Arriva la raccomandazione agli Stati Membri di considerare l’omeopatia come supporto terapeutico utile nelle patologie oncologiche. Soddisfazione da parte di Omeoimprese, l’associazione che rappresenta le aziende italiane ed estere produttrici di medicinali omeopatici e antroposofici

Nonostante nel tempo numerose pubblicazioni abbiano evidenziato l’efficacia della medicina integrata quale strumento di supporto ai protocolli ufficiali nel trattamento delle patologie oncologiche, molto a lungo, soprattutto in Italia, le terapie complementari sono state osteggiate sulla base di pregiudizi o comunque raramente incoraggiate dagli stessi oncologi. Tuttavia, fa ben sperare in un cambio di passo il fatto che siano ormai 9 milioni i connazionali che, almeno una volta l’anno, fanno ricorso a trattamenti omeopatici, dato questo in costante crescita.

La raccomandazione del Parlamento Europeo

La notizia della raccomandazione da parte del Parlamento Europeo agli Stati Membri di considerare l’omeopatia come supporto terapeutico per il cancro, nelle patologie oncologiche, viene dunque accolta con grande plauso da parte di Omeoimprese (l’associazione che rappresenta le aziende Italiane ed estere, produttrici di medicinali omeopatici e antroposofici) che non esita a definirla “una decisione che va oltre ogni aspettativa del comparto”.

«Mentre in Italia qualcuno cerca ancora di osteggiare, sulla base di pregiudizi, la medicina integrata, Strasburgo parla di protocolli, addirittura per i malati oncologici. Non servono interpretazioni, le indicazioni sono chiare» ha commentato il presidente di Omeoimprese, Giovanni Gorga.

Il Parlamento Europeo ha difatti sottolineato il fatto che la medicina integrativa, scientificamente riconosciuta e approvata dalle autorità sanitarie pubbliche, può apportare benefici ai pazienti in relazione agli effetti paralleli di diverse malattie, tra le quali il cancro, e ai loro trattamenti e ha inoltre posto l’accento sull’importanza di sviluppare un approccio olistico, integrativo e incentrato sul paziente e di incoraggiare, ove opportuno, l’uso complementare di queste terapie sotto la supervisione di professionisti del settore sanitario.

In Italia pregiudizi infondati

La decisione europea è un fulgido esempio di quanto infondato possa essere il pregiudizio che ancora oggi colpisce l’omeopatia così come altre medicine complementari. “Polemiche e illazioni sul ruolo dei farmaci omeopatici sono del tutto fuori luogo. Insisto affinché il Ministero della Salute adotti tempestivamente quelle misure di carattere economico così vitali per lo sviluppo di questo comparto e che, da tempo, rimangono inascoltate” ha dichiarato in una nota Omeoimprese.