Infezioni respiratorie recidivanti: quali sono i possibili approcci terapeutici?

Secondo lo studio ‘Influenza and influenza-like syndromes: the subjects’ beliefs, and the impact in Italian general population’, condotto da Roberto Dal Negro, Alessandro Zanasi, Paola Turco e Massimiliano Povero, pubblicato nel 2018 in Multidisciplinary Respiratory Medicine, l’approccio terapeutico in casi di influenza, o di sintomi simili all’influenza, include antibiotici, corticosteroidi orali, FANS, mucolitici o sedativi della tosse, aerosolterapia.

Dall’indagine – citata dallo stesso Roberto Dal Negro, direttore della divisione Pneumologia dell’ospedale di Bussolengo (VR), in occasione dell’evento ‘Infezioni respiratorie recidivanti e omeopatia: quali opportunità?’ dell’11 settembre a Milano – emerge anche che il 63,9% del campione intervistato non ha mai utilizzato farmaci omeopatici nella prevenzione e trattamento di influenza o eventi simili.

Le infezioni respiratorie recidivanti (IRR) sono infezioni respiratorie di diversa natura con un rilevante impatto socio-economico in termini di costo dell’assenteismo lavorativo e scolastico. Possono interessare le alte e basse vie aeree e sono in gran parte dovute ad agenti virali: rhinovirus nel 45% delle infezioni alle alte vie, virus influenzali A e B, virus VRS, parainfluenzali, adenovirus, rhinovirus, coronavirus e metapneumovirus per le basse vie. Gli agenti batterici, invece, rappresentano per lo più una complicanza successiva all’infezione virale.

Nella gestione delle IRR il ricorso ad antibiotici è quindi, nella grande maggioranza dei casi, inappropriato: “In fase acuta, la preponderanza di un’eziologia virale rende in generale inopportuno il ricorso alla terapia antibiotica, da riservare soltanto ai rari casi di infezione batterica”, spiega Francesco Macrì, pediatra e vicepresidente della Società Italiana di Omeopatia e Medicina Integrata, che evidenzia come, sia in prevenzione sia nella fase acuta delle IRR, può essere previsto l’impiego dei medicinali omeopatici. Nella fase acuta, in particolare, due sono gli approcci terapeutici possibili: l’utilizzo esclusivo dei farmaci omeopatici o il loro utilizzo in affiancamento ai trattamenti convenzionali, quando il quadro clinico li richiede. “Ad esempio, di fronte a un’infezione delle basse vie aeree come una bronchite o una broncopolmonite, una volta stabilito che è appropriato prescrivere un antibiotico, è possibile aggiungere un farmaco omeopatico per il drenaggio delle secrezioni e favorire l’espettorazione”, precisa Macrì. “Oppure, se un antibiotico provoca nausea, è possibile utilizzare un farmaco omeopatico per eliminarla”.

Granuli omeopaticiTra i vantaggi indicati per i medicinali omeopatici, Macrì ricorda che per le diluizioni che li caratterizzano, essi non presentano effetti indesiderati e/o tossici, né rischi di interazione farmacologica con altri medicinali. “L’omeopatia è appropriata nel trattamento delle infezioni delle vie aeree anche perché induce a stimolare i sistemi immunitario, metabolico, endocrino, infiammatorio e neurologico per affrontare gli episodi acuti, a differenza della terapia convenzionale, che si dedica al contrasto nei confronti degli agenti infettivi e alla soppressione della reazione infiammatoria”.

Rimedi omeopatici per la tosse 

Nelle forme influenzali può presentarsi anche la tosse, che interviene spesso in 2a e 3a giornata. Quando la tosse è sintomo di infezione delle alte vie respiratorie, i rimedi possibili sono:

Brionia, quando la tosse è secca e migliora con il riposo.

Rumex crispus, indicato per quelle tossi secche con solletichio alla gola.

Hepar sulfur, adatto per quei pazienti che lamentano una tosse secca notturna, grassa durante la giornata.

Spongia tosta, per una tosse a timbro laringeo.

La tosse può riguardare anche le infezioni respiratorie recidivanti delle basse vie, bronchiti e broncopolmoniti. In questi casi, i rimedi possono essere:

Antimonium tartaricum, quando la tosse è con difficoltà a espettorare, più tipica delle infezioni alle basse vie, soprattutto se accompagnata a difficoltà a respirare. È una tosse che peggiora quando si è coricati.

Ipeca, nel caso di tosse che provoca vomito. Può essere presente anche nelle infezioni delle alte vie, ma è più frequente in quelle delle basse vie respiratorie.

Ferrum phosporicum, per una tosse insistente, secca, che si accompagna a una sintomatologia febbrile attenuata e a dolori con lateralità destra.

In generale, i farmaci omeopatici citati sono da assumersi in diluizioni basse (fino alla 9CH) anche ogni 2/3 ore, in quanto trattasi di disturbi ‘acuti’. Diluizioni medio/alte (dalla 15 CH in su) sono più tipiche della terapia di ‘terreno’. I granuli e i globuli omeopatici, ossia le forme farmaceutiche specifiche più diffuse dell’omeopatia, vanno lasciati sciogliere in bocca, preferibilmente sotto la lingua. Per la somministrazione ai neonati e ai bambini possono essere sciolti in un po’ d’acqua.

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