Ottobre è il mese dedicato alla prevenzione del tumore al seno; l’Istituto Superiore di Sanità – ISS, ha quindi scattato una fotografia del ricorso alla prevenzione che pur mostrando un aumento nell’adesione agli screening, continua a evidenziare profonde disparità territoriali tra Nord e Sud dello Stivale. In questo contesto, l’azione di sensibilizzazione dei presidi sanitari di prossimità, come le farmacie, diventa cruciale per colmare il divario.

Il divario Nord-Sud: una sfida di prossimità

I dati della sorveglianza Passi per il biennio 2023-2024 confermano una tendenza positiva: il 75% delle donne tra i 50 e i 69 anni in Italia si è sottoposto a screening mammografico. Un risultato, quest’ultimo, che supera i valori pre-pandemia.

Emerge tuttavia un netto gradiente Nord-Sud che indica un fallimento nel raggiungimento uniforme delle fasce a rischio: la copertura totale risulta dell’86% al Nord, dell’80% al Centro, ma scende drasticamente al 62% nelle regioni del Meridione.

Le percentuali sono più basse anche tra donne meno istruite, straniere o con minori risorse economiche. Nonostante l’aumento generale, la fotografia dell’ISS mette in luce che 1 donna su 10 in fascia d’età target (50-69 anni) non si è mai sottoposta a mammografia.

Il ruolo critico della farmacia nella sensibilizzazione

Proprio per intercettare le donne che restano fuori dai programmi organizzati di prevenzione e colmare le disuguaglianze, il ruolo della farmacia come primo presidio di prossimità è fondamentale.

Le farmacie, distribuite capillarmente sul territorio, soprattutto nei piccoli centri, agiscono come amplificatori dei messaggi di prevenzione. Sono il luogo ideale per distribuire materiale informativo, chiarire dubbi e spingere attivamente all’adesione ai programmi di prevenzione regionali, superando le barriere culturali o logistiche che frenano le fasce più fragili della popolazione.

La loro presenza quotidiana le rende il punto di contatto più accessibile per un’opera costante di educazione sanitaria avvalorata dalla fiducia che lega i cittadini al farmacista.

La ricerca ISS: innovazione e governance clinica

Parallelamente al monitoraggio sull’adesione, l’ISS è impegnato su diversi fronti per migliorare l’efficacia diagnostica e terapeutica, sia con riguardo alla ricerca avanzata – l’attività spazia dalla ricerca di base, mirata a identificare nuovi bersagli terapeutici e strategie per superare le resistenze, fino all’innovazione tecnologica – sia anche rispetto all’Intelligenza Artificiale. L’ISS sta esplorando attivamente l’uso dell’Intelligenza Artificiale nello screening e nella diagnostica e lo studio di biomarcatori circolanti per aumentare la sensibilità della rilevazione precoce.

Come sottolineato dal direttore Generale dell’ISS, Andrea Piccioli: «Questa produzione scientifica, spesso in collaborazione con reti internazionali, alimenta linee guida, buone pratiche e politiche pubbliche. È un esempio concreto di come la ricerca possa tradursi in strumenti operativi per il sistema sanitario e per le pazienti».

Il registro unico nazionale delle Breast Unit 

Una novità cruciale per la qualità delle cure è l’istituzione presso l’ISS del Registro Unico Nazionale delle Breast Unit. Questo strumento è essenziale per garantire omogeneità ed eccellenza nel trattamento: «Attraverso il Registro sarà possibile raccogliere e armonizzare i dati, monitorare i processi di diagnosi e cura, individuare le esperienze più virtuose e diffonderle.[…] È uno strumento di trasparenza e di governo clinico, che consentirà di intervenire tempestivamente laddove emergano criticità o disuguaglianze» ha evidenziato Piccioli.

In conclusione, se da un lato la ricerca e la tecnologia, come l’AI e il Registro, spingono l’innovazione dall’alto, è l’azione di prossimità, garantita da presidi come le farmacie, che deve operare dal basso per tradurre questi progressi in reale accesso e consapevolezza per tutte le donne, contrastando gli inaccettabili gap territoriali ancora presenti.