Tumore al polmone: uno studio per analizzare peso economico e sociale della prima causa di morte per tumore in Italia

Il tumore al polmone rappresenta in Italia la prima causa di morte di tumore per gli uomini e la terza per le donne, con un onere di costi indiretti ammontante a circa 6.000 € a paziente.

tumore al polmone sigaretta e fumo

Si tratta di uno dei dati emersi dallo studio “Reducing the burden: the economic and social costs of lung cancer in Italy”, presentato in anteprima a Roma durante l’evento “Il nemico sconosciuto: i costi socio-economici del tumore al polmone in Italia”.
Lo studio ha analizzato il peso sociale ed economico dei tumore al polmone, ed è stato realizzato da The Economist Intelligence Unit con il supporto incondizionato di Roche, e con il coinvolgimento di numerosi esperti italiani e internazionali provenienti da diverse aree disciplinari.

«Siamo felici di essere riusciti a sostenere questo importante studio. Il progetto Roche Lung Cancer Observatory grazie a questa collaborazione con il The Economist ci ha permesso di analizzare i costi economici e sociali del tumore al polmone, facendo emergere i punti salienti su cui tutti i principali stakeholder nazionali ed internazionali dovrebbero impegnarsi: la prevenzione, la sostenibilità e la partnership», ha dichiarato Francesco Frattini, chief of staff e director of communications di Roche Spa.

«Una parte importante dei costi è rappresentata dai cosiddetti costi informali, ovvero le spese contabilizzate al di fuori dei trattamenti medici e dei ricoveri: le spese per il trasporto e l’assistenza domiciliare ne costituiscono le voci più rappresentative ed onerose», ha commentato Francesco Saverio Mennini, professore di economia sanitaria all’Università di Tor Vergata.

L’importanza dell’informazione e di un approccio sistemico sono i concetti chiave che emergono dallo studio. Partendo dal presupposto fondamentale che il fumo incide sulla malattia per l’80%, se si vuole ridurre il numero di casi l’informazione gioca un ruolo cruciale, in particolare quella rivolta ai più giovani.

«Dal 1999 ad oggi la percentuale dei malati di tumore al polmone è calata del 1-2%, parallelamente alla diminuzione del consumo di sigarette. Vi è stato tuttavia un aumento del 2,6% tra la popolazione femminile. Si rendono dunque necessarie campagne di informazione e prevenzione mirate, soprattutto tra le ragazze più giovani», ha spiegato Carmine Pinto, presidente dell’Associazione italiana oncologia medica (AIOM).

«I teenager ormai iniziano a fumare tra i 13 e 14 anni e sono dunque i potenziali pazienti di domani. Sono perciò fondamentali campagne informative mirate e pensate per questo target di persone, sfruttando anche il ruolo chiave di internet e social network», ha dichiarato Marina Garassino, responsabile della Struttura semplice di oncologia medica toraco-polmonare presso la Fondazione IRCCS Istituto Nazionale di Tumori di Milano.

Infine, lo studio offre importati spunti di riflessione anche riguardo il concetto di modello sistemico, che viene letto con due modalità diverse ma integrate. «Da un lato, vi è l’esigenza di puntare su centri di eccellenza che possano fare da hub, concentrando i pazienti in poli ad alto livello di innovazione, in modo da poter ridurre i costi delle terapie innovative. Dall’altro, occorrerebbe creare team di cura interdisciplinari, o vere e proprie Lung Unit, con la partecipazione di oncologi, specialisti di medicina interna, tossicologi, biologi molecolari, medici patologi e psicologi», ha concluso Stefania Vallone, presidente di Lung Cancer Europe (LUCE).