La West Nile è una malattia virale trasmessa all’uomo prevalentemente da zanzare infette. La trasmissione tra persone non avviene per contatto diretto. Nella maggioranza dei casi è asintomatica mentre in circa il 20% dei casi presenta sintomi lievi come febbre, mal di testa, nausea e vomito.

Nei bambini e, in particolare negli anziani, generalmente più fragili, può avere una sintomatologia più intensa. I casi gravi – comunque ascrivibili a meno dell’1% – possono portare a complicanze neurologiche fino al decesso in meno del 10% dei casi.

Alla luce di un numero crescente di casi di West Nile e Usutu occorsi nel nostro Paese, il Ministero della Salute raccomanda l’identificazione tempestiva dei casi coinvolgendo, oltre a medici di medicina generale e pediatri di libera scelta, anche le farmacie, vere e proprie sentinelle sul territorio invitando, in presenza di sintomi compatibili con la malattia, a una valutazione clinica o alla diagnosi differenziale.

È quanto emerge dalla Circolare del Ministero della Salute in cui vengono richiamate le misure previste dal Piano Nazionale di prevenzione, sorveglianza e risposta alle Arbovirosi, PNA 2020-2025 per la stagione vettoriale 2025.

Le raccomandazioni della Circolare

In particolare la Circolare raccomanda di potenziare la sorveglianza dei casi umani di infezione soprattutto in termini di tempestività, sensibilizzando gli operatori sanitari sull’importanza di una rapida identificazione dei casi e ricordando quanto la West Nile possa manifestarsi in modo estremamente eterogeneo.

Appare inoltre essenziale sensibilizzare le strutture sanitarie, sia pubbliche che private, circa la necessità di segnalare alle autorità sanitarie competenti in modo tempestivo i casi, anche solo sospetti, di arbovirosi, per la conferma diagnostica e di informare e sensibilizzare la popolazione circa i rischi legati a tali infezioni «sottolineando l’importanza dell’adozione delle principali misure di prevenzione, quali l’uso corretto di repellenti topici secondo le indicazioni dei produttori, l’utilizzo di abbigliamento protettivo, l’installazione di barriere fisiche (ad es. zanzariere) e l’impiego di soluzioni ambientali volte a ridurre l’esposizione alle punture di zanzara (ad es. dispositivi per il controllo di temperatura e umidità, come i condizionatori), nonché tutte le buone pratiche finalizzate a eliminare possibili focolai larvali negli spazi privati, come giardini e orti privati (eliminazione degli oggetti che possono costituire piccole raccolte temporanee di acqua, come barattoli vuoti, sottovasi, contenitori senza coperchio, anfore ornamentali, giochi per bambini; prevenzione dei ristagni, che creano le condizioni per lo sviluppo larvale delle zanzare, nei focolai ambientali non eliminabili, quali, ad esempio, vasche e fontane ornamentali, grondaie, bacini perenni e per l’approvvigionamento idrico degli orti urbani, cisterne etc.).»

Il coinvolgimento delle farmacie

La circolare sottolinea, infine, l’importanza di coinvolgere le farmacie territoriali affinché, in presenza di utenti con sintomi compatibili con infezioni da Arbovirus, «invitino gli stessi a rivolgersi al proprio medico di medicina generale o al pediatra di libera scelta, figure competenti per un’adeguata valutazione clinica e diagnosi differenziale».

Potenziare l’approccio One Health

In ottica One Health, la circolare, per garantire tutela della salute pubblica umana e animale invita ad azioni congiunte, nell’intento di rafforzare tutte le attività di sorveglianza integrata veterinaria anche alla luce di «condizioni climatiche favorevoli alla proliferazione del vettore (zanzare del genere Culex, per WNV) e la presenza di serbatoi naturali quali uccelli stanziali appartenenti a specie bersaglio (Pica pica, Corvus corone cornix, Garrulus glandarius), oltre all’avifauna selvatica».