Pubblicato dall’Agenzia italiana del Farmaco il rapporto sui farmaci biosimilari aggiornato a settembre 2021. Oltre ai trend di consumo, riporta spesa e variabilità regionale. Presenti inoltre due approfondimenti: il primo sull’evoluzione dei prezzi nei diversi canali erogativi e il secondo sull’andamento dei consumi delle formulazioni endovenose e sottocutanee, ove disponibili

È stato pubblicato dall’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) il rapporto relativo al monitoraggio dei farmaci biosimilari in Italia aggiornato a settembre 2021 che riporta, oltre ai trend di consumo, spesa e variabilità regionale. Sono presenti inoltre, due approfondimenti: uno sull’evoluzione dei prezzi nei diversi canali erogativi e l’altro sull’andamento dei consumi nelle formulazioni endovenose e sottocutanee, laddove disponibili.

L’obiettivo della pubblicazione Aifa è quello di fornire informazioni utili agli operatori impegnati nelle attività di monitoraggio e governance della spesa farmaceutica, per promuovere l’uso dei medicinali a brevetto scaduto, valutare l’efficacia delle gare regionali, individuare le aree di intervento e monitorare gli effetti delle politiche introdotte.

I trend di consumo

L’introduzione dei biosimilari ha rappresentato un vantaggio per la governance della spesa farmaceutica, contribuendo a razionalizzarla per quanto attiene alle molecole biologiche a brevetto scaduto. L’incidenza dei consumi dei biologici a brevetto scaduto risulta, tuttavia, notevolmente diversa non solo sulla base del tipo di molecola considerata, ma anche in base alle diverse realtà territoriali prese in esame. A livello nazionale si evidenzia comunque un incremento tendenziale nel consumo di biosimilari, soprattutto per quanto attiene alle molecole con prodotti di più recente commercializzazione.

L’analisi della variabilità regionale

La variabilità regionale nel consumo di biosimilari rappresenta un elemento importante ai fini dell’analisi. Il rapporto riporta, quindi, il monitoraggio delle quantità consumate e del prezzo medio, dei farmaci erogati nel canale degli acquisti diretti, focalizzandosi sui valori registrati nelle singole Regioni e sullo scostamento rispetto agli andamenti nazionali. Nel rapporto sono incluse tabelle analitiche che mettono in evidenzia il risparmio che ogni Regione potrebbe conseguire allineando il valore del prezzo medio per confezione corrisposto con quello nazionale.

Il prezzo medio per categoria terapeutica

L’obiettivo delle analisi proposte è descrivere l’evoluzione del prezzo medio di questi medicinali nel canale degli acquisti diretti (attraverso il flusso NSIS della tracciabilità del farmaco), distinguendo tra le diverse aree geografiche nell’arco temporale considerato. Il risultato viene sintetizzato mediante analisi grafiche in cui è riportato l’andamento mensile del prezzo medio per confezione, del costo medio DDD (per dose media giornaliera per un soggetto adulto) e del costo medio per unità posologica, ottenuto utilizzando un sistema di classificazione per categoria terapeutica (IV livello ATC).

L’andamento del prezzo viene rappresentato per i farmaci originator, per i relativi biosimilari e per gli altri prodotti coperti da brevetto facenti parte della medesima categoria. A livello nazionale è particolarmente evidente come il trend del prezzo venga condizionato dalla disponibilità dei diversi medicinali e come la presenza del biosimilare sia in grado di guidarne una riduzione. «Altrettanto evidente è la profonda eterogeneità riscontrata tra le Regioni, certamente legata alla diversa efficacia delle gare e alla differente penetrazione dei biosimilari» si legge nel rapporto.