L’uso prolungato di farmaci a base di diclofenac sembra essere rischioso per la salute cardiaca. A mettere in evidenza il potenziale pericolo è uno studio danese pubblicato sul British Medical Journal.
Gli autori dello studio sono arrivati a queste conclusioni dopo aver analizzato i dati di oltre 6 milioni di pazienti danesi relativi al decennio 1996-2006: nello specifico è stato valutato il rischio cardiovascolare, in caso di utilizzo di uso prolungato di farmaci a base di diclofenac per più di 30 giorni, rispetto all’uso per la gestione di sindromi dolorose, di paracetamolo o altri FANS.
Ne è emerso che l’uso prolungato del diclofenac per la gestione del mal di schiena sembrerebbe elevare il rischio cardiovascolare del 20% rispetto a chi utilizza ibuprofene o paracetamolo e del 30% rispetto al naprossene. L’assunzione regolare di diclofenac sembra essere legata, nello specifico alla comparsa nei pazienti di aritmie, ictus ischemico e insufficienza cardiaca.
I prodotti da banco a base di diclofenac, pur contenendo la molecola a basso dosaggio, sono sicuri solo se usati con la corretta posologia e per periodi di tempo molto limitati. E lo studio deve anche portare a riflettere sul fatto che il dolore cronico non può essere affrontato con l’uso dei FANS che risultano tutti potenzialmente dannosi per l’apparato cardiovascolare e, infatti, l’indicazione non c’è.
Grande cautela deve essere riservata nell’utilizzo di farmaci a base di diclofenac per la gestione di tendiniti o dolori artrosici che non si risolvono in tempi brevi; il pericolo connesso con l’utilizzo di questo FANS sembra essere ancora maggiore rispetto agli altri FANS per via delle caratteristiche di durata d’azione insite nella molecola stessa.
I FANS sul lungo periodo, in ogni caso, sono in grado di determinare un indebolimento dell’endotelio vascolare che di conseguenza può diventare meno adatto a gestire lo stress continuo al quale è sottoposto all’interno dell’organismo.
Il rischio nell’uso prolungato di farmaci a base di diclofenac risulta ancora maggiore in presenza di placche aterosclerotiche che, in caso di assunzione non controllata di FANS, possono staccarsi più facilmente e innescare situazioni potenzialmente gravissime quali l’infarto del miocardio o l’ictus cerebrale.