Nei pazienti affetti da sclerosi laterale amiotrofica – SLA, le cellule nervose del cervello e del midollo spinale che controllano i movimenti volontari subiscono un processo di graduale deterioramento alla base di una crescente perdita di funzionalità muscolare e progressiva paralisi dei muscoli volontari, compresi quelli respiratori, che porta alla morte.

Si tratta di una malattia rara devastante, le cui cause esatte sono ancora sconosciute, e che ha una prognosi che oscilla in media tra due e cinque anni.

In circa il 2% delle persone affette da SLA, la condizione è causata da una mutazione genetica (cambiamento) che porta alla produzione di enzimi SOD1 difettosi, causando la morte delle cellule nervose.

L’unico trattamento disponibile per la SLA

Attualmente esiste un solo trattamento per la SLA, il riluzolo, autorizzato nell’Unione Europea. Ai pazienti viene offerto un trattamento di supporto per alleviare i sintomi della malattia, come la terapia fisica, occupazionale o logopedica e il supporto respiratorio. Resta, tuttavia, un importante unmet clinical need in relazione a terapie efficaci e in grado di prolungare la vita dei pazienti con SLA.

Tofersen e i dati alla base del parere positivo del CHMP

Qalsody è un oligonucleotide antisenso che si lega all’mRNA del gene SOD1 per ridurre la produzione della proteina SOD1. Riducendo la quantità di proteina SOD1 difettosa, questo farmaco dovrebbe migliorare i sintomi della sclerosi laterale amiotrofica.

Il parere positivo del Comitato per i medicinali per uso umano – CHMP, dell’EMA si basa sulla totalità delle prove, tra cui il funzionamento mirato del farmaco, gli effetti osservati in un modello animale di SOD1, i biomarcatori e i dati clinici.

Il trial clinico di 28 settimane 

I dati clinici sono stati ottenuti da un trial clinico randomizzato, in doppio cieco e controllato con placebo della durata di 28 settimane, condotto su 108 pazienti di età compresa tra 23 e 78 anni con debolezza attribuibile alla SLA e una mutazione del gene SOD1 confermata. 

Lo studio ha assegnato in modo casuale i pazienti arruolati, in un rapporto di 2:1, a ricevere un trattamento attraverso un’iniezione spinale con Qalsody o placebo per 24 settimane. La catena leggera del neurofilamento (NfL) plasmatica è stata misurata durante lo studio come marcatore del danno e del deterioramento degli assoni (strutture filiformi attaccate alle cellule nervose che inviano segnali lontano dalla cellula). 

Nei pazienti che hanno ricevuto Qalsody sono state osservate riduzioni di circa il 60% delle concentrazioni plasmatiche di NfL rispetto al gruppo placebo, il che suggerisce una riduzione del danno neuronale. È stato inoltre osservato un miglioramento numerico delle capacità fisiche dei pazienti che hanno ricevuto Qalsody rispetto ai partecipanti allo studio che hanno ricevuto il placebo, come misurato dalla scala di valutazione standard nota come “ALS Functional Ratings Scale-Revised” (ALSFRS-R)1 .

Le richieste del CHMP: uno studio di estensione in aperto

Il CHMP ha richiesto al richiedente di presentare dati successivi all’autorizzazione per caratterizzare ulteriormente l’efficacia e la sicurezza a lungo termine di Qalsody, sulla base di uno studio di estensione a lungo termine in aperto, di una collaborazione con due registri di malattia e di uno studio osservazionale basato su un registro.

Inoltre, si studierà se l’uso di tofersen può ritardare o addirittura prevenire la comparsa di SLA clinicamente manifesta in pazienti SOD1-ALS presintomatici.

Valutazione rischi-benefici e richiesta di autorizzazione in circostanze eccezionali

Gli effetti collaterali più comunemente riportati sono stati dolore, affaticamento, piressia (febbre), artralgia (dolore articolare), mialgia (dolore muscolare) e aumento dei livelli di globuli bianchi e proteine nel liquido cerebrospinale.

Il CHMP ha consultato i rappresentanti dei pazienti durante la valutazione dei benefici e dei rischi di Qalsody per garantire che le esigenze dei pazienti e il loro punto di vista siano presi in considerazione nel processo decisionale.

La raccomandazione del CHMP è per un’autorizzazione all’immissione in commercio in circostanze eccezionali. Questa via di autorizzazione consente ai pazienti di accedere a farmaci per i quali non è possibile ottenere dati completi nelle normali condizioni d’uso, perché i pazienti affetti dalla malattia sono pochissimi, la raccolta di informazioni complete sull’efficacia e la sicurezza del farmaco non sarebbe etica o ci sono lacune nelle conoscenze scientifiche. Questi farmaci sono soggetti a specifici obblighi e monitoraggi post-autorizzazione.

I prossimi step per Qalsody

Il parere adottato dal CHMP è una tappa intermedia nel percorso di Qalsody verso l’accesso ai pazienti.

Il parere del CHMP sarà ora inviato alla Commissione europea per l’adozione di una decisione sull’autorizzazione all’immissione in commercio in tutta l’UE.

Una volta concessa l’autorizzazione all’immissione in commercio, le decisioni sul prezzo e sul rimborso avverranno a livello di ciascuno Stato membro, tenendo conto del ruolo o dell’uso potenziale del farmaco nel contesto del sistema sanitario nazionale dello specifico Paese.