Integratori alimentari: per Federsalus un settore da 3,3 miliardi

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L’industria degli integratori alimentari ha riscontrato una costante espansione negli ultimi 15 anni e va oggi incontro a un consolidamento. I dati Federsalus

A utilizzare gli integratori alimentari per preservare il proprio stato di salute sono il 65% degli  italiani, una percentuale pari a 32 milioni di individui. Nell’ultimo triennio sono aumentate significativamente anche le prescrizioni mediche, che nel 2018 sono state 26milioni, per la consapevolezza degli specialisti dell’importanza che gli integratori svolgono nella gestione del paziente. Studi recenti hanno dimostrato come un uso sistematico di determinati integratori riduca il rischio di numerose patologie, in primis quelle cardiovascolari e le fratture per osteoporosi. Gli integratori rientrano dunque a pieno titolo nella pratica di medici generici, pediatri, ortopedici e ginecologi, che sono le principali categorie che ne consigliano un utilizzo ai propri assistiti.

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Nel 2018 la farmacia ha venduto l’86% degli integratori alimentari

I dati FederSalus

Canale principale di distribuzione al pubblico degli integratori alimentari è la farmacia, che nel 2018 ha venduto l’86% degli integratori. Per il restante 14%, i canali sono la parafarmacia (8,6%) e la Gdo (5,4%).  Sono questi alcuni dati della quarta indagine FederSalus ‘La filiera dell’integratore alimentare’, presentata ieri a Roma, presso la Camera dei Deputati.

 “Oggi il fatturato industriale nei tre canali rilevati – farmacia, parafarmacia e grande distribuzione – è di oltre 3,3 miliardi, in crescita del 5% rispetto all’anno scorso”, ha sostenuto Marco Fiorani, presidente di FederSalus, associazione nazionale che comprende circa 200 aziende del settore. La crescita del comparto è legata innanzitutto all’innovazione del prodotto, che cerca sempre più di soddisfare le necessità del moderno consumatore.

Sulla base dell’indagine, le aziende del settore hanno investito soprattutto in impianti e nuovi macchinari, in ricerca e sviluppo, tecnologie e formazione del personale. Positivi anche i dati relativi all’occupazione, in crescita dell’8,7%. Sono molte, inoltre, le realtà che cercano una ‘finestra oltreconfine’.

“Le aziende che hanno internazionalizzato hanno riscontrato un aumento di fatturato di molto superiore rispetto alle aziende che non lo hanno fatto”, ha sostenuto Fiorani, sottolineando che “l’industria italiana dell’integratore alimentare è riconosciuta come un’eccellenza a livello internazionale. FederSalus vuole favorire lo sviluppo industriale nel lungo termine, in un contesto normativo in grado di valorizzare l’identità specifica dell’integratore rispetto all’alimento ed il suo ruolo per la salute ed il benessere delle persone. Tuttavia per continuare a creare occupazione e innovazione e quindi crescita, il settore necessita di criteri di valutazione di sicurezza ed efficacia specifici per l’integratore a livello europeo. La mancata armonizzazione regolatoria nell’UE è un freno alla libera circolazione dei prodotti e quindi alle esportazioni delle aziende italiane, che sono un riferimento di qualità nel mondo”.