Cosmofarma roadshow non si ferma e domenica 30 novembre fa tappa all’Aurum di Pescara per parlare di confronto generazionale in farmacia con un appuntamento che prende il titolo di “Generazioni in farmacia: aspetti economico/finanziari, organizzativi, tecnologici e di comunicazione per valorizzare l’heritage della professione”.

Così Francesca Ferilli, Amministratore Delegato di BOS: “Siamo entusiasti di approdare a Pescara per la prossima tappa del roadshow di Cosmofarma. La manifestazione fieristica nel corso dell’anno vuole avvicinarsi ai diversi territori sia per cogliere nuovi punti di vista e opinioni sui temi di maggior attualità, sia per proporre interventi divulgativi di alto livello con l’obiettivo di favorire la massima interazione tra gli stakeholder della farmacia e renderli protagonisti nel percorso che ci accompagnerà a maggio in fiera. A Pescara ci concentreremo sul tema del confronto generazionale in farmacia nei suoi diversi aspetti, che sarà il focus di Cosmofarma 2026, accompagnata dal claim ReGeneration NewGeneration, e lo faremo grazie alla presenza di esperti e farmacisti, attraverso un programma realizzato a quattro mani insieme alle istituzioni locali, che ci auguriamo davvero possa essere fonte di riflessione e confronto per la community della farmacia abruzzese”.

L’appuntamento si svolge con il patrocinio dell’Ordine dei Farmacisti, di Federfarma Pescara e di Agifar Abruzzo. Abbiamo raccolto le dichiarazioni di Francesco Ferro Russo, Presidente Agifar Abruzzo alla viglia di questo appuntamento.

Cosmofarma fa tappa in Abruzzo per parlare di diversi approcci generazionali in farmacia. Quali sono gli aspetti cruciali di questo confronto tra generazioni?
«Il confronto ruoterà intorno a tre assi portanti: come ottimizzare l’organizzazione interna della farmacia, come strutturare un assetto aziendale funzionale e come gestire l’evoluzione tecnologica. L’evento avrà soprattutto la peculiarità di osservare ogni tema dal punto di vista di (almeno) due generazioni diverse di farmacisti, che concordano nel riconoscere la necessità improcrastinabile di fare sintesi in questo momento storico. Mi lasci dire, infine, che per la mia terra, alla quale sono profondamente legato, ospitare un evento di questo calibro rappresenta un grande riconoscimento ad un lungo lavoro di squadra da parte di Agifar Abruzzo, sia sul territorio sia sul nazionale all’interno di Fenagifar».

Qual è la maggiore differenza che percepisce tra il modo in cui le diverse generazioni vivono la farmacia?
«La farmacia ha vissuto negli ultimi vent’anni delle evoluzioni che la generazione più esperta, per certi versi, non si aspettava sia a livello di struttura che a livello di sistema:
dall’apertura alle dinamiche del libero mercato, attraverso progressive liberalizzazioni, all’intuizione ed attuazione della “farmacia dei servizi” che ci posiziona come primo punto di accesso del cittadino al sistema sanitario sul territorio. La mia generazione è “nativa” di questo modello di farmacia, questo porta inevitabilmente vantaggi e svantaggi. Non può però esserci futuro senza un’attenta comprensione del passato: “le ali e le radici”, per citare il Sen. D’Ambrosio Lettieri. Sicuramente l’ambito più “critico” è quello relativo alle nuove tecnologie, dove dovrà necessariamente essere trovato un linguaggio generazionale comune, che permetta di mettere a sistema una nuova visione con una radicata tradizione professionale».

Quali sono le sfide professionali della sua generazione?
«La più grande differenza che ravvedo rispetto al passato, parlando in termini di “azienda della salute”, è sicuramente un irreversibile assottigliamento del margine d’errore.
Oggi sono richieste competenze trasversali e molteplici, la cui profondità necessaria va rapportata sia con l’impietoso fattore tempo sia con i nuovi competitor. Gli stimoli sono tantissimi, anche grazie ai nuovi metodi di veicolare le informazioni. Questo può rappresentare un vantaggio, ma bisogna fare una tanto attenta quanto costosa selezione di quali percorrere. La vera sfida è decidere come posizionarsi, senza mezze misure. Forse non esiste un modello di farmacia giusto in senso assoluto, di certo quello che bisogna ricercare è un’indissolubile coerenza tra i principi aziendali e ciò che di noi arriva effettivamente al cliente-paziente».

Cosa ciascuna generazione può insegnare alle altre in termini di approccio alla salute e al ruolo della farmacia?
«La generazione di mio padre, che io vedo ancora ogni giorno innamorato della nostra professione, può trasmetterci lucidità nelle valutazioni, esperienza nella conduzione e solidità nella gestione delle inevitabili fasi aziendali. La generazione dei figli può ridare entusiasmo a coloro i quali si sentono sopraffatti dal cambiamento, visione a medio termine e, perché no, quel pizzico di coraggio nell’osare. Tutto questo, mantenendo sempre focalizzato il principale obiettivo del farmacista e della farmacia: migliorare la qualità della vita di chi ogni giorno si rivolge a noi».

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