remote del Paese, ma anche di lavorare ad una adeguata remunerazione di questi servizi.
Il ruolo delle farmacie per aumentare le coperture vaccinali
Le coperture vaccinali nel nostro Paese sono ben lontane dall’ottimale. La vaccinazione antinfluenzale si attesta a livello nazionale al 52% (a fronte di un obiettivo target del 75%); l’anti-Covid ad appena il 5%. «Per questo è fondamentale rafforzare e fortificare la rete della prevenzione, potenziando le campagne vaccinali affinché siano incisive e vicine ai cittadini – ha sottolineato Maria Rosaria Campitiello, Capo Dipartimento Prevenzione, Ricerca ed Emergenze Sanitarie del Ministero della Salute, per quindi proseguire – L’influenza, ad esempio negli anziani e nei soggetti fragili, può determinare complicanze gravi, fino a causare ricoveri e conseguenze severe. Basterebbe una semplice vaccinazione per evitare queste situazioni. La possibilità di ricevere il vaccino non soltanto dal medico di medicina generale, ma anche in farmacia aumenta i punti di accesso sul territorio, accresce la compliance e l’aderenza delle persone alle campagne vaccinali».
La prevenzione vaccinale concorre alla sostenibilità del SSN
In farmacia non solo l’accessibilità, ma il rapporto fiduciario che lega il cittadino al farmacista giocano un ruolo chiave nella sensibilizzazione e quindi nell’aumento delle coperture vaccinali. Un elemento questo che concorre anche alla sostenibilità del SSN se è vero che il 75% degli over65 ricoverati in ospedale per complicanze del Covid o dell’influenza, risultano non vaccinati.
«La collaborazione delle farmacie con i medici di medicina generale e gli altri professionisti della salute che operano sul territorio è fondamentale per raggiungere l’obiettivo comune di ampliare le coperture vaccinali, con benefici sia per i cittadini, sia per il Servizio Sanitario Nazionale» ha sottolineato anche il presidente Federfarma, Marco Cossolo.
«La vera sfida della sanità oggi è prevenire, non solo curare. I farmacisti sono parte integrante della rete di prevenzione sul territorio e protagonisti di questa missione» ha sottolineato Andrea Mandelli, presidente della Federazione degli Ordini dei Farmacisti Italiani – FOFI, ricordando però la necessità, per il cittadino di ricevere una comunicazione univoca e omogenea.
Un segnale concreto del SSN per rispondere alle esigenze delle comunità
Per Cittadinanzattiva l’introduzione delle vaccinazioni in farmacia non si configura soltanto come un nuovo servizio reso disponibile ai cittadini, ma rappresenta un segnale concreto di come il Servizio sanitario nazionale possa riorganizzarsi per rispondere alle reali esigenze delle comunità.
«La farmacia è un presidio capillare, accessibile anche nelle aree interne e rurali, e la possibilità di vaccinarsi in questo contesto significa abbattere distanze fisiche e barriere burocratiche, avvicinando la prevenzione alla vita quotidiana delle persone. I farmacisti, debitamente formati, hanno dimostrato competenza, affidabilità e capacità di consolidare e rafforzare un rapporto di fiducia già esistente con i cittadini, svolgendo anche una funzione preziosa di sensibilizzazione e corretta informazione. È un modello che si inserisce pienamente nell’ottica della riforma dell’assistenza territoriale, che chiede di rendere stabili e omogenei i servizi di prossimità» ha ribadito Maria Vitale, responsabile Programmi per la Salute di Cittadinanzattiva.
Stando ai dati di Cergas SDA Bocconi, ogni euro investito in vaccini si traduce in un beneficio di 2,5 euro. E con una popolazione che invecchia, sempre più spesso affetta da multi-cronicità e quindi più esposta al rischio di complicanze, la riorganizzazione della governance del SSN che vede la farmacia come nuovo perno della prossimità rappresenta una scelta lungimirante.
Senza contare che, stando ad una recente revisione internazionale, «nelle campagne vaccinali il coinvolgimento delle farmacie ne triplica il successo» come ha ricordato il presidente Fenagifar, Vladimiro Greco.


