Stanziamento di 50 milioni di euro dal Fondo sanitario e predisposizione di una cabina di regia nazionale per una efficace mappatura e monitoraggio. Sono le misure concordate dall’intesa in Conferenza Stato-Regioni per garantire, da ottobre 2025, l’accesso universale all’immunizzazione passiva contro il Virus Respiratorio Sinciziale (VRS) a tutti i neonati – è noto infatti che il virus è la prima causa di bronchioliti e polmoniti nei lattanti e nei bambini sotto ai 2 anni e in coloro che presentano fragilità (prematuri, con malattia polmonare cronica, cardiovascolari e neuromuscolari) -, e la vaccinazione per le donne in gravidanza.
Queste nuove disposizioni intendono consolidare, fino implementare, i risultati raggiunti dalla campagna a immunizzazione passiva 2024-2025, che ha portato alla riduzione del 40% delle infezioni da VRS e del 49% dei ricoveri per sindromi respiratorie nei bambini sotto l’anno di età. Cruciale il ruolo e l’impegno delle farmacie nella prevenzione del VRS.
Gli strumenti di prevenzione
Con l’obiettivo di contenere la disseminazione del VRS, quindi evitare gravi infezioni respiratorie nei bambini al di sotto dei due anni, potenzialmente fatali per i neonati e i prematuri, sono stati introdotti due efficaci strumenti di prevenzione: un nuovo anticorpo monoclonale, nirsevimab, da somministrare ai neonati via intramuscolo, in dose di 50 mg per bambini sotto i 5 kg e 100 mg per bambini di peso uguale o superiore a 5 kg, in ospedale prima della dimissione per i nati tra ottobre e aprile.
Quindi la somministrazione di nirsevimab è raccomandata e indicata in neonati a partire da ottobre, inclusi quelli nati nei 100 giorni precedenti, oltre ai soggetti fragili sotto i 24 mesi, ed è promossa a partire da ottobre dal pediatra di famiglia per i nati tra aprile e settembre.
Nirsevimab oltre ad avere confermato in letteratura efficacia e sicurezza, con i dati in calo dei ricoveri come precedentemente citato, la nuova molecola offre il vantaggio di una singola somministrazione, da effettuarsi prima della stagione di picco del VRS, favorendo la maggiore copertura universale e la sostenibilità sia per le famiglie che per i sistemi sanitari.
Ovvero, superando i limiti delle precedenti terapie, come il palivizumab, che richiedeva somministrazioni mensili. Secondo strumento di prevenzione: abrysvo, un vaccino contro il VRS, dedicato a donne in gravidanza, con indicazione alla somministrazione di una singola dose dalla ventiquattresima alla trentasettesima settimana di gravidanza.
La protezione fornita dal vaccino materno, trasmesso dalla madre al bambino, diminuisce con il tempo, tuttavia se amministrato tra settembre e gennaio, è in grado di tutelare il bambino per tutta la prima stagione di contagio da VRS.
I dati degli studi clinici attestano la sicurezza del vaccino, senza esposizione dei piccoli a qualsiasi potenziale rischio. In funzione di queste evidenze, è pertanto necessario garantire l’accesso all’immunizzazione attiva e passiva al fine di ridurre l’onere clinico ed economico di ricoveri ospedalieri e complicanze gravi, quindi tutelare i neonati più vulnerabili, specialmente in una fase in cui i sistemi sanitari globali sono impegnati a contenere le emergenze respiratorie su più fronti. È in valutazione un eventuale allargamento progressivo del progetto di immunizzazione anche a tutta la coorte 2025.
Il ruolo delle istituzioni
Un monitoraggio nazionale verrà condotto dal Ministero della Salute e dall’Istituto Superiore di Sanità, con predisposizione di report trimestrali e indicatori di copertura, efficacia e sostenibilità economica.
Nello specifico, il Ministero della Salute coordinerà tutte le attività a livello nazionale, con il supporto che di attività di raccordo, tramite una Cabina di Regia, mentre sarà compito delle Regioni e Province Autonome fare una “pianificazione” delle strutture da coinvolgere nell’erogazione delle prestazioni previste per i neonati e i soggetti fragili > 12 mesi e alle donne dalla ventiquattresima alla trentasettesima settimana di gravidanza, quindi garantire la stretta collaborazione tra i centri vaccinali delle ASL e le U.O. di Ostetricia e di Neonatologia che promuoveranno l’immunizzazione passiva prima della dimissione del neonato dall’ospedale.
Oltre alle misure rivolte a neonati e madri, l’intesa prevede anche l’avvio di uno studio pilota nazionale sulla vaccinazione anti-RSV negli anziani fragili con broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO) e patologie cardiovascolari che coinvolgerà un campione di 100 mila persone. Obiettivo dello studio è valutare la fattibilità, l’efficacia e la sostenibilità economica di una futura estensione della campagna anche a questa fascia di popolazione.
Il contributo della farmacia
Un ruolo attivo nella campagna di immunizzazione passiva contro il VRS avranno anche i farmacisti. Il vaccino può essere, infatti, somministrato nei presidi con diverse modalità (gratuita per le categorie aventi diritto previste dal Sistema Sanitario Nazionale o a pagamento in tutti gli altri casi) e secondo disponibilità funzionale al tipo di vaccino e alle politiche regionali. In farmacia è possibile ricevere abrysvo per donne in gravidanza e anziani over 60 e arexvy per adulti over 50 con maggior rischio o over 60.
Il prezzo del vaccino stabilito dal Ministero, a cui si aggiungono gli eventuali costi di somministrazione è di circa €6,16 mentre la disponibilità dello stesso, può variare in base alla farmacia e alle scorte. Pertanto è consigliato al cittadino che intende ricevere il vaccino VRS, informarsi in precedenza presso la propria farmacia di riferimento.


