L’obesità si configura oggi come la pandemia del nuovo millennio con dati in continua crescita e un impatto sanitario, economico e sociale estremamente significativo.
Per inquadrare la situazione e misurare il percepito rispetto a questa patologia cronica e ingravescente, Cittadinanzattiva in collaborazione con Federfarma e con il contributo non condizionante di Lilly, ha lanciato quasi un anno fa la campagna dal titolo “Obesità. Non ignoriamola, affrontiamola insieme” che, avviata il 3 marzo in occasione della Giornata Mondiale dell’Obesità, si è protratta fino a fine giugno.
La campagna ha previsto la distribuzione di locandine informative a 19 mila farmacie iscritte a Federfarma e la formazione di 1.900 farmacisti. Hanno aderito 1.509 presidi sparsi su tutto il territorio nazionale che hanno raccolto i questionari compilati da 5.543 cittadini. La locandina è stata inoltre scaricata 2.273 volte attraverso QR code.
I risultati principali della campagna nelle farmacie
Nel periodo della campagna l’Italia ha raggiunto una importante traguardo: l’approvazione della prima legge al mondo sull’obesità che si auspica possa produrre cambiamenti significativi nella presa in carico e gestione della patologia.
«L’obesità è un tema cruciale nel nostro Paese anche perché coinvolge un numero elevatissimo di bambini» ha ricordato il presidente Federfarma, Marco Cossolo, in occasione dell’evento di presentazione dei risultati dell’iniziativa, lo scorso 22 ottobre a Roma.

«Le farmacie hanno un ruolo fondamentale per la prevenzione e per la sensibilizzazione, in particolare nelle aree interne».
I risultati della campagna, presentati da Tiziana Nicoletti di Cittadinanzattiva hanno evidenziato che dei 5.543 rispondenti al questionario, la maggioranza vive in paesi (43%) o in cittadine di piccole dimensioni (33,6%); con riguardo alla fascia d’età, maggioritario il target 45-64 anni. Come spesso avviene, a rispondere sono state in maggioranza le donne (64%).
La consapevolezza sul tema
Con riguardo all’informazione e alla consapevolezza del tema, la campagna ha evidenziato un elevato livello di consapevolezza: circa tre cittadini su quattro (74,1%) si sono dichiarati informati.
Una solida maggioranza del 66,6% considera l’obesità una vera e propria malattia, ritenendo che debba essere affrontata con la stessa serietà di altre patologie croniche.

Il gap nella percezione e la carenza di cura
Nonostante questa consapevolezza, i dati rivelano un profondo divario tra la percezione teorica e la gestione pratica: a fronte di quasi un quarto delle persone in sovrappeso o obese che ha avviato una cura specifica, oltre un terzo (35,7%) non l’ha mai fatto.
Ancora più preoccupante il fatto che oltre il 33% ha abbandonato la cura, scoraggiato dalla mancanza di risultati o dalle difficoltà di gestione.
L’indagine ha svelato inoltre una grave discrepanza tra la percezione del proprio peso e la condizione reale (calcolata tramite BMI).
Circa il 60% sia degli uomini sia delle donne si trova in condizioni di sovrappeso o obesità, ma solo una percentuale molto minore si autopercepisce come tale.
Il perdurante stigma
L’indagine condotta rivela ancora un perdurante stigma. Nell’identificare le cause dell’obesità, la maggior parte dei rispondenti al questionario (oltre il 90%) hanno indicato scelte errate legate a eccessi alimentari e inattività fisica, mentre solo la metà degli intervistati le associa a patologie metaboliche o fattori ereditari.
A ciò si aggiunge il forte stigma sociale: quasi la metà degli intervistati riconosce che la discriminazione e l’emarginazione influenzano negativamente la gestione della malattia.
Il ruolo delle farmacie e le proposte per il SSN
La campagna ha coinvolto attivamente le farmacie, che hanno riscontrato difficoltà principalmente nella ritrosia dei cittadini a farsi coinvolgere, spesso per imbarazzo o non consapevolezza della propria condizione.
I farmacisti, pur riconoscendo queste difficoltà e proponendo un maggiore coinvolgimento dei medici, hanno confermato il valore di questi interventi per una ottimizzazione della presa in carico del paziente cronico.
Le proposte alle Istituzioni
A conclusione dell’indagine, Cittadinanzattiva e Federfarma hanno avanzato una serie di richieste per capitalizzare il riconoscimento dell’obesità come malattia cronica (Legge 741/2025) attraverso un rafforzamento normativo – con l’approvazione urgente dei decreti attuativi della Legge 741/2025 di recente approvazione, l’inclusione dell’obesità nei LEA e l’approvazione del Nuovo Piano Nazionale della Cronicità – PNC; puntando sulla leva organizzativa per favorire l’accesso attraverso la creazione di centri specializzati per l’obesità, percorsi di cura uniformi su tutto il territorio, rimborsabilità dei trattamenti e accesso equo alla chirurgia bariatrica.
Per quanto attiene alla lotta allo stigma, ancora significativo, sono state richieste azioni di formazione obbligatoria per gli operatori sanitari e campagne di sensibilizzazione già a livello scolastico e urbano, per combattere il pregiudizio che ostacola le cure e l’aderenza terapeutica.
L’appello finale è duplice: non ignorare la malattia e affrontarla insieme attraverso un approccio corale che unisca cittadini, professionisti e istituzioni per ridurre le disuguaglianze e garantire cure multidisciplinari e continuative.
L’inserimento obesità in Piano Cronicità è riconoscimento dei diritti dei pazienti
L’ultimo aggiornamento è arrivato nella giornata di giovedì 23 ottobre. L’obesità è stata ufficialmente inclusa nel Piano Nazionale Cronicità, un passo decisivo per il riconoscimento dei diritti delle sei milioni di persone che in Italia convivono con questa malattia.
La Senatrice Daniela Sbrollini sottolinea come questo risultato, frutto del lavoro dell’Intergruppo parlamentare e del Ministero, migliori l’assistenza e combatta lo stigma sociale. L’obesità viene finalmente riconosciuta come una malattia e non come una colpa personale. L’impegno ora prosegue per garantire l’attuazione nei Lea e promuovere un vero cambiamento culturale nella società.


