Il ruolo del farmacista come presidio di salute territoriale richiede sempre più competenze. L’Azienda Ospedaliera Universitaria Integrata e Federfarma Verona hanno organizzato corsi di formazione per aiutare pazienti vittime di una dipendenza. Sempre più diffusa, anche se, se ne parla molto poco, è quella da farmaci, così come quelle da alcool, da fumo, da gioco d’azzardo, da shopping compulsivo e anche dai sociale media.

La farmacia, primo front-office sanitario del cittadino e prima tappa di un eventuale percorso di superamento della dipendenza, deve poter fornire gli strumenti idonei per intercettare, anche preventivamente, le richieste di aiuto.

Gianmarco Padovani, vicepresidente di Federfarma Verona, autore di un opuscolo sulle dipendenze, accoglie e sostiene l’iniziativa, consapevole della necessità di un’educazione e di una formazione del farmacista: «Occorre avere la sensibilità per fare emergere il disagio del cittadino e permettere che ne prenda consapevolezza. Dopo un primo confronto, dobbiamo poter offrire i suggerimenti più indicati, inviando l’utente a una rete di professionisti come lo psicologo e il medico al fine che si sviluppi un itinerario di “disintossicazione”».

Il programma degli incontri organizzati con il patrocinio dell’Ordine dei Farmacisti di Verona ha sviluppato il tema della dipendenza da farmaco. «Durante questo incontro, senza criminalizzare nessuno, né il prescrittore, né il distributore, sono state affrontate quelle problematiche anche di assuefazione, originate da un abuso di certi tipi di farmaci come il benzodiazepine, così come la dipendenza di analgesici oppioidi. Interessante, per noi farmacisti, è stato anche il tema del secondo appuntamento incentrato sulla gestione delle dipendenze dell’età giovanile. Noi farmacisti siamo chiamati a percepire, prima che si sviluppi la patologia della dipendenza, l’opportunità di un intervento, prima di relazione e poi, eventualmente, di tipo clinico. È nostro compito anche ascoltare le famiglie che cercano aiuto. Stiamo assistendo ad una crescita di dipendenza dalla rete, dove i giovani di oggi ricercano emozioni».  

Elena Vecchioni, presidente di Federfarma Verona sottolinea: «La formazione continua consente al farmacista di essere sempre più efficace nell’aiuto al cittadino che si trova in difficoltà, spesso tanto devastanti da distruggere intere famiglie». 

Alle serate formative hanno partecipato, come relatori, il professor Fabio Lugoboni, direttore responsabile del Servizio di Medicina delle Dipendenze AUOI e specialista in Medicina Interna, e il professor Cristiano Chiamulera, professore ordinario di Farmacologia presso l’Università degli Studi di Verona, responsabile del laboratorio di NeuroPsicofarmacologia (NeuroPsiLab) presso il Dipartimento di Diagnostica e Sanità Pubblica, responsabile della Farmacovigilanza per l’Azienda Ospedaliera Universitaria Integrata di Verona e Presidente del Corso di Laurea Magistrale a Ciclo Unico in Medicina e Chirurgia. «La collaborazione tra Farmacista e Medico del territorio è fondamentale, in un’ottica preventiva e anche terapeutica».