Remunerazione aggiuntiva, con la firma dei Ministri il decreto è diventato realtà

Il decreto che fissa i nuovi criteri per la remunerazione alle farmacie per la dispensazione dei farmaci a carico del sistema sanitario nazionale è diventato realtà con la firma dei Ministri della Salute e dell’Economia e delle Finanze. Si tratta di un ulteriore riconoscimento a questo presidio di salute di prossimità nonchè una misura ponte che in futuro porterà ad una riforma più radicale

Il decreto che stabilisce i criteri della nuova remunerazione in favore delle farmacie per la dispensazione dei farmaci a carico del sistema sanitario nazionale ha ricevuto la firma del Ministro della Salute Roberto Speranza e di quello dell’Economia e delle Finanze, Daniele Franco, avviando il processo di riforma già dal mese di settembre. Si tratta di un ulteriore passo nella direzione del riconoscimento del ruolo cruciale che la farmacia e i professionisti che operano al suo interno hanno ricoperto in questa difficile fase emergenziale segnata dalla pandemia da Covid-19.

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Il nuovo sistema di remunerazione previsto dal decreto sostegni in via sperimentale per il 2021 e 2022, con uno stanziamento rispettivamente di 50 milioni per il primo anno (quadrimestre settembre-dicembre) e 150 milioni di euro per il secondo anno, ha come obiettivo quello di rafforzare strutturalmente la resilienza, la prossimità e la tempestività di risposta del Servizio sanitario nazionale alle patologie infettive emergenti e ad altre emergenze sanitarie, nonché alla vaccinazione anti Covid in farmacia. La quota aggiuntiva prevista dal decreto si applica in caso di erogazione di farmaci in regime di Ssn e mira inoltre a sostenere maggiormente le farmacie periferiche e quelle a fatturato Ssn più basso.

Remunerazione aggiuntiva, lo schema previsto

Lo schema di decreto ha stabilito che, a decorrere dal 1° settembre 2021 e fino al 31 dicembre 2022, a tutte le farmacie è dovuta una quota aggiuntiva di 8 centesimi di euro per ogni confezione di farmaco rimborsato dal sistema sanitario nazionale cui si aggiunge una quota premiale di 12 centesimi per confezione di farmaco a brevetto scaduto presente all’interno della lista di trasparenza con prezzo pari a quello di riferimento.
Lo schema ha previsto inoltre misure a sostegno delle farmacie rurali. A quelle «sussidiate che godono dello sconto forfetario del 1,5%, è dovuta una ulteriore quota aggiuntiva di € 0,14 da applicare a tutti i farmaci rimborsati dal Ssn. Per le farmacie che godono della riduzione del 60% del multi-sconto Ssn, la quota aggiuntiva è di € 0,12».

Infine, lo schema ha previsto che alle farmacie urbane o rurali con fatturato Ssn inferiore ai 150mila euro esentate dallo sconto vada aggiunta una quota di 25 centesimi di euro. Per determinare l’impatto della sperimentazione, si è partiti dalla classificazione effettuata dall’Agenzia italiana del Farmaco, Aifa, sulla base del fatturato Ssn e della tipologia di sconto. Appartengono alla categoria con sconto ridotto del 60%, 2.806 farmacie; a quella con sconto forfettario dell’1,5%, 3.450 farmacie, mentre risultano esenti 892 farmacie.

Verso una riforma più strutturale

«La firma del decreto è un passo strategico verso il sistema di remunerazione che valorizzerà progressivamente il ruolo professionale del farmacista in farmacia, sulla base dei servizi resi a favore dei cittadini e solo parzialmente legato al prezzo del farmaco» ha dichiarato il Segretario Nazionale di Federfarma, Roberto Tobia.

Questo stanziamento aggiuntivo, ha aggiunto Gianni Petrosillo, presidente Sunifar, «va letto come una misura ponte per arrivare a una riforma più strutturale della remunerazione, con una quota fissa che riconosca l’atto professionale e una parte a percentuale».