Gestione sostenibile delle malattie croniche intestinali

Malattia di Crohn e colite ulcerosa, due malattie croniche intestinali invalidanti e piuttosto diffuse, sono state al centro di un convegno svoltosi a Roma con l’obiettivo di confrontarsi sulle criticità e valutare i modelli virtuosi di gestione delle due patologie. Il meeting, che si è tenuto presso l’Istituto Giapponese di Cultura, è stato realizzato con il contributo non condizionato di Takeda e ha visto la partecipazione di istituzioni, clinici, economisti sanitari e pazienti.

Le malattie croniche intestinali hanno un notevole impatto sulla qualità di vita dei pazienti. Esse sono ampiamente diffuse: colpiscono 2,2 milioni di persone in Europa e circa 200.000 in Italia, con un rapido e progressivo aumento di casi ad esordio in età pediatrica.

A livello mondiale il costo annuale per la sanità pubblica per la malattia di Crohn e colite ulcerosa è di oltre 30 miliardi di euro: si calcola che in Italia vengano spesi tra i 19.000 e i 23.000 euro in costi diretti per singolo paziente/anno, con un impatto dei costi indiretti sul totale della spesa che va dal 54% al 69%.

«Una diagnosi precoce e una corretta scelta terapeutica possono condizionare il decorso della patologia e ridurre le spese legate alla necessità di utilizzare terapie più costose, e ad eventuali complicanze che possono diventare in futuro irreversibili», ha spiegato Matteo Ruggeri, docente di Politica Economica dell’Università Cattolica e responsabile dell’area Health Economics e HTA di ALTEMS-UCSC.

Il dibattito si è concentrato soprattutto sul tema della sostenibilità delle nuove terapieL’immissione sul mercato dei farmaci biologici ha consentito una migliore gestione delle malattie croniche intestinali: l’obiettivo del medico è soprattutto quello di arginare l’infiammazione della mucosa e le complicanze a lungo termine della patologia, così da evitare l’utilizzo cronico di steroidi, ridurre le ospedalizzazioni e prevenire gli interventi chirurgici legati alle complicanze.

Da alcuni mesi, i medici hanno poi a disposizione vedolizumab un anticorpo monoclonale anti-integrina ad azione selettiva a livello intestinale, indicato per le forme moderato-gravi.