Trattamento HIV: una sola compressa invece di un cocktail di farmaci

Durante il Congresso dell’Associazione britannica sull’HIV, svoltosi a  Bournemouth dal 2 al 5 aprile scorsi, sono stati presentati i risultati degli studi SWORD 1 e 2 sull’HIV.

L’84% dei pazienti trattati nel corso dei due trial, ossia 432 partecipanti su 513, hanno mantenuto la loro condizione di soppressione virologica (carica virale ≤50 copie/mL) dopo essere passati da un cocktail antiretrovirale costituito da 3 o 4 farmaci a un regime terapeutico basato su una singola compressa contenente due principi attivi: 50 mg di dolutegravir e 5 mg di rilpivirina.

HIV trattato come una patologia cronica

Loredana Bergamini, direttore medico di Janssen Italia, spiega che questi risultati “confermano che l’associazione in un’unica compressa di dolutegravir e rilpivirina, il primo regime monocompressa approvato composto da due soli farmaci, tra cui dolutegravir, rimane efficace e ben tollerato nel lungo termine”. Tutto questo “è molto importante, in quanto l’Hiv viene sempre più trattata come una patologia cronica, anziché come una malattia che limita la vita di un individuo e, pertanto, dobbiamo dedicare i nostri sforzi nell’offrire terapie ottimizzate”.

Dettagli dello studio sull’HIV

Lo studio è durato 148 settimane e solo l’1% dei partecipanti, ossia 11 su 990, ha dovuto interrompere il trattamento a causa di un insuccesso virologico. Nel 5% dei pazienti (47 su 990) si sono verificati eventi avversi di grado 2-4 legati alla terapia, mentre quelli di entità tale da costringere all’abbandono del trattamento hanno riguardato il 6% dei partecipanti (61 su 990). Miglioramenti dei marcatori ossei sono stati osservati in tutti i pazienti senza resistenze nei confronti di dolutegravir. Sei partecipanti hanno invece sviluppato resistenza nei confronti di rilpivirina.7

Attualmente la compressa contenente i due principi dolutegravir e rilpivirina in associazione è stata approvata in diversi Paesi, tra i quali quelli dell’Unione Europea e gli Stati Uniti.