In farmacia i cittadini vorrebbero trovare tutti i farmaci e nuovi servizi

Al termine della convention annuale di Federfarma Servizi e FederfarmaCo, è stata presentata ai giornalisti un’indagine, condotta da Datanalysis, su quali farmaci e servizi le persone desiderano trovare in farmacia. I due gruppi di intervistati sono rappresentativi della popolazione italiana: 2.000 cittadini (tra i 18 e i 77 anni) e 500 pazienti (tra i 28 e i 77 anni) con patologie croniche come diabete di tipo 2, artrite reumatoide, broncopneumopatia cronica ostruttiva.

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Alla luce delle risposte raccolte, si comprende che per 4 pazienti italiani su 10 è fonte di disagi e difficoltà avere rapporti con un ospedale o una ASL territoriale per gestire la propria malattia. Così il 67% dei cittadini e il 75%, fra chi ha già un problema di salute, accoglierebbero positivamente il passaggio alla farmacia del territorio di molti dei servizi gestiti da ASL e ospedali, perché rappresenta “un canale più fruibile per comodità e tempi”.

In particolare il 73 % dei cittadini con una patologia cronica ha risposto che la distribuzione dei farmaci ospedalieri dovrebbe essere gestita direttamente dalla farmacia del territorio anche per la familiarità con il farmacista che rende tutto più semplice e immediato.

La distribuzione del farmaco

L’occasione si è prestata anche per fare il punto sulla distribuzione del farmaco in Italia. Giancarlo Esperti, direttore di Federfarma Servizi, ha dovuto risalire al 2001 per trovare l’origine della vicenda che ha visto la progressiva riduzione della quota di mercato in farmacia rispetto al segmento ospedaliero. È in quell’anno, infatti, che lo Stato, con Als e ospedali, entra in competizione con la distribuzione delle farmacie, generando una “rivoluzione copernicana” come l’ha definita Esperti.

Da allora il tempo è trascorso e le quote di mercato della farmacia, rispetto al segmento ospedaliero (comprensivo di Dpc e diretta), è in costante diminuzione, passando dal 62 % del 2008 al 38 % del I semestre del 2016, considerato il totale mercato dell’etico (valori realizzo industria per i farmaci classe A, C e H, dati QuintilesIms).

“Il cittadino ci dice di prestare attenzione perché la nostra carta d’identità si sta scolorendo”, ha affermato Esperti e ha proseguito ponendo una domanda: “Quale qualità nella distribuzione del farmaco c’è in questa nazione?”.

In conclusione di questa analisi, il direttore di Federfarma servizi ha proposto l’istituzione di “un prontuario che garantisca equità farmaceutica in tutta Italia”, suggerendo che si chiami, alla stessa maniera dei Lea, “Leaf – Livelli essenziali di assistenza farmaceutica”.

Convenzione e remunerazione da aggiornare

Il disegno della distribuzione farmaceutica andrebbe, quindi, rivisto. A questo proposito Antonello Mirone, presidente Federfarma Servizi, è stato chiarissimo quando ha sostenuto che “non possiamo reggerci solo sulla vendita dell’extra-farmaco – come qualcuno vorrebbe – e, tra l’altro, siamo soggetti deputati proprio alla dispensazione del farmaco”. “Bisogna cercare di conciliare tutto ciò che lo Stato ci chiede di fare per il cittadino con la sostenibilità della farmacia. E allora un tema che si aggancia con il rinnovo della Convenzione, ferma al 1991, è il tentativo di trovare nuove forme di remunerazione che alla farmacia andrebbero riconosciute”.

“La farmacia territoriale”, ha concluso Mirone, “ha le capacità per seguire la somministrazione di prodotti più innovativi per cui sia già stato valutato il rapporto costo/beneficio. La farmacia del domani, proprio in risposta ai bisogni dei pazienti, dovrà essere un centro di erogazione di molteplici servizi in ambito sanitario”.

Le reti di farmacie

Cesare Guidi e Massimo Massa, rispettivamente presidente e direttore generale di FederfarmaCo, hanno sottolineato l’importanza di accelerare il processo di aggregazione in reti di farmacie per far fronte ai mutamenti incorsi in questi anni e che il disegno di legge sulla concorrenza, al momento all’esame del Parlamento, renderà più evidenti. Massa ha affermato che, al momento, sono circa 1.500 le farmacie organizzate in rete, ma si riduce di molto il numero, a qualche centinaio, se si considera quelle che hanno rinunciato alla gestione commerciale dell’azienda.

A distanza di tre/quattro anni dall’approvazione del Ddl concorrenza, Giancarlo Esperti ha fatto la previsione che il 50 % delle farmacie attuali sarà di proprietà di società, il 35 % sarà organizzato in rete e il restante rimarrà indipendente, questo sulla base di quanto è accaduto in Europa in situazioni simili.

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