Counseling per le famiglie su come affrontare un parto prematuro

La guida «Prematurità: counseling perinatale per le famiglie» è a disposizione di professionisti e operatori per fornire una corretta comunicazione alle famiglie che devono affrontare l’eventualità di un parto pretermine. Il testo nasce dall’impegno della Simp (Società Italiana di Medicina Perinatale) insieme a Vivere Onlus (l’associazione che supporta i genitori dei bambini nati prematuri) e in collaborazione con Aogoi, Sin Fnco, Iris con il contributo di Effik Italia.

Il documento approfondisce le modalità di approccio ai genitori che in differenti situazioni devono prendere coscienza della delicata situazione che stanno vivendo. Una nascita prima del termine procura diverse incertezze sul futuro del proprio bambino e catapulta i futuri genitori in una situazione molto differente da quella delle coppie che possono sperimentare una gravidanza condotta fino al termine naturale.

Le raccomandazioni sono state preparate attraverso un approfondimento specifico sui tre scenari – al pronto soccorso, in ambulatorio e in ospedale – integrando la valutazione di prove specifiche con l’esperienza e il giudizio multidisciplinare di esperti perinatologi, neonatologi, psicologi, ostetriche, infermieri pediatrici e associazioni genitori.

«Comunicare adeguatamente alle famiglie con bambini nati prematuri è un fattore determinante per consentire ai genitori di percepire nel modo migliore quello che sta accadendo e per ottenere dei buoni risultati anche in termini clinici», ha commentato la professoressa Irene Cetin, past president Simp, professore ordinario di Ostetricia e Ginecologia, dipartimento di Scienze Biomediche e Cliniche L. Sacco università degli Studi di Milano, direttore Uoc Ostetricia e Ginecologia ospedale Buzzi. «Queste raccomandazioni», specifica l’esperta, «vogliono essere un nuovo strumento per medici e operatori sanitari da utilizzare nel loro lavoro per facilitare il dialogo con le coppie e le famiglie in queste particolari eventualità».

Alla stesura hanno partecipato una ventina di esperti, coordinati dal dottor Giuseppe Battagliarin, presidente della commissione “Percorso Nascita” regionale Emilia Romagna che commenta: «L’iniziativa della Simp ha come fine quello di colmare un vuoto nei percorsi assistenziali sia intra sia extra-ospedalieri, che si occupano della nascita. Comunicare in modo adeguato è parte integrante della terapia e consente l’instaurarsi di un rapporto di fiducia tra i medici e la famiglia che si trova ad affrontare una nascita prematura. Accogliere, ascoltare, accompagnare con parole adeguate la coppia, la famiglia in un momento difficile».

I genitori devono affrontare una difficile condizione emotiva, caratterizzata da disorientamento, preoccupazione, senso di impotenza e di colpa, in cui necessitano di un approccio caratterizzato da sensibilità, empatia e chiarezza da parte di medici e operatori. Per rispondere a queste esigenze, gli estensori della guida prendono spunto dalla struttura interattiva detta sequenza dei “tre passi” (Quadrino, 2009) che prevede tre fasi: accoglienza (ascolto e conferma), posizionamento (contenuto del colloquio) e accompagnamento al termine del colloquio.

Ascolto attivo e accoglienza per le coppie che devono affrontare un parto pretermine

«Quando si parla con donne e famiglie che si trovano in questa situazione, è importante porsi in un atteggiamento di ascolto e di accoglienza delle loro preoccupazioni», ha dichiarato la dottoressa Giovanna Bestetti, Istituto Iris Milano. Oltre a comprensione ed empatia, bisogna fornire informazioni che consentano di comprendere cosa sta accadendo alla mamma e al bambino, e soprattutto sottolineare tutto ciò che potranno fare per accogliere il loro bambino, essergli vicino sin dai primi momenti, perché il loro ruolo è fondamentale e insostituibile. La comunicazione è un elemento essenziale del percorso di cura, per il quale deve essere previsto un tempo adeguato sia con le famiglie che tra professionisti, perché possano fornire messaggi coerenti e trasmettere ai genitori la percezione di essere accolti in un contesto assistenziale attento, coerente e condiviso».

Per esempio, illustrare le possibili strategie per proseguire la gravidanza, spiegando che il grembo della mamma è l’ambiente migliore per il bambino e che ogni ora, ogni giorno, ogni settimana guadagnate, in condizioni favorevoli per mamma e bambino, portano effetti positivi.

Strategie farmacologiche e psicologiche

Tra le strategie preventive è comprovata la validità del progesterone vaginale, se assunto quotidianamente nella dose raccomandata, ovvero in capsule vaginali da 200 mg a partire dalla diagnosi fino alla 34sima settimana di gravidanza. Infatti le ricerche scientifiche hanno evidenziato che il progesterone vaginale riduce del 34% la possibilità di parti prematuri, in gravidanze prima della 34sima settimana con cervice di lunghezza inferiore a 25 mm. La percentuale sale al 44% in caso di donne con cervicometria ridotta a 15mm.

Il lavoro si concentra approfonditamente sull’aspetto psicologico di questa particolare evenienza. Poiché è frequente che i genitori, in particolare la madre, si sentano responsabili della nascita pretermine, è importante sottolineare che nella maggior parte delle situazioni questo evento è imprevedibile e non dipendente da loro comportamenti o azioni. In questa fase bisogna trasmettere ai genitori la disponibilità dei professionisti ad accompagnarli e sostenerli nelle opzioni di cura prospettate, tenendo conto dei loro bisogni specifici, dubbi e difficoltà.

La guida indaga gli aspetti che influiscono sulle condizioni psico-fisiche degli operatori sanitari: per prendersi cura dei pazienti, è necessario che qualcuno si prenda cura di loro. Anche per chi fornisce le cure, alcuni eventi perinatali possono risultare traumatici ed emotivamente ingaggianti. Se tali vissuti non hanno possibilità di essere rielaborati e superati, il rischio di burnout aumenta considerevolmente. In questi casi può risultare efficace la tecnica Emdr (Eye Movement Desensitization and Reprocessing), un approccio terapeutico finalizzato al trattamento dei disturbi legati direttamente a esperienze traumatiche o particolarmente stressanti dal punto di vista emotivo.