Al giro di boa del proprio mandato il presidente dell’Autorità nazionale Anticorruzione (ANAC), Raffaele Cantone, traccia il bilancio dell’attività relativa all’anno 2016 (leggi qui). Si tratta di una relazione lunga ben 309 pagine suddivisa in XIV capitoli.
Classifiche mondiali: Italia non brilla
Prima di approfondire le dinamiche in ambito sanitario presenti nel documento, vale la pena sottolineare come l’Italia non occupi posizioni di primo piano nelle classifiche internazionali che provano – con qualche criticità riportata nella relazione – a misurare il fenomeno della corruzione. È il caso del Corruption Perception Index (CPI), elaborato da Transparency International, nel quale l’Italia si posiziona sessantesima su 176 Paesi. La cosa non cambia di molto se si leggono anche i risultati di altri indici, come quello elaborato dalla Banca Mondiale, che ci vede novantesimi su 210.
Corruzione e sanità
Riguardo la sanità, come ha riferito lo stesso Cantone, l’ANAC ha posto grande attenzione al settore che «per i rapporti curati da organizzazioni indipendenti, in tanti fatti di cronaca e le ingenti risorse investite continua a destare particolare preoccupazione». Questo anche a seguito del rapporto di Transparency International Italia, intitolato “Curiamo la corruzione” che evidenziava come negli ultimi 5 anni si sarebbero verificati episodi corruttivi in più di 1 ASL su 3.
Tra le aree identificate come le più vulnerabili ad abusi e corruzione si segnalano gli appalti, i concorsi, l’accreditamento, la gestione dei proventi delle sperimentazioni cliniche, le liste d’attesa e delle camere mortuarie. Per tutte queste è stato richiesto di adottare specifiche misure preventive, la cui attuazione sarà oggetto di un piano ispettivo apposito.
Luci e ombre anche rispetto all’elaborazione dei Piani triennali per la prevenzione della corruzione, nonché dei programmi triennali per la trasparenza e l’integrità. Delle 845 istruttorie avviate da parte dell’Autorità molte hanno riguardato le strutture sanitarie. Non a caso, nel corso presentazione, è stata menzionata quale esempio un’ASL della regione Campania per la quale si è svolta un’attività di accompagnamento «verso il ripristino della legalità».
Il mercato dei contratti pubblici: prodotti farmaceutici al primo posto
Come per l’anno precedente, anche per il 2016, le tipologie di forniture che vengono più acquisite sono i prodotti farmaceutici, con oltre 20 miliardi, seguiti dalle apparecchiature mediche, circa 6 miliardi. Più staccate tutte le altre categorie (vedi tabella).
Infine, grande attenzione è stata posta nei confronti dei soggetti aggregatori, responsabili degli acquisti per i vari enti dislocati sul territorio, che nel 2016 hanno effettuato un totale di 390 gare per un importo complessivo di 16,5 miliardi di euro (la quota di farmaci e vaccini supera la somma di 12 miliardi). In proposito la relazione sottolinea il rafforzamento delle aree dell’ANAC responsabili della vigilanza e della regolazione, grazie all’istituzione di nuovi uffici per la vigilanza sulle centrali di committenza, sull’imparzialità dei pubblici funzionari e per la redazione delle linee guida dei bandi-tipo.
Insomma, l’attività dell’ANAC procede, usando le parole del presidente Mattarellla e utilizzate anche nelle conclusioni da Raffaele Cantone, affinché si imponga sempre più l’idea della corruzione come un grave pericolo sociale, un furto di futuro e di democrazia. Auguriamocelo tutti.