Nonostante i medici sin dal 2006 possano prescrivere preparazioni galeniche a base di cannabinoidi a uso terapeutico, sono ancora poco diffuse le informazioni relative a queste preparazioni e alle modalità prescrittive. Un convegno sul tema lo scorso 3 febbraio a Napoli ha voluto fare chiarezza e promuovere un confronto tra tutte le professionalità coinvolte nelle terapie

Dal 2006 in Italia i medici possono prescrivere preparazioni galeniche, da far allestire al farmacista, a base di Dronabinol, la sostanza attiva che si ottiene dalle infiorescenze della cannabis. Tuttavia, a distanza di 16 anni dall’introduzione dei cannabinoidi ad uso terapeutico, esiste ancora una scarsa conoscenza di queste preparazioni e delle modalità di prescrizione.

I temi principali sul tavolo

Lo scorso 3 febbraio a Napoli si è tenuto il convegno “Cannabis medica e preparazioni galeniche: le sfide in campo formulativo, farmaceutico e clinico” promosso dal Dipartimento di Farmacia dell’Università Federico II, con l’obiettivo di promuovere un confronto tra tutte le professionalità coinvolte nelle terapie: dalla produzione e distribuzione delle materie prime necessarie alle preparazioni alle figure legate alla regolamentazione nazionale e regionale, dal mondo dell’Università agli ordini professionali.

«La grande partecipazione al convegno è sintomatica del crescente interesse verso queste terapie – ha dichiarato la professoressa Agnese Miro, responsabile scientifico dell’evento – Il tema è stato affrontato sia dal punto di vista scientifico che dal punto di vista normativo, grazie alla presenza di importanti esperti. La normativa è in continua evoluzione, è essenziale l’impegno di tutti affinché ci sia una maggiore comprensione degli step burocratici nella gestione di queste terapie. Una menzione speciale va alla Regione Campania, che ha precorso i tempi e da anni ha istituito il Tavolo Tecnico Regionale sulla Cannabis».

La Campania, un esempio di best practice

«La Regione Campania ha istituito da anni un Tavolo Permanente sull’utilizzo della cannabis medica, che ha l’obiettivo di stimolare, attraverso lo scambio di conoscenze e competenze, percorsi di formazione con la classe medica e di informazione corretta verso la popolazione affinché ci sia una maggiore comprensione e quindi un migliore utilizzo di questa risorsa farmacologica che riveste grande interesse su numerose patologie» ha ricordato Ugo Trama, Dirigente Politica del Farmaco e dispositivi della Regione Campania.

Un settore che richiede strutture, competenza e personale formato

«Oggi abbiamo fatto chiarezza su un tema molto complesso anche dal punto di vista regolatorio – ha commentato Mila De Iure, direttore generale ASSORAM. Occorre infatti la massima attenzione alle Good Agricoltural and Collecting Practices (GACP) oltre che alle Good Manufacturing Practices (GMP). È emerso chiaramente che non è un settore in cui si può improvvisare, ma che richiede strutture, personale formato e processi dedicati in tutte le fasi della produzione, distribuzione, e dispensazione».

Problemi di approvvigionamento e soddisfacimento del bisogno nazionale

Il convegno è stato anche l’occasione per analizzare più nel dettaglio i problemi legati all’approvvigionamento e al soddisfacimento del fabbisogno nazionale di questi preparati. Stando ai dati del Ministero della Salute, nel 2021, le vendite di sostanze vegetali a base di cannabis prodotta dallo Stabilimento Chimico Farmaceutico di Firenze si sono attestate poco sotto 280mila, a fronte di un totale di prodotti venduti pari a 1.271.475.

Il numero di pazienti che potrebbe beneficiare di queste terapie, poi, sarebbe di gran lunga superiore se non si scontrasse con una certa resistenza del mondo sanitario. «Momenti come questo sono estremamente importanti. Oggi abbiamo condiviso cultura scientifica e messo ordine su un tema che nell’immaginario collettivo sconta molte imprecisioni e non conformità. Sono oltremodo lieto che siano maturi i tempi per accelerare sul fronte della giusta soddisfazione del fabbisogno nazionale recuperando il ritardo che scontiamo rispetto all’Europa. Recuperare il gap rispetto all’Europa ha un valore etico e sociale a tutela del cittadino paziente nelle reali e potenziali aree terapeutiche di utilizzo» ha evidenziato il presidente ASSORAM, Pierluigi Petrone.