Cinque scuole secondarie di secondo grado, l’Istituto di Istruzione Superiore “Tommaso D’Oria” di Ciriè (TO); l’Istituto di Istruzione Superiore “Giovanni Sulpicio” di Veroli (FR); il Liceo Scientifico “Giuseppe Peano” di Roma; il Liceo Ginnasio “Mario Cutelli e Carmelo Salanitro” di Catania; l’Istituto Professionale “Pietro Piazza” di Palermo per un totale di 325 studenti e 105 farmacie in Piemonte, Lazio e Sicilia.

Sono il campione rappresentativo su cui è stata inviata l’indagine “Feel Good”, promossa da Cittadinanzattiva e Federfarma per conoscere il percepito e migliorare l’informazione sul tema dell’obesità giovanile, in particolare, e nel suo complesso. Punto di forma dell’iniziativa, la definizione di un “decalogo” di interventi per arginare il fenomeno.

Ne vogliono sapere di più

I ragazzi sono consapevoli che l’obesità rappresenta un problema importante, patologico. Ma non si accontentano. Vogliono approfondire il tema: lo dichiara oltre il 93% degli studenti, di entrambi i sessi, che hanno partecipato all’iniziativa e poco meno del 60% parteciperebbe ad un progetto dedicato a questi temi.

Riconoscono anche l’implicazione psicologica dell’obesità: quasi il 68% è consapevole delle difficoltà di inserimento nel tessuto sociale dei giovani che ne soffrono, spesso vittime di atti di bullismo secondo i più (91% circa).

Ancora, sette studenti su dieci affermano che l’obesità impatta sulla qualità della vita, che può essere causa dello sviluppo di patologie correlate (50%), a fronte di quasi due su cinque (39% circa) che affermano che sia un disturbo alimentare.

Una quota a parte ha cognizione di un problema diffuso: il 54% lo ritiene un fenomeno preoccupante soprattutto tra i bambini e al sud, secondo il 68% dei ragazzi riconducibile a diversi fattori: predisposizione genetica, cause ambientali, patologie correlate, farmaci, etc. Sono alcuni dei dati rilevati dall’indagine, fra i ragazzi con conoscenze che “superano” in alcuni casi quelle degli adulti.

Il coinvolgimento della farmacia

Le farmacie aderenti, dislocate nei territori in prossimità delle scuole partecipanti, hanno raccolto 1043 questionari di cittadini, in misura maggiore donne, in età lavorativa e con un livello culturale mediamente buono.

Tuttavia, il 29% afferma di saperne poco o affatto di sovrappeso, obesità e implicazioni correlate: 4 su 5 identificano le cause di sviluppo in errati comportamenti personali, alimentari o in stili di vita non congrui, 3 su 4 li riferiscono l’obesità correlata ad altre patologie o alterazioni metaboliche, circa 3 adulti su 5 a fattori genetici o predisposizione familiare. Un peso minore viene dato a aspetti psicologici (52,9%), a fattori socio-economiche e ambientali (42,1%), mentre che l’obesità abbia una insorgenza multifattoriale, non legata alla sola volontà della persona, è la convinzione dei più (80,2%). Infine il 67,8% dei cittadini ritiene l’obesità una vera e propria malattia, impattante al pari di altre patologie croniche (84%).

«Federfarma condivide le finalità e appoggia il progetto Feel Good – dichiara Marco Cossolo, presidente di Federfarma nazionale – perché in linea con la quotidiana attività delle farmacie di comunità, dove il farmacista accoglie, informa e orienta il cittadino su salute e corretti stili di vita. L’obesità è una patologia da non sottovalutare e le farmacie vogliono dare il loro contributo».

Le azioni da mettere in campo

Includere l’obesità nei LEA (Livelli Essenziali di Assistenza), promuovere la strutturazione di centri ed equipe specializzate ed integrate sul territorio nazionale, oggi presenti a macchia di leopardo.

Sono alcune delle azioni ritenute prioritarie a fronte dei dati emersi dall’indagine e dai numeri della patologia: 18% di ragazzi fra gli 11 e i 17 anni in sovrappeso e 4% obeso, secondo i dati dell’Istituto Superiore di Sanità al 2022. A ciò si aggiungono altre 9 necessità prioritarie evidenziate da Cittadinanzattiva che richiedono l’impegno congiunto di governo, autorità sanitarie, società scientifiche, associazioni civiche e pazienti e farmacie. Nello specifico:

  • Azioni di (in)formazione e sensibilizzazione sull’obesità, capillarizzata secondo i target, e che coinvolga bambini, adolescenti e genitori.
  • Inclusione, come anticipato, dell’obesità fra i LEA, riconoscendone lo stato di patologia
  • Fare rete sul territorio fra i vari professionisti delle salute: medico di famiglia, pediatra in primo luogo, al fine di rispondere in modo multidimensionale e multiprofessionale ai bisogni delle persone con obesità.
  • Valorizzare il contributo della farmacia di comunità nell’azione di sensibilizzazione della popolazione, nell’offerta di servizi e nella presa in carico dei bisogni di salute di questo cluster di pazienti.
  • Avviare programmi di educazione civica mirati, volti alla promozione della salute e del benessere così come indicato dalla Legge 92/2019, art. 3 comma 2, all’interno dei percorso scolastici.
  • Porre attenzione alla nutrizione, nello specifico nelle mense scolastiche, attraverso le Commissioni mensa da un lato e le Asl dall’altro, strutturando menù sani, vari ed equilibrati, in funzione delle diverse fasce di età.
  • Mitigare l’impatto delle disuguaglianze socio-economiche sull’obesità, sviluppando interventi mirati e inclusivi, tali da favorire una alimentazione sana e all’attività fisica più equo e universale.
  • Contrastare lo stigma sociale, con il supporto del media, di politiche pubbliche, coinvolgendo e valorizzando il ruolo delle organizzazioni civiche e delle associazioni dei pazienti, in questa azione di sensibilizzazione e conoscenza consapevole della problematica.

Altre attività della campagna

Struttura un percorso informativo-formativo interattivo on line nelle scuole mirati al benessere fisico e psichico, alla promozione della body positivity, contrastando e informando all’opposto il body shaming nella vita quotidiana e online.

Inoltre fra le iniziative suggerite dalla campagna indagine, si propone la realizzazione di appositi corner informativi, con i ragazzi nel ruolo di “informatori di salute” sui temi della campagna; la formazione su fattori di rischio e stili di vita, il coinvolgimento di genitori e docenti nell’educare e nel supportare la prevenzione e/o il sostegno alla cura.

Non ultimo, la somministrazione, nelle farmacie aderenti, di un questionario per rilevare il grado di consapevolezza e percezione dei fattori di rischio ed interventi personalizzati di educazione sanitaria.

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