Alberto Fontanesi (Federfarma Veneto): la farmacia convenzionata è un’opportunità

fontanesiTema farmacia ha incontrato Alberto Fontanesi, presidente Federefarma Veneto, per conoscere la situazione delle farmacie della sua regione.

Dottor Fontanesi, qual è la situazione delle farmacie nel Veneto?
Nella Regione Veneto il mercato farmaceutico registra un andamento in linea con quello nazionale. Nei primi mesi del 2015 si è assistito a una timida ripresa delle vendite, che ci fa ben sperare, ma senza dimenticare il lungo periodo di stagnazione che l’ha preceduta. Tale crescita del fatturato globale è probabilmente dovuta al diverso clima economico che si respira nel paese, ma al netto di questi fatti la situazione delle farmacie desta, comunque, non poche preoccupazioni. Molte sono le farmacie che versano in condizioni economiche preoccupanti, mentre alcune sono fallite, per fronteggiare queste criticità ci stiamo attivando cercando di trovare soluzioni finanziarie che possono aiutare quei colleghi, che hanno situazioni economiche sanabili, attraverso accordi con istituti finanziari, in primis Credifarma, poi con molti istituti privati, che si stanno rendendo conto delle opportunità che il nostro canale potrebbe dare. Per quanto riguarda l’attività sindacale, nella recente campagna elettorale da noi seguita, non abbiamo mancato di ricordare alla classe politica veneta l’importanza del canale delle farmacie, finora sottoutilizzato, con la ferma convinzione che le farmacie, se adeguatamente valorizzate, sono in grado di produrre economie al sistema sanitario. In quest’ottica la Dpc è uno strumento, che se adeguatamente implementato, può contribuire in tal senso. La distribuzione per conto, attiva su tutto il territorio regionale, in alcune Asl è decisamente sottoutilizzata, e sono molti i contenziosi aperti tra aziende sanitarie e farmacie, che si traducono in maggiori oneri per queste ultime. In tal senso, abbiamo fatto presente alle istituzioni, che quando dispensano prodotti farmaceutici direttamente possono incorrere in maggiori oneri, dovuti a una struttura distributiva non ottimale dal punto di vista del cittadino. Così può capitare che vengano fornite dosi eccessive di farmaco. Ciò non accade con la Dpc, in quanto, oltre a fornire la tracciabilità delle forniture ai pazienti forniamo un numero di confezioni limitato. Abbiamo ottenuto di partecipare al progetto di monitoraggio dei reali costi della distribuzione diretta, da parte dell’Ufficio Farmaceutico Regionale, e ci piacerebbe che fosse certificato da un ente esterno. I risultati ottenuti potranno essere una base di partenza per dimostrare, nei fatti, la convenienza della Dpc.
Quali sono i vostri progetti futuri?
Il nostro obiettivo è quello di trovare nuove opportunità per le farmacie, un progetto a cui stiamo lavorando a quello di garantire l’aderenza terapeutica in alcune malattie croniche. La Commissione Regionale ha sancito la possibilità da parte delle farmacie di collaborare, a livello territoriale, con le Asl di pertinenza e il medico di medicina generale, per migliorare l’aderenza terapeutica. In questo senso stiamo portando avanti progetti sperimentali nei vari ambiti territoriali. Un’occasione per affrontare questo tema sarà sicuramente il Pharmait, che si terrà ad ottobre, in quel contesto sarà possibile fare il punto non solo sulla farmacia veneta, ma anche nazionale. Sarà anche l’occasione di confronto con i medici, per discutere del rapporto tra medico e farmacista. Non di secondaria importanza è la sensibilizzazione dei colleghi e della classe politica, sul Ddl concorrenza che permetterà l’ingresso del capitale in farmacia. Non siamo contrari a questo, che anzi, apre a nuove opportunità, a patto che sia ben normato per evitare storture, anche gravi. Per tale motivo, vogliamo sensibilizzare i decisori alle nostre istanze. In conclusione vorremmo che la Regione Veneto vedesse la farmacia convenzionata come un’opportunità e non un costo.

Marco Colombini