Dal 7 al 10 maggio 2025 si è tenuto il 26° Congresso Nazionale A.R.C.A., durante l’evento sono stati presentati i risultati dello studio “Ruolo della supplementazione aminoacidica on top alla terapia farmacologica in pazienti con scompenso cardiaco di classe NYHA II – III”.

L’obiettivo della ricerca è stato indagare il ruolo della supplementazione aminoacidica con miscele Nutrixam FMS on top alla terapia farmacologica in pazienti con scompenso cardiaco di classe NYHA II – III.

Si tratta di uno studio osservazionale, multicentrico, retrospettivo, basato sull’esperienza clinica di un pool di cardiologi A.R.C.A. su una popolazione di soggetti con scompenso cardiaco di classe NYHA II- III. Fine ultimo del lavoro, un miglioramento della qualità di vita, un aumento della massa muscolare e un incremento dell’albumina plasmatica.

In Italia, lo scompenso cardiaco è la terza causa di ospedalizzazione nella popolazione generale ed è la prima nei soggetti di oltre 65 anni. Inoltre, lo scompenso cardiaco si associa a una mortalità intraospedaliera del 5-7%.

La gestione dello scompenso cardiaco può essere supportata dall’adozione di stili di vita che prevengano l’insorgenza di queste condizioni. Diverse evidenze hanno indicato come, in aggiunta ai trattamenti farmacologici, anche gli stili di vita e supplementazioni mirate possano permettere un miglioramento del quadro generale e della qualità della vita. Le malattie cardiovascolari si associano a un difetto del metabolismo cardiaco degli aminoacidi, soprattutto essenziali EAA e ramificati BCAA, con ripercussioni sui loro livelli circolanti. Nei pazienti con scompenso cardiaco è stata osservata una ridotta concentrazione plasmatica di EAA e BCAA, fattore che è stato correlato alla gravità della malattia.

I ricercatori hanno condotto lo studio in questo modo: dai database A.R.C.A. sono stati selezionati in maniera retrospettiva oltre 200 soggetti adulti (di età compresa tra i 65 e 70 anni) con scompenso cardiaco di classe NYHA II-III ai quali hanno somministrato la miscela aminoacidica Nutrixam FMS alla dose di 2 buste al giorno per 60 giorni, in aggiunta alla normale terapia farmacologica. I risultati hanno confermato l’efficacia della supplementazione aminoacidica con miscele Nutrixam FMS dal punto di vista dell’aumento dell’albumina circolante, della massa muscolare con conseguente miglioramento del test del cammino e degli item riconducibili a un significativo miglioramento della qualità di vita. I parametri osservati sono stati:

  • miglioramento significativo dell’albuminemia (p<0,001),
  • circonferenza coscia (p<0,001),
  • test del cammino (p<0,001),
  • saturazione di ossigeno (p<0,01),
  • frequenza cardiaca (p<0,05),
  • qualità della vita percepita (p<0,001).

Giovanni Battista Zito, presidente Nazionale A.R.C.A, ha parlato dell’ente: “Obiettivo dell’associazione è legare la conoscenza scientifica sempre aggiornata alla pratica di Real Life sul territorio, in virtù del fatto che uno degli obiettivi di A.R.C.A. è la realizzazione dei programmi di prevenzione in campo cardiologico. Per questo ARCA è da sempre impegnata a sensibilizzare la popolazione sui rischi delle malattie cardiache e a promuovere stili di vita sani”.

Zito ha poi parlato dello scompenso cardiaco: “rappresenta una vera sfida per il cardiologo: è importante spezzare quel circolo vizioso che si instaura negli stili di vita dei soggetti scompensati che essendo sempre più affaticati riducono sempre più le loro attività quotidiane. Per questo per noi cardiologi è importante indagare su strumenti che, in add on alla terapia farmacologica, possano aiutare il paziente a migliorare anche in piccola misura la loro performance fisica. Le miscele aminoacidiche dimostrano di essere un valido alleato sia dal punto di vista clinico sia prettamente di qualità della vita e per questo è importante educare il paziente ad implementare strategie di supplementazione mirate”.

Il percorso diagnostico e terapeutico del paziente con scompenso cardiaco dovrebbe prevedere un approccio multidisciplinare, come indicato dalle linee guida dell’Istituto Superiore di Sanità.

Infatti, Giuseppe Bellelli, Professore Ordinario e Direttore della Scuola di Specializzazione di Gerontologia e Geriatria all’Università di Milano-Bicocca, Direttore dell’Unità Operativa Complessa di Geriatria, IRCCS San Gerardo dei Tintori, Monza, ha affermato: “La fragilità non va considerata come una condizione sociale o un semplice sinonimo di età avanzata, ma come una condizione biologica e definibile sul piano clinico, che può incidere in modo significativo sulla prognosi e sulla gestione del paziente. In questo contesto, la cura di un paziente anziano con scompenso cardiaco richiede un approccio multidisciplinare, che integri le competenze del centro specialistico con il supporto dei servizi territoriali. La gestione deve seguire una logica di integrazione delle competenze, capace di affrontare non solo la dimensione cardiologica, ma anche di riconoscere e affrontare la fragilità, condizione frequente tra chi soffre di scompenso.”

 A proposito dei pazienti geriatrici Bellelli ha commentato: “Molti di questi pazienti presentano anche sarcopenia, ovvero una perdita progressiva di massa e forza muscolare, che rappresenta un segnale clinico chiaro di fragilità. Questo stato aumenta il rischio di complicazioni, in particolare quando sono presenti più patologie contemporaneamente. Le patologie cardiovascolari sono molto diffuse nella popolazione geriatrica e richiedono una gestione attenta e personalizzata. Tuttavia, non è l’età in sé a determinare la vulnerabilità, ma piuttosto l’interazione tra condizioni cliniche, funzionali e nutrizionali che condizionano l’insorgenza di fragilità. Per questo, la gestione del paziente con scompenso cardiaco deve essere globale, individualizzata e proattiva, includendo: educazione alimentare, promozione di stili di vita sani, dieta mediterranea, attività fisica anche moderata, e, quando indicato, integrazione aminoacidica mirata. Questi interventi aiutano a contenere la fragilità e a migliorare l’efficacia delle terapie farmacologiche”.

L’esperienza clinica maturata da ARCA ha evidenziato i benefici di una miscela aminoacidica come Nutrixam nei pazienti anziani con scompenso cardiaco. Questi risultati sottolineano l’importanza di una gestione olistica, che superi l’approccio organo-centrico e consideri la persona nella sua globalità biologica e funzionale.” ha concluso Belelli.

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